Antonello sannino racconta il viaggio dall'israele all'egitto: emozioni e riflessioni dopo la fuga dal conflitto

Antonello sannino racconta il viaggio dall’israele all’egitto: emozioni e riflessioni dopo la fuga dal conflitto

Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli, racconta il difficile viaggio dall’Israele al ritorno a Napoli attraverso Negev, Sharm El Sheikh e Istanbul, tra tensioni, emozioni intense e speranza di pace per il Medioriente.
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Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli, racconta il suo difficile viaggio di fuga dall’Israele attraverso il deserto del Negev fino all’Egitto, con tappe a Istanbul e Roma, condividendo emozioni intense e un forte desiderio di pace per il Medioriente. - Gaeta.it

Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli, ha raccontato sui social il viaggio che lo ha portato fuori dall’Israele, dove era rimasto bloccato a causa delle tensioni in corso. Partito dal deserto del Negev, ha raggiunto l’aeroporto di Sharm El Sheikh in Egitto, tappa fondamentale per tornare in Italia, passando per Istanbul e Roma prima di rientrare a Napoli. Il racconto si concentra sulle immagini forti e le sensazioni che ha vissuto durante questa esperienza difficile.

La fuga dal deserto del Negev e l’arrivo in Egitto

Il passaggio attraverso il deserto del Negev rappresenta un momento cruciale nel viaggio di Sannino. Questa zona, resa celebre per le sue distese aride e il clima estremo, ha rappresentato un contesto impegnativo dal punto di vista fisico e psicologico. Durante il percorso, Sannino ha assistito a uno spettacolo naturale che gli ha lasciato un ricordo indelebile: il cielo notturno illuminato da infinite stelle.

Un viaggio che cambia prospettive

Questa esperienza ha segnato una svolta, trasformando il viaggio in una pagina di storia che cambierà le prospettive future. La difficoltà del tragitto ha aggiunto peso al valore di ogni piccolo dettaglio, dagli odori intensi ai suoni spesso assordanti della zona in crisi, che si intrecciavano con le sirene di allarme. La tensione ha accompagnato ogni passo, lasciando un impatto profondo che ancora oggi affiora nei pensieri di Sannino.

L’arrivo a Sharm El Sheikh in Egitto ha rappresentato un momento di sollievo. L’aeroporto, snodo internazionale nel Mar Rosso, ha offerto un rifugio temporaneo da un conflitto in rapida espansione. Qui Sannino ha potuto rifiatare, anche se la mente rimaneva piena di immagini e emozioni che difficilmente potranno essere scordate.

Dentro il racconto di antonello sannino: un mosaico di emozioni e tensioni

Nel suo messaggio pubblicato su Facebook, Sannino ha evidenziato quanto sia complicato mettere in parole tutto ciò che l’esperienza gli ha lasciato. Parla di un “crogiuolo di immagini, odori, sapori, suoni, sirene, sguardi, ansie e paure” che lo accompagneranno per sempre. Questo insieme di percezioni suscita emozioni complesse e contrastanti, che si sovrappongono tra loro creando un vissuto che va oltre la semplice testimonianza di fatti.

La frattura emotiva del conflitto

Il racconto personale riesce a esprimere la frattura emotiva provocata dall’incertezza e dalla violenza che lo hanno circondato. Le sirene sono un elemento costante, segnale di una pericolo che non si può ignorare, e lo sguardo degli altri si carica di paura e di attenzione vigile. L’intensità degli odori e dei sapori, nelle situazioni di crisi, ricorda quanto la realtà si faccia tangibile nei dettagli più minuti.

Questo diario di viaggio rappresenta anche un momento di riflessione su quanto siano fragile e preziosi i legami con le persone care. Per Sannino, la prospettiva di tornare a casa si lega indissolubilmente al desiderio di riconnettersi con chi sta vicino a lui, evitando di farsi sopraffare dal senso di isolamento che la crisi avrebbe potuto imporgli.

La speranza di pace e il ritorno a napoli

Il viaggio di Sannino si conclude con la partenza verso Istanbul, tappa intermedia per rientrare poi in Italia. La destinazione definitiva è Napoli, la città che rappresenta il suo rifugio umano e familiare. La parola “casa” assume un valore quasi sacro, sottolineando il bisogno di sicurezza e di intimità dopo l’esperienza vissuta.

Nel suo messaggio, Sannino ringrazia chi non lo ha mai lasciato solo, evidenziando la forza di chi ha saputo gestire ansia e paura con fermezza. In particolare, cita Danilo come una presenza fondamentale, un punto di riferimento capace di contrastare l’odio e i timori legati al conflitto.

Un auspicio per il medioriente

La riflessione finale si concentra sul desiderio di pace per il Medioriente, definito terra martoriata ma al tempo stesso ricca di storia e cultura. Questo auspicio si accompagna al rispetto per la complessità della situazione e alla consapevolezza che il cammino verso la convivenza pacifica sia ancora lungo e difficile. Il racconto di Sannino diventa così una testimonianza concreta della condizione di chi vive e affronta la guerra da vicino.

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