Andy Serkis da anni incarna personaggi indimenticabili grazie alla sua capacità di trasformarsi attraverso la tecnica del motion capture. L’attore britannico ha parlato a Filming Italy Sardegna Festival del suo prossimo ritorno nei panni di Gollum, della sua partecipazione a The Batman – parte II e della sua visione sull’intelligenza artificiale applicata al cinema. Nel corso dell’intervista ha raccontato anche il suo rapporto con l’Italia e alcuni momenti della sua carriera che hanno lasciato il segno.
La conferma della presenza di alfred in the batman – parte ii
Durante l’intervista a SuperGuidaTV, Serkis ha rivelato qualche dettaglio legato al sequel di The Batman, che continua a tenere alta l’attenzione dei fan di Gotham City. L’attore ha confermato la presenza del personaggio di Alfred, ma ha spiegato di non avere ancora informazioni precise sulla sceneggiatura o sulla fase di produzione. Matt Reeves, regista della saga, sta infatti finendo di scrivere il copione e i tempi precisi per l’inizio delle riprese non sono ancora stabiliti.
Serkis ha raccontato di provare un forte legame emotivo con il ruolo di Alfred e ha sottolineato come il rapporto con Bruce Wayne sia centrale nella sua interpretazione. L’intenzione è che questa dinamica prosegua nel prossimo film ma, al momento, resta un’incertezza la tempistica effettiva per il ritorno sul set. L’annuncio, seppur vago, ha messo al riparo i fan dalla possibilità di un’esclusione dell’anziano maggiordomo, figura storica della narrazione sulla Bat-famiglia.
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Il ritorno di gollum: un progetto tra recitazione e regia in nuovissima zelanda
Andy Serkis ha illustrato un progetto carico di attese per i cultori del Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum. Questo film è in preparazione e avrà come protagonista lo stesso Serkis nel ruolo che lo ha portato al successo internazionale. La produzione dovrebbe partire a metà del 2026 in Nuovissima Zelanda, luogo scelto spesso per i set ispirati a Tolkien.
Serkis ha spiegato che l’obiettivo è esplorare il personaggio di Gollum da nuovi punti di vista, sia sul piano emotivo sia grazie all’uso della tecnologia visiva. Questo progetto rappresenta per lui anche un’opportunità registica, evidenziando un nuovo ruolo dentro la macchina cinematografica. L’uscita del film è prevista per dicembre 2027 e l’attesa si concentra sull’approfondimento psicologico e narrativo di un personaggio tormentato e complesso.
Il legame di serkis con l’italia, tra ricordi e vita familiare
L’attore ha raccontato una lunga storia personale legata all’Italia, che si traduce in un rapporto affettivo molto forte con il paese. Serkis e sua moglie si sono sposati in Italia 25 anni fa e hanno mantenuto nel tempo questa connessione, costruendo una casa in Val d’Orcia. I loro figli sono cresciuti tra vacanze e viaggi in camper per la penisola.
Il ricordo più vivido risale al 1994, quando attraversarono l’Italia da nord a sud, da Londra alla Sicilia. Definisce quella come la vacanza più incredibile della vita. Nel dialogo emerge anche una nota divertente riguardo la lingua italiana: l’attore confessa di amare la parola “rubinetti” per il suono e la musicalità, un dettaglio che evidenzia la familiarità con la nostra cultura. L’Italia si conferma così non solo come un luogo di ambientazione o lavoro, ma come una dimensione intima e familiare.
Riflessioni sul signore degli anelli e il pianeta delle scimmie
Riguardo alla saga del Signore degli Anelli, Serkis ha ricordato l’importanza storica di quei film, usciti in un periodo in cui il fantasy non era particolarmente popolare sul grande schermo. Peter Jackson riuscì a far emergere e rilanciare il genere con un’impronta nuova, capace di conquistare il pubblico globale.
La vittoria di 11 Oscar con Il ritorno del re rappresentò un momento cruciale non solo per gli artisti coinvolti ma per la produzione neozelandese, che assunse così visibilità mondiale. Serkis ha definito quel successo come il risultato di un lavoro immenso condotto da migliaia di persone, che pose un nuovo standard per la produzione cinematografica.
Non meno importante è stato il ruolo di Cesare nella trilogia reboot del Pianeta delle scimmie. Serkis ha parlato di un personaggio che attraversa un intero arco di vita, dalla nascita alla morte, una cosa piuttosto rara per un attore. Cesare incarna verità, onestà e il messaggio di convivenza senza divisioni, temi che si riflettono nel modo in cui Serkis ha interpretato e vissuto questo ruolo.
La risposta di serkis sul possibile impatto di cesare nel mondo reale
A una domanda sulle conseguenze che Cesare potrebbe avere se fosse un leader di oggi e dovesse confrontarsi con figure come Trump o Putin, Serkis ha dato una risposta intensa e pensata. Cesare, ha detto, possederebbe la forza morale per unire le persone contro ogni tipo di oppressione.
Secondo l’attore, il pianeta è in uno stato di sofferenza crescente, e una figura con quelle caratteristiche potrebbe ispirare una reazione globale, capace di dialogo empatico e determinazione senza ricorrere alla violenza. Queste parole richiamano i temi del rispetto della natura e della necessità di nuovi modelli di convivenza, ben radicati nel messaggio della saga.
La riflessione sull’intelligenza artificiale nel cinema e l’importanza del tocco umano
Serkis ha affrontato il tema dell’intelligenza artificiale applicata al cinema, un argomento di grande attualità. Ha evidenziato come l’impatto dell’AI dipenda dall’uso che se ne fa e dall’intenzione di chi la impiega. La tecnologia è ormai presente e rappresenta uno strumento potente.
Il cinema però non è mai stato solo tecnologia: è un linguaggio fatto di storie e di voci umane. Per Serkis è fondamentale che l’AI non cancelli la componente emotiva e creativa delle persone, altrimenti i contenuti diventerebbero freddi e tutti simili fra loro. È una questione di mantenere viva la diversità narrativa e l’identità umana nel racconto.
Il futuro cinematografico appare perciò legato a un equilibrio delicato tra innovazioni tecnologiche e l’emozione che solo un interprete o un autore possono trasmettere. Questi aspetti stanno definendo i nuovi confini del mondo audiovisivo in un’era di cambiamenti rapidi.