Nel febbraio 2021 il trasferimento delle statue dei Giganti di Mont’e Prama dal museo di Cabras a Cagliari aveva suscitato forti tensioni. Il sindaco Andrea Abis aveva deciso di chiudere temporaneamente il museo per bloccare il trasferimento, scatenando accuse di interruzione di pubblico servizio. Dopo quattro anni di procedimento, il giudice ha disposto l’archiviazione per mancanza di fondamento della denuncia.
I motivi del blocco e le tensioni tra comune e soprintendenza
La disputa tra il comune di Cabras e la soprintendenza archeologica di Cagliari si era accesa quando la soprintendenza aveva ordinato il trasporto delle statue per un restauro nel capoluogo. Il comune si era opposto fermamente, richiedendo che il restauro avvenisse direttamente a Cabras, per avere garanzia sulla restituzione delle opere. Il nodo principale era la sicurezza dei Giganti, simbolo storico e culturale della zona, e il timore che un trasferimento potesse mettere a rischio il loro valore.
Il 9 febbraio 2021, proprio alla vigilia del trasferimento, il sindaco Abis ha deciso di emettere un’ordinanza per chiudere il museo. Lo scopo era prevenire disordini provocati dall’opinione pubblica contraria alla rimozione delle statue. L’azione ha congelato il trasferimento, ma ha anche scatenato l’intervento della soprintendenza che ha denunciato il primo cittadino per interruzione di pubblico servizio.
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La posizione del sindaco e la linea difensiva nel procedimento
Andrea Abis ha sempre sostenuto che il provvedimento adottato fosse un atto legittimo, motivato dalla necessità di mantenere ordine pubblico e proteggere un patrimonio importante. La chiusura temporanea del museo era secondo lui un passo obbligato per evitare manifestazioni di protesta violente e salvaguardare le opere in un momento delicato.
Durante il procedimento, il sindaco ha illustrato le ragioni dell’ordinanza, sottolineando che le sue azioni erano dettate dal ruolo istituzionale e dai doveri di tutela del patrimonio e della tranquillità cittadina. Era infatti necessario intervenire prima che la situazione degenerasse.
L’archiviazione dopo quattro anni e le implicazioni legali
Nel 2025, dopo aver esaminato gli atti e le motivazioni, il giudice ha chiuso la questione archiviando la denuncia per infondatezza della notizia di reato. Secondo il gip, la decisione del sindaco rientrava nel legittimo esercizio delle sue funzioni. L’ordinanza è stata riconosciuta come una misura prudenziale e non come un’azione illegale.
Questa sentenza conferma, sul piano legale, che le azioni di un amministratore pubblico, anche se contrastate da altri enti, possono trovare fondamento se mirate alla tutela dell’interesse generale e alla prevenzione di conflitti sociali. Il caso dei Giganti di Mont’e Prama ha dimostrato così il delicato equilibrio tra tutela culturale e prerogative istituzionali.
I giganti di Mont’e Prama, simbolo e motivo di confronto
I Giganti di Mont’e Prama sono statue nuragiche risalenti al IX secolo a.C., oggetto di attenzione archeologica e simbolo della Sardegna. La loro conservazione interessa non solo Cabras ma tutta la regione. Ogni spostamento o intervento suscita riflessioni forti su come proteggere questi tesori.
La disputa tra soprintendenza e amministrazione locale non è stata un semplice scontro politico, ma una questione che coinvolge vari livelli di responsabilità sulla tutela. La decisione di trasferire le statue a Cagliari aveva come scopo un restauro più approfondito, ma ha sollevato dubbi e preoccupazioni sul destino delle opere.
Il rischio di perdere il controllo diretto su questi reperti ha spinto Cabras a difendersi, rivendicando una gestione più vicina al territorio. I Giganti restano un patrimonio che parla di identità e radici locali, ragione per cui ogni mossa su di essi genera attenzione diffusa.
Le reazioni all’archiviazione e la posizione del sindaco abis
Dopo l’archiviazione, Andrea Abis ha commentato la decisione con un post su Facebook, definendo la vicenda “una storia a lieto fine”. Per lui la battaglia è stata dura ma giusta perchè ha messo al primo posto la tutela del patrimonio locale e i diritti della comunità.
Il primo cittadino ha evidenziato che la sua scelta non è stata un atto di ostilità, ma una risposta necessaria a circostanze complesse, in cui si è trovato a mediare tra esigenze diverse. La chiusura del museo ha rappresentato una misura estrema di salvaguardia.
La fine del procedimento potrà influire sui rapporti tra enti e comuni, offrendo un precedente sulle modalità di gestione e comunicazione in casi simili. Per Cabras il risultato è un riconoscimento della legittimità a intervenire a tutela delle proprie responsabilità senza timore di denunce.
La vicenda ha attraversato anni di polemiche e riflessioni legali prima di giungere a questo epilogo. Lo scontro su come proteggere i Giganti di Mont’e Prama ha coinvolto soggetti istituzionali diversi, ma ha confermato il valore che questi reperti hanno per Cabras e la Sardegna. Il sindaco ha mantenuto la sua posizione fino alla sentenza finale e ora può considerare chiusa una pagina difficile della sua amministrazione.