Il ministro della Cultura alessandro giuli ha illustrato i suoi progetti di riorganizzazione interna e di leggi di settore nel corso della serata finale di Passaggi Festival a Fano, tenutasi nel 2025. L’obiettivo principale è rendere il ministero più stabile e trasparente, valorizzando il cinema e le strutture culturali, per lasciare un’impronta duratura senza creare conflitti nella filiera.
Un cambio profondo nei ruoli apicali e nelle direzioni dei musei
Giuli ha spiegato che il rinnovamento della governance del Ministero della Cultura riguarda tutti i livelli, dai vertici fino alle direzioni dei musei. L’intento è sistemare le responsabilità e il funzionamento delle diverse sedi culturali sotto un unico coordinamento più chiaro. Questo passaggio mira a superare inefficienze e frammentazioni, che da troppo tempo rallentano processi decisionali e azioni concrete.
Punti chiave della riforma
Il ministro ha sottolineato che la riforma punta a definire con precisione compiti e funzioni, in modo da evitare sovrapposizioni e conflitti tra enti. Un’organizzazione più lineare dovrebbe agevolare la valorizzazione del patrimonio culturale e dei musei, oltre a migliorare la gestione delle risorse, già ora distribuite su molteplici fronti.
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La ristrutturazione include la creazione di codici specifici, come quello dello spettacolo e delle soprintendenze, che metteranno ordine in normative spesso obsolete o poco coordinate. Così si potrà garantire maggiore trasparenza e puntualità nelle attività ministeriali.
Un codice dello spettacolo e una riforma giusta per il cinema italiano
Tra le priorità di giuli si trovano anche le nuove norme per lo spettacolo e il cinema. L’idea di un codice dello spettacolo nasce dalla necessità di aggiornare regole e procedure che regolano eventi, rappresentazioni e produzioni filmiche. Questo provvedimento dovrà adattarsi al mondo contemporaneo dello spettacolo, oggi in forte evoluzione, senza penalizzare chi lavora con passione ma senza eccessivi mezzi.
Riforma per il cinema
Per quanto riguarda il cinema, il ministro ha annunciato una riforma che prevede criteri equi e selettivi. Il programma messo a punto vuole premiare film e registi capaci di qualità artistica e valore culturale, secondo standard chiari. La riforma cercherà inoltre di evitare che certi meccanismi burocratici o finanziari danneggino la catena produttiva, in particolare le piccole realtà indipendenti.
Con questi interventi, il ministero punta a garantire una maggiore tutela della filiera cinematografica, dalla creazione fino alla distribuzione, tutelando così i lavoratori e le imprese che contribuiscono al settore. Questa rivoluzione normativa, secondo giuli, lascerà un’eredità importante nella cultura italiana.
Un ministero della cultura più aperto e coordinato con gli altri enti pubblici
Giuli ha manifestato il desiderio di far diventare il ministero un ambiente più aperto e dialogante, coinvolgendo altri ministeri nelle attività culturali. Ha fatto esempi concreti di collaborazione, come quella in corso sul Piano Mattei, che riguarda la transizione energetica, e il Piano Olivetti, legato allo sviluppo digitale e formativo.
Questi collegamenti con i ministeri dell’Istruzione e dell’Università dovrebbero sostenere progetti comuni, unendo ricerca, formazione e salvaguardia del patrimonio. Il ministro ritiene importante costruire sinergie tra diversi ambiti di governo per garantire che la cultura venga percepita davvero come un bene condiviso.
La “stanza degli impagliati”
Il riferimento alla cosiddetta “stanza degli impagliati” indica il luogo storico e simbolico del ministero, dove giuli sogna di entrare ricordato come una persona concreta e silenziosa. La sua prospettiva è offrire servizi utili senza creare clamore, con una visione culturale estesa e orientata anche ai cittadini, non solo agli addetti ai lavori.
Aspettative sul mandato e progetti in corso
Nel confrontarsi con il giornalista paolo conti, il ministro ha ribadito di voler lasciare il ministero in condizioni migliori rispetto a quando ne è entrato. Vuole completare i lavori già iniziati dai predecessori e portare avanti una linea di riforme che renda stabile l’assetto istituzionale.
Giuli ha raccontato di aver lavorato senza cercare visibilità e di puntare a risultati concreti, più che a dichiarazioni roboanti. Il suo obiettivo resta dare continuità e chiarezza al ministero, senza rivoluzioni improvvise o cambi di rotta che possano confondere operatori e cittadini.
Tante delle iniziative descritte sono ancora in fase di definizione, ma il quadro disegnato durante il Passaggi Festival mostra un ministero impegnato ad affrontare scelte cruciali. Il cinema, i musei, le soprintendenze e lo spettacolo sono al centro di un percorso che prende avvio ora e avrà un impatto nel tempo.