Al rally del Lazio Cassino, venerdì sera, un uomo di 76 anni è stato vittima di un incidente gravissimo durante la prova speciale di Falvaterra. L’auto della gara è uscita di strada e ha colpito un muro di recinzione, causando il crollo di calcinacci e tegole che hanno ferito mortalmente lo spettatore. Si tratta di Luciano Sandrin, residente in provincia di Trento e parente di uno dei piloti in gara. Le forze dell’ordine e i soccorsi hanno coinvolto un intervento rapido, ma purtroppo l’uomo è deceduto poco dopo l’intervento in ospedale.
Dinamica Dell’Incidente e condizioni dello spettatore
L’incidente è avvenuto nella frazione di Falvaterra, lungo la zona di via Cavone, durante il primo passaggio della prova speciale. L’auto con numero 39 ha perso il controllo e ha colpito un muretto di contenimento. Il crollo delle parti di muro ha coinvolto anche una pergola situata dietro di esso, coprendo alcune cassette d’acqua potabile. Le tegole della pergola sono cadute proprio sull’uomo, che si trovava sotto la struttura.
Luciano Sandrin ha riportato gravi lesioni interne al fegato e alla milza. I soccorsi del 118 sono arrivati subito, trasportandolo al pronto soccorso dell’ospedale Santa Scolastica di Cassino. Al suo arrivo l’uomo era cosciente e in condizioni tali da mantenere lucidità e orientamento. Scrupolose visite mediche hanno rilevato però un quadro grave che ha richiesto un intervento chirurgico urgente. Durante tale operazione il paziente è morto per le complicazioni dovute alle lesioni subite.
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La presenza della vittima in zona vietata e rilievi delle autorità
Gli agenti della polizia di Stato, supportati dai carabinieri, hanno effettuato rilievi approfonditi per chiarire la dinamica e le responsabilità. Il vicequestore Flavio Genovesi ha indicato che Sandrin si trovava in una “zona rossa” del percorso, area segnalata dall’organizzazione come pericolosa e vietata al pubblico. Lo spettatore era all’interno di un terreno privato, non accessibile neppure alle persone autorizzate come spettatori della gara.
Questa posizione ha complicato la valutazione immediata dell’incidente. Tuttavia, il fatto che il luogo fosse fuori dai limiti indicati dall’organizzazione al pubblico ha portato a confermare che l’uomo si era posto in una situazione rischiosa, al di là della presenza delle necessarie segnaletiche di sicurezza.
Reazioni degli organizzatori e familiari
L’organizzazione del rally, rappresentata dal direttore di gara Mauro Zambelli e dal medico capo David Giannetti, ha fornito dettagli sulla vicenda in una conferenza stampa. Alla stessa ha partecipato Andrea Sandrin, figlio della vittima, che ha voluto precisare con fermezza l’assenza di colpe da parte degli organizzatori e del pilota coinvolto.
Andrea ha chiesto che la gara non si interrompesse per rispetto al desiderio del padre, che avrebbe voluto vedere la corsa proseguire. Ha definito la tragedia una fatalità. Il campione del mondo Max Rendina, dopo un momento di profondo dolore, ha attestato l’affetto collettivo nei confronti della famiglia Sandrin confermando la decisione di continuare la competizione secondo la volontà espressa dai familiari.
Impatto Sull’evento e messaggi delle istituzioni sportive
L’incidente ha scosso la comunità del rally e gli appassionati, riunendo molte voci di cordoglio. Il delegato provinciale del Coni, Emanuele De Vita, ha manifestato il proprio dolore con messaggi istituzionali di vicinanza alla famiglia Sandrin. La morte di un appassionato e parente stretto di un pilota ha segnato profondamente la gara.
L’organizzazione si trova ora a gestire non solo il recupero dell’evento sportivo ma anche gli aspetti di sicurezza, garantendo che situazioni come questa non si ripetano. Le indagini proseguiranno per chiarire ogni elemento coinvolto e per rafforzare le misure di controllo sulle aree di accesso agli spettatori.
La gara continua sulla base del rispetto dei familiari, mentre rimane aperta la riflessione sulle condizioni di sicurezza negli eventi di motorismo in luoghi pubblici e privati.