La procura di Milano ha chiesto l’archiviazione per il ministro Matteo Salvini nell’indagine per diffamazione aggravata, a seguito della denuncia presentata dall’eurodeputata di Avs Ilaria Salis. La controversia nasce da alcune dichiarazioni del politico riguardanti un episodio del 2017 in cui la Salis era stata accusata di partecipare a un’aggressione contro la Lega, mentre era ancora detenuta in Ungheria. L’eurodeputata, che aveva passato 15 mesi in custodia preventiva nella capitale ungherese, aveva negato con decisione le accuse, sostenendo che fossero false e volgessero a danneggiarla pubblicamente.
Le accuse di ilaria salis contro salvini e la natura della querela
Nel dettaglio, la denuncia firmata da Ilaria Salis – assistita dagli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini – si riferisce a dichiarazioni fatte da Matteo Salvini il 31 gennaio 2024, durante un’intervista e in una nota ufficiale della Lega. In quell’occasione, Salvini aveva affermato che Salis era coinvolta in un “assalto violento” a un gazebo della Lega a Monza, episodio avvenuto nel 2017. Secondo la versione diffusa dal leader della Lega, Salis risultava imputata per questa vicenda e questo, a detta sua, avrebbe dovuto precluderle l’attività di maestra in Italia.
Salis ha negato categoricamente tali affermazioni, ritenendo che fossero infondate. Ha sottolineato che non ha mai assaltato nessun gazebo e non ha mai compiuto atti violenti contro militanti leghisti, compresi sputi o aggressioni fisiche. Il punto centrale della sua querela riguarda soprattutto il fatto che, pur essendoci stato un processo, lei venne assolta perché le persone offese ne riconossero l’estraneità ai fatti. Il danno alla sua reputazione, per motivi ovvi, è considerato grave anche per via della diffusione mediatica di quelle dichiarazioni.
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La posizione della procura e le ragioni dell’archiviazione richiesta
Il pm Antonio Pansa, titolare del fascicolo, dopo aver iscritto Salvini nel registro degli indagati per diffamazione, ha chiesto l’archiviazione del caso. La decisione si basa sulla valutazione che le espressioni usate dal ministro rientrino nel diritto di critica e non superino i limiti della continenza verbale previsti dalla legge. A suo avviso, Salvini ha richiamato fatti storici che risalgono al 2017, già oggetto di un procedimento giudiziario da cui la Salis è uscita assolta.
Il magistrato ha osservato che, nonostante le parole di Salvini abbiano proiettato una luce negativa sull’eurodeputata, non si sono configurate offese particolarmente rilevanti nella loro forma. Inoltre non è stata registrata una distorsione della realtà dei fatti, poiché luogo e data degli eventi sono corretti. Il procedimento penale, in questo quadro, appare privo di fondamento per perseguire il capo politico della Lega per diffamazione aggravata.
Le possibilità di opposizione e i prossimi sviluppi del caso
L’eurodeputata Salis e i suoi legali mantengono il diritto di opporsi alla richiesta di archiviazione durante l’udienza che si terrà davanti al giudice per le indagini preliminari . In questa fase potranno sostenere il contrario e chiedere che il procedimento penale prosegua sulla base delle accuse depositate.
Questa vicenda illustrata ha acceso un dibattito anche sui confini tra critica politica e tutela della reputazione personale. Segnala inoltre la complessità di un quadro in cui provvedimenti giudiziari, scelte politiche e narrazioni pubbliche si intrecciano in modi difficili da sciogliere con decisioni rapide.
Restano da vedere eventuali sviluppi davanti al GIP di Milano, che deciderà se archiviare definitivamente il caso o entrare nel merito delle accuse. Nel frattempo, la notizia dell’archiviazione ha già suscitato reazioni nelle fila dei protagonisti e dell’opinione pubblica, dato che riguarda un tema sensibile come il rapporto tra politica e giustizia.