In una giornata che ha visto la sala del cinema Martorana di Corleone riempirsi di studenti delle scuole superiori, si è svolta un’anteprima particolarmente attesa del film “Il giudice e il boss“, dedicato a Cesare Terranova e Lenin Mancuso. Questa proiezione ha dato il via a un confronto significativo e appassionato con il regista Pasquale Scimeca e il cast del film, creando un momento di riflessione non solo sul contesto mafioso attuale, ma anche sulla memoria storica di figure come Terranova e i tanti martiri della lotta contro la mafia.
La mafia nel contesto contemporaneo
Nel corso dell’incontro, i ragazzi presenti hanno espresso un forte senso di cambiamento in atto a Corleone: “Corleone sta cambiando, è già cambiata”. Tuttavia, la realtà della mafia non può essere ignorata. Diverse testimonianze, tra cui quella di Alessandra, hanno evidenziato come la mafia non sia scomparsa ma abbia assunto nuove forme. “Non spara più come un tempo; ora si dedica alla politica, all’economia e agli appalti”, ha dichiarato Alessandra, indicando così un’evoluzione strategica del fenomeno mafioso. Questo cambiamento ha reso ancora più attuale e necessaria un’attività di memoria e di educazione civica. “È fondamentale non dimenticare le vittime che hanno combattuto contro la mafia, come Falcone, Borsellino, Pio La Torre e Cesare Terranova“, ha aggiunto Alessandra, enfatizzando il ruolo cruciale della memoria collettiva nella lotta a questo oppressivo sistema.
Interrogativi sul ruolo delle figure mafiose
Durante il dibattito, è emersa una serie di domande rivolte agli attori e al regista, in particolare a Claudio Castrogiovanni, che interpreta Luciano Liggio nel film. I presenti si sono chiesti come un attore potesse identificarsi con una figura così controversa e spesso associata a crimini efferati. Castrogiovanni ha condiviso che calarsi nella parte di Liggio è stata un’esperienza “faticosa”, che ha richiesto un impegno significativo nella preparazione. Per comprendere a fondo il personaggio, ha letto ben 17 libri sul soggetto, raccogliendo informazioni cruciali per offrirne un’interpretazione autentica. Questo processo ha messo in evidenza quanto sia difficile e impegnativo affrontare ruoli che incarnano il male all’interno della narrazione filmica.
La commemorazione di Lenin Mancuso
Un’altra importante figura presente in sala era Lenin Mancuso, il più fidato collaboratore di Cesare Terranova. Il sindaco di Corleone, Walter Ra, ha annunciato l’intenzione di intitolare una strada in città a Mancuso, riempiendo di significato simbolico questo gesto. “A Corleone non si torna indietro. È arrivato il momento di dedicare una via a Lenin Mancuso“, ha affermato il sindaco, evidenziando l’importanza di onorare la memoria di coloro che si sono schierati contro la mafia. Questo atto si inserisce in una più ampia strategia di riqualificazione urbanistica e culturale, volta a cambiare l’immagine della città e a imparare dal passato. Ha ripreso anche l’operazione simbolica già attuata in precedenza, che ha visto il cambio del nome da via Scorsone a via Terranova, un intento volto a eradicarne la storia marcia e a sostituirla con esempi di coraggio e integrità.
Queste conversazioni e iniziative dimostrano l’importanza della cultura e della memoria nella costruzione di un futuro libero dalla mafia, conferendo un nuovo significato alla lotta contro il crimine organizzato nel contesto siciliano.
Ultimo aggiornamento il 26 Settembre 2024 da Donatella Ercolano