Ancona: lavori di pubblica utilità per chi guida sotto effetto di alcol o stupefacenti in alternativa alla pena

Ancona: lavori di pubblica utilità per chi guida sotto effetto di alcol o stupefacenti in alternativa alla pena

Il Comune di Ancona, con il sindaco Daniele Silvetti e il Tribunale locale, introduce i lavori di pubblica utilità come alternativa alla pena per guida in stato di ebbrezza o sotto droga, favorendo recupero sociale.
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Il Comune di Ancona, in accordo col Tribunale, introduce i lavori di pubblica utilità come alternativa alla pena per chi guida sotto effetto di alcol o droghe, favorendo il recupero sociale e il reinserimento attraverso attività di supporto alla comunità. - Gaeta.it

Il Comune di Ancona ha scelto una strada alternativa per chi viene condannato per guida in stato di ebbrezza o sotto alterazione psicofisica da droga: i lavori di pubblica utilità. Questo provvedimento, approvato dalla giunta guidata dal sindaco Daniele Silvetti, nasce da un accordo con il Tribunale della città per proporre un modo diverso di scontare la pena senza ricorrere al carcere o alle multe.

La convenzione tra municipio e tribunale per un percorso di recupero

Il punto di partenza di questa novità è stata la firma di una convenzione fra il Comune di Ancona e il Tribunale locale. Lo schema, approvato dalla giunta, stabilisce che chi viene condannato per guida sotto l’effetto di alcol o droghe potrà svolgere lavori di pubblica utilità al posto di scontare una pena detentiva o pagare una sanzione pecuniaria. L’obiettivo è favorire un percorso di recupero sociale e responsabilizzazione che tenga conto delle fragilità personali dei condannati.

Non sono stati ancora definiti i servizi dove questi lavori si svolgeranno, si sa solo che saranno assegnati in base alle esigenze concrete del momento e alle caratteristiche di chi partecipa. La flessibilità del progetto punta a coinvolgere persone e ambiti diversi, creando una rete di servizi utili per la città e insieme un’occasione di reinserimento.

Ambiti di impiego e tipologie di attività previste

I settori dove si potrà lavorare spaziano in vari ambiti della gestione comunale. Per esempio, la piccola manutenzione degli spazi pubblici rappresenta una delle possibilità: si tratta di interventi basilari ma necessari per mantenere l’ordine, dal verde al decoro urbano. Nei plessi scolastici, chi svolge il lavoro potrà controllare gli ingressi e le uscite degli alunni, aiutare durante gli attraversamenti pedonali o accompagnare i ragazzi anche sui mezzi di trasporto scolastico.

Inoltre potranno essere assegnate attività presso i servizi sociali, magari in supporto a operazioni di segreteria o amministrazione, come alla Biblioteca comunale. Anche altri ambiti comunali, compresi i servizi dedicati al welfare locale, saranno coinvolti. Le attività si adatteranno alla professionalità e alle capacità della persona condannata, valorizzando competenze specifiche quando presenti. L’opportunità di partecipare a eventi, manifestazioni e iniziative comunali fa parte del progetto, grazie alla collaborazione attiva con gli organizzatori.

Il significato sociale del lavoro di pubblica utilità ad Ancona

Manuela Caucci, assessore alle Politiche sociali del Comune di Ancona, ha sottolineato il valore di questa proposta per tutta la comunità. Secondo lei, “il lavoro di pubblica utilità non solo aiuta a preservare e migliorare lo spazio urbano, ma dà a chi partecipa la possibilità di sentirsi parte attiva della città.” Il ritorno a un ruolo sociale, seppur in un momento di difficoltà o recupero, è un elemento importante per rafforzare il senso di responsabilità personale e collettiva.

Attraverso questa misura, il Comune punta a far emergere una nuova modalità di intervento che lega la giustizia alla responsabilizzazione pratica. Gli spazi pubblici si trasformano in luoghi di ripresa e non solo di esclusione, mentre la comunità intera ne trae beneficio. Non è solo un’azione di contenimento della pena, ma un modo per costruire un legame più diretto tra cittadini e istituzioni.

Un modello di misure alternative

La scelta di Ancona si inserisce in un contesto più ampio di misure alternative al carcere in molte realtà italiane. Da qui in avanti il monitoraggio e la gestione di questi lavori saranno fondamentali per valutare l’effetto sulle persone e sulla città. Lo sviluppo di questa esperienza potrebbe rappresentare un modello replicabile anche in altre zone, dove serve conciliare giustizia e reinserimento in modo concreto e utile.

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