Apre a palermo il museo dedicato a falcone e borsellino nel trentatreesimo anniversario della strage di capaci

Apre a palermo il museo dedicato a falcone e borsellino nel trentatreesimo anniversario della strage di capaci

Il museo del presente Giovanni Falcone e Paolo Borsellino a Palermo, inaugurato nel 2025 a Palazzo Jung, conserva oggetti personali e installazioni multimediali che raccontano la lotta antimafia e il sacrificio dei magistrati.
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Il museo del presente Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, inaugurato a Palermo nel 2025, custodisce oggetti personali e installazioni multimediali che commemorano la vita e la lotta antimafia dei due magistrati, offrendo uno spazio di memoria e riflessione per le nuove generazioni. - Gaeta.it

Il 23 maggio 2025 ha segnato l’inaugurazione del museo del presente Giovanni Falcone e Paolo Borsellino a Palermo, in occasione del 33mo anniversario della strage di Capaci. Il museo, ospitato a Palazzo Jung, offre una raccolta di oggetti e memorie che raccontano le vite e la lotta antimafia di due dei magistrati simbolo della storia italiana recente. Tra reperti originali, installazioni multimediali e ricordi privati il luogo si propone come spazio di riflessione per chiunque voglia conoscere da vicino il coraggio e il sacrificio di Falcone e Borsellino.

La sede e gli oggetti simbolo del museo

Palazzo Jung, nel cuore di Palermo, è stata scelta come sede per ospitare il museo del presente intitolato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. L’edificio storico è stato allestito per esporre oggetti appartenuti ai due magistrati e alla loro scorta, curato dal direttore Alessandro De Lisi. Tra i pezzi più evocativi c’è la bicicletta di Paolo Borsellino, un mezzo semplice, quasi quotidiano, che rimanda alla dimensione umana e personale del giudice prima della sua attività antimafia.

Nel museo si trova anche la poltrona di Giovanni Falcone, dove sedette durante il suo lavoro, insieme alla sua penna preferita, strumento spesso indispensabile per un magistrato. Le agende private di Falcone contengono appunti personali che si possono leggere con attenzione, testimonianza diretta del suo metodo e della sua dedizione infinita. Un pezzo raro e significativo della collezione è la fotocopiatrice usata durante il maxiprocesso, una prova tangibile della complessità delle indagini condotte da Falcone contro la mafia.

Sono conservati anche oggetti personali della scorta, come la sveglia che Antonio Montinaro portava sempre con sé, simbolo di una routine segnata da attenzione e prontezza continua.

La collezione delle papere e il valore simbolico degli oggetti

Un aspetto curioso e carico di significato è la collezione di papere appartenuta a Giovanni Falcone. Vincenzo Di Fresco, presidente del museo, racconta che la passione per questi oggetti nacque da un episodio professionale in cui Falcone commise un errore, rimediato poi con ironia da un collega che gli regalò la prima papera come monito. Da allora, Falcone raccolse diverse papere come segno di autocritica e attenzione. Paolo Borsellino, compagno e collega, la prendeva in giro nascondendogli qualche papera e lasciandogli biglietti scherzosi per chiederle indietro, trasformando il gesto in un momento di leggerezza condivisa nonostante il ruolo gravoso.

La collezione sottolinea l’importanza del confronto e dell’umiltà, anche per chi si trova a combattere situazioni difficili come la mafia. I piccoli oggetti personali diventano testimonianze di un atteggiamento umano e di resistenza.

L’installazione “la linea del tempo” e la foto impossibile

Tra i punti salienti dell’esposizione vi è l’installazione chiamata “la linea del tempo”, che consente ai visitatori di immergersi nella storia della lotta antimafia. La narrazione si avvale anche di una fotografia particolare, soprannominata “la foto impossibile”. Vi compaiono i grandi eroi caduti contro Cosa Nostra, rappresentati in piedi e imponenti mentre ai loro piedi si trovano piccoli mafiosi di colore viola, un viola simbolo di lutto e penitenza.

Questa immagine esplicita in modo forte e semplice la distanza morale tra chi ha sacrificato la vita per la giustizia e chi ha incarnato il male. Il museo vuole così usare questa rappresentazione per trasmettere il senso di responsabilità che ogni cittadino dovrebbe sentire riguardo la mafia, facendo capire che la lotta continua anche oggi. La missione del luogo è far uscire ogni visitatore con la consapevolezza che ognuno può agire in qualche modo, senza delegare ad altri la difesa del bene comune.

L’arte digitale immersiva e le fotografie di famiglia

Una sezione del museo unisce fotografie intime di famiglia a esperienze digitali immersive, che coinvolgono suoni come quelli degli elicotteri e le immagini di rivolte popolari. Questo mix mette in luce non solo l’aspetto personale di Falcone e Borsellino, ma anche il contesto sociale ostile in cui operarono, fatto di lotte e tensioni continue.

Maria Falcone, sorella di Giovanni e presidente della fondazione che porta il suo nome, ha sottolineato come questo spazio rappresenterà per i giovani una possibilità concreta di conoscere la storia in modo vicino e acceso. La palestra dove Giovanni si allenava e la chiesa in cui giocava a ping pong si trovano a pochi passi dal museo, a testimoniare il legame forte con il territorio e con la sua infanzia a Palermo. Quegli stessi luoghi, frequentati in gioventù, mostrano come chiunque, partendo dalla propria realtà, possa raggiungere obiettivi importanti, se ha determinazione e studio.

Gli ambienti immersivi raccontano così non solo la memoria dei protagonisti, ma servono a mantenere viva la lotta contro la criminalità mafiosa anche nelle nuove generazioni.

Il museo del presente a Palermo rappresenta in ogni elemento uno spazio dove passato e futuro si intrecciano, dove la memoria di chi ha dato la vita per la giustizia preserva ancora oggi un messaggio forte e diretto per il paese.

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