Il bilancio delle vittime nella striscia di Gaza è salito ancora nelle ultime ore. Fonti mediche locali riportano almeno 21 persone decedute da stamattina, colpite durante i raid israeliani in diverse zone dell’enclave palestinese. La tensione resta altissima mentre i militari israeliani proseguono le operazioni nell’area, a seguito dell’attacco del 7 ottobre 2023 che ha scatenato una nuova ondata di violenze. Contemporaneamente, il governo di Tel Aviv rilancia un avvertimento urgente ai civili, spingendoli a lasciare gli spazi centrali di Gaza per mettersi in salvo verso sud. In questo scenario si inserisce il ruolo del Qatar, che prova a favorire un cessate il fuoco, mentre segnali di instabilità emergono anche nello Yemen.
Aggiornamento sul bilancio delle vittime nella striscia di gaza
Le fonti mediche raccolte dalla tv al-Jazeera riferiscono che l’attacco israeliano di questa mattina ha provocato almeno 21 morti in diverse zone della striscia di Gaza. Nel sud dell’enclave si contano sei decessi, causati da bombe che hanno colpito tende di sfollati nell’area di al-Mawasi, vicino a Khan Yunis. La situazione è drammatica in particolare per chi si era rifugiato in queste aree, in cerca di riparo dopo le prime fasi del conflitto.
A nord di Gaza City invece diverse persone hanno perso la vita a Saftawi, dove gli attacchi hanno colpito una scuola — la Osama Bin Zaid School — usata come rifugio da numerosi sfollati. Testimonianze riportano che tra le vittime ci sono una donna e due minori, aggiungendo ulteriori elementi di vulnerabilità alla già difficile condizione civile.
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L’enclave, sotto il controllo di Hamas dal 2007, vive una crisi che coinvolge ogni giorno migliaia di persone, con strutture sanitarie e civili prese di mira o messe sotto pressione dall’azione militare.
L’avvertimento israeliano ai residenti delle zone centrali di gaza
Le forze israeliane hanno rivolto un richiamo urgente agli abitanti che si trovano nella fascia centrale di Gaza. In un messaggio pubblicato su X dal portavoce Avichay Adraee, le IDF indicano chiaramente le zone interessate dal forte intensificarsi degli attacchi: Nuseirat, Al-Zahraa, Al-Mughraka, Al-Nuzha, Al-Badi, Al-Busma, Al-Zahraa, Al-Bustanim, Badr, Abu Harira, Al-Ruda e Al-Safa.
Nel post, la comunicazione sottolinea che le operazioni mirano a colpire le “capacità delle organizzazioni terroristiche”, invitando con forza la popolazione civile a spostarsi immediatamente verso il sud, in particolare verso al-Mawasi, per salvaguardare la propria incolumità. Adraee insiste a non fare ritorno nelle zone definite “pericolose di combattimento”, avvertendo che il rischio resta alto e che le azioni militari continueranno con determinazione.
Questa chiamata al trasferimento è già stata diffusa più volte nelle ultime ore, senza però evidenti segnali di un’uscita di massa, complicata dalle condizioni difficili della popolazione locale.
Il ruolo del qatar e la possibile tregua nella striscia di gaza
Il Qatar continua a svolgere un ruolo da mediatore nelle discussioni che coinvolgono Israele e Hamas. Proprio da Doha arriva una dichiarazione che potrebbe segnare una svolta: il recente cessate il fuoco tra Israele e Iran offre una “finestra di opportunità” per un possibile accordo di tregua nel territorio di Gaza.
Majed al-Ansari, portavoce del ministero degli Esteri qatariota, ha spiegato che questo momento non va sprecato. Ha invitato le parti direttamente coinvolte nella crisi a sfruttare questa situazione favorevole per avviare un dialogo concreto e fermare le ostilità. Ha ricordato come in passato siano state spesso perse occasioni simili, mettendo in guardia contro un ulteriore fallimento diplomatico.
L’approccio del Qatar si basa sulla consapevolezza del rischio umanitario crescente nella striscia di Gaza e sul desiderio di far emergere un accordo che possa bloccare gli scontri e alleggerire le sofferenze civili.
Allerte dai gruppi houthi e nuovi segnali di tensione nello yemen
Non sono solo Gaza e Israele i luoghi interessati dal conflitto. Dagli Houthi, movimento armato dello Yemen che appoggia l’Iran, arriva un messaggio di minaccia sul proseguimento delle aggressioni contro Gaza. Secondo Nasruddin Amer, numero due per l’informazione degli Houthi, “l’aggressione non è terminata” e le condizioni degli abitanti di Gaza stanno peggiorando.
Le sirene d’allarme antiaereo in Israele hanno suonato anche questa mattina a causa di un missile lanciato dallo Yemen. Questi segnali, confermati da fonti israeliane e riportati da Ynet, indicano nuove tensioni con potenziali ripercussioni regionali. Le Houthi sembrano voler mantenere alta l’attenzione, sostenendo che la pressione sui territori palestinesi deve continuare e che gli attacchi a Israele non devono cessare.
Il contesto regionale resta instabile, con molteplici fronti aperti e un’escalation difficile da prevedere giorno dopo giorno.