Amicizia e cervello: come i legami influenzano le scelte quotidiane e lo shopping secondo uno studio scientifico

Amicizia e cervello: come i legami influenzano le scelte quotidiane e lo shopping secondo uno studio scientifico

uno studio di jia jin alla shanghai international studies university mostra come l’amicizia sincronizzi l’attività cerebrale e influenzi le scelte di consumo attraverso meccanismi neurocognitivi rilevati con neuroimaging e analisi comportamentale
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Una ricerca con neuroimaging dimostra che l'amicizia sincronizza l'attività cerebrale di persone legate, influenzando le loro scelte e preferenze quotidiane, come gli acquisti. - Gaeta.it

L’amicizia non si limita a condividere momenti belli o difficili insieme. Una ricerca recente dimostra che intesse anche un filo invisibile fra i cervelli delle persone legate da rapporti stretti, orientando scelte quotidiane come gli acquisti. Lo studio pubblicato su «JNeurosci» indaga con metodi di neuroimaging e analisi comportamentale quanto i legami sociali modulino l’attività cerebrale e il modo in cui valutiamo gli oggetti. Il risultato è un quadro chiaro su come la vicinanza personale si rifletta in comportamenti quasi sincronizzati.

La domanda iniziale: come l’amicizia modifica il comportamento e il cervello

Jia Jin e il suo gruppo alla Shanghai International Studies University hanno mosso il primo passo ponendo una domanda semplice ma profonda: in che modo un’amicizia influenza la funzione cerebrale e le decisioni di chi la manifesta? Gli studiosi hanno messo a fuoco il legame fra relazioni strette e comportamenti di consumo. Partendo da questa base, hanno coinvolto un numero significativo di persone per studiare come, osservando prodotti e pubblicità, si noti una consonanza crescente nel modo di giudicare e scegliere. L’approccio non si è limitato a osservazioni superficiali ma ha incrociato prove comportamentali con dati strutturali ed emergenze di attività nei circuiti neurali.

Le prove raccolte suggeriscono come l’amicizia vada oltre lo scambio emotivo per modellare l’attenzione, la memoria e la valutazione sociale. Negli esperimenti si è notato che i partecipanti si avvicinavano alle opinioni e preferenze dei loro amici, rispetto a chi non conoscevano. Questo processo non appare immediato ma si rafforza nel tempo, indicando un legame neurocognitivo graduale e persistente. La curiosità degli scienziati si è quindi spostata verso i meccanismi interni, che affondano nelle dinamiche sinaptiche e nelle risposte cerebrali a stimoli condivisi.

Dettagli dello studio e metodologie utilizzate

Lo studio ha coinvolto 175 persone in un progetto durato diversi mesi. Di queste, 47 sono state sottoposte anche a neuroimaging, che ha permesso di scansionare l’attività cerebrale in tempo reale mentre venivano esposti a stimoli visivi, come pubblicità di prodotti di vario genere. Le tecniche adottate includono risonanza magnetica funzionale , che registra le variazioni di flusso sanguigno e individua le zone attive durante l’osservazione e il giudizio. Parallelamente, un’analisi comportamentale ha raccolto dati sulle scelte e preferenze dei soggetti, confrontandoli con quelli dei loro amici e di estranei.

L’analisi ha messo in luce una sincronizzazione delle attivazioni nelle aree coinvolte nella percezione visiva, nelle funzioni mnemoniche, nelle valutazioni sociali e nelle risposte legate alla ricompensa. Questa coattivazione ha permesso ai ricercatori di prevedere non solo quale prodotto avrebbe acquistato un singolo, ma anche quale avrebbe suscitato interesse nel suo amico stretto. I dati mostrano un progressivo avvicinamento delle valutazioni nel tempo, rafforzando l’idea di una plasticità sociale che si riflette direttamente nell’attività cerebrale.

Implicazioni dei risultati sul comportamento e le relazioni sociali

Il lavoro di Jin e colleghi aiuta a scomporre il modo in cui le relazioni interpersonali possono influire sul nostro modo di agire, in particolare in ambiti legati alla scelta dei consumi. Non si tratta solo di imitazione superficiale, bensì di una modulazione profonda delle funzioni cerebrali, che porta a una convergenza di opinioni e preferenze. Con amici di lunga data, la vicinanza neurale cresce, alimentando interazioni che si manifestano in contesti che vanno ben oltre il rapporto intimo.

Questi risultati aprono nuovi orizzonti per comprendere come la vita sociale plasmi il cervello in modi tuttora poco investigati. La sincronizzazione neurale può avere effetti visibili nei modi di percepire e scegliere prodotti, ma potrebbe estendersi anche ad altri aspetti della vita quotidiana. La ricerca contribuisce quindi a una visione più integrata della mente, dove il legame con gli altri agisce come un fattore dinamico nel plasmare l’identità e il comportamento individuale, con conseguenze che partono dall’esperienza pratica e si riflettono nei meccanismi interni del sistema nervoso.

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