Il cantautore romano alex britti è coinvolto in una vicenda giudiziaria legata a una baby-cam installata in casa. La sua ex compagna, nicole pravadelli, avrebbe usato questo dispositivo per spiarlo da remoto, raccogliendo immagini utilizzate poi in tribunale nella causa per l’affidamento del loro figlio. La situazione, nata da un contesto familiare delicato, ha attirato l’attenzione della procura che ora deve valutare la violazione della privacy e le implicazioni penali.
Baby monitor usato per spiare: come è nata la vicenda
La baby-cam era stata posizionata quando alex britti e nicole pravadelli convivevano ancora insieme, per tenere sotto controllo il loro figlio nato nel 2017. Si trattava di un normale strumento per la sicurezza del neonato, ma dopo la separazione della coppia, avvenuta nel 2019, la camera è rimasta collegata. Nel maggio 2022 pravadelli si sarebbe connessa da remoto alla baby-cam utilizzando le vecchie credenziali di accesso, ottenendo così immagini e video di vita privata dentro l’abitazione di britti. L’intento era probabilmente quello di dimostrare che britti aveva una nuova compagna e che questa situazione poteva influire negativamente sulla cura del bambino. I filmati però hanno rivelato qualcosa di diverso: momenti privati del cantautore che parlava con un’altra donna, sollevando dubbi sull’uso corretto di quei materiali nel procedimento di separazione.
Intervento del giudice e apertura delle indagini della procura
La visione del materiale registrato ha portato il giudice a segnalare il caso alla procura di roma. La pm caterina sgrò ha aperto un fascicolo e ha condotto indagini sull’uso della baby-cam da parte della ex compagna di britti. Le accuse ufficiali rivolte a pravadelli riguardano l’interferenza illecita nella vita privata, come previsto dal codice penale. La donna è stata rinviata a giudizio e difesa dall’avvocata luisa de martino. Nei procedimenti è emerso anche un episodio precedente: britti era stato ascoltato come persona offesa nell’ambito di un’inchiesta sulla rete di cyber-spie chiamata equalize, dove il padre di nicole pravadelli, fulvio, figura tra gli indagati per aver tentato di ottenere informazioni riservate sull’artista, da usare nella battaglia legale con la figlia.
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La separazione e le difficoltà nella gestione della custodia del figlio
La relazione tra alex britti e nicole pravadelli si è conclusa nel 2019 senza un accordo stabile sulla custodia del figlio edoardo. Il bambino ha trascorso il suo tempo tra roma e milano mentre i genitori litigavano sulla gestione condivisa. Le tensioni sono sfociate in diversi procedimenti giudiziari. Nel 2022 la decisione di pravadelli di utilizzare la baby-cam come prova ha complicato ulteriormente la situazione, con l’effetto opposto a quello sperato. Gli avvocati di britti, alessia casinelli e gianluca tognazzi, assistono il cantante nella difesa del diritto alla privacy e nella richiesta che venga valutata la natura illegale di quelle riprese. La vicenda mette sui tavoli del tribunale più che una lotta per la custodia un caso di tutela della vita privata e dei confini della convivenza familiare.
“Questa storia evidenzia come la tecnologia possa complicare rapporti personali e legali.”