Il caso di Alessandro Basciano, deejay accusato di stalking verso l’ex compagna Sophie Codegoni, subisce un nuovo sviluppo a causa della carenza di braccialetti elettronici. La Procura di Milano ha disposto una misura di sorveglianza per Basciano, ma l’applicazione del dispositivo risulta al momento impossibile. Il problema riguarda la reale disponibilità di slot per questi strumenti di controllo, già limitata in tutta Italia, e ora estesa anche al caso del dj.
La misura di sorveglianza disposta e il problema degli slot occupati
Alessandro Basciano, noto dj e musicista attivo anche all’estero, è stato destinatario di un provvedimento che prevede il braccialetto elettronico come misura di sorveglianza. Tuttavia, a Milano, tutti gli slot utili per l’installazione di questi dispositivi risultano già occupati per il mese in corso. La carenza di braccialetti elettronici ha prolungato liste d’attesa, favorendo un intasamento nel sistema di monitoraggio.
Secondo quanto riferito dalla Procura meneghina, non ci sono più posti disponibili presso il fornitore Fastweb, con cui vengono gestite le attivazioni mensili dei dispositivi. Questa situazione non coinvolge solo la città di Milano, ma rappresenta un problema diffuso nelle procure italiane. Il fenomeno è legato anche al recente aumento delle misure derivanti dalla legge sul Codice rosso, che ha aumentato il ricorso a strumenti di tutela per le vittime di violenza domestica e stalking.
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Il ministero della Giustizia è intervenuto in maggio con una circolare per cercare di contenere il problema, ma al momento la situazione resta critica. Anche figure pubbliche come Basciano si trovano a fare i conti con limiti concreti nell’attuazione delle misure restrittive, nonostante la gravità delle accuse e l’urgenza delle misure preventive.
Le origini del provvedimento e la conferma della cassazione
Il provvedimento a carico di Basciano nasce da accuse rivolte principalmente dalla sua ex compagna Sophie Codegoni, conosciuta al grande pubblico per la sua partecipazione al Grande Fratello Vip. Nell’aprile scorso la Cassazione ha confermato per il deejay il divieto di avvicinarsi alla modella a meno di 500 metri e di intrattenere qualunque tipo di comunicazione.
Questa decisione ha fatto seguito a un lungo iter giudiziario che ha visto coinvolti la Procura di Milano e il tribunale del Riesame. La gip Anna Magelli aveva disposto la scarcerazione di Basciano lo scorso novembre, dopo un arresto legato alle accuse di stalking. I magistrati Letizia Mannella e Antonio Pansa, titolari dell’inchiesta, hanno invece insistito per mantenere misure di prevenzione e controllo, di cui il braccialetto elettronico è parte.
La conferma dell’obbligo di distanziamento tra le parti rappresenta una risposta giudiziaria chiara alla denuncia di molestie, minacce e insulti riportata dalla Codegoni. Il dispositivo elettronico sarebbe quindi uno strumento di controllo in più rispetto ai divieti imposti, ma la sua mancata applicazione segna un punto critico nel perseguimento delle misure cautelari.
Indagini e testimonianze confermate dalla modella sophie codegoni
Sophie Codegoni ha collaborato con la Procura di Milano durante l’inchiesta contro Basciano, fornendo una testimonianza dettagliata sulle violenze psicologiche e sulle intimidazioni subite. La modella ventitreenne, sentita dagli inquirenti mesi fa, ha ribadito le minacce ricevute soprattutto nei messaggi via chat, facendo emergere un quadro di persecuzione costante.
Nel dicembre 2023 Codegoni presentò formale querela contro Basciano e ha sempre confermato di non voler ritrattare. La giovane ha sottolineato di non aver alcuna intenzione di ritirare la denuncia, confermando la volontà di proseguire con l’azione legale. Questi elementi stanno spingendo la Procura verso la chiusura delle indagini, mentre il lavoro degli inquirenti entra nella fase finale.
Le accuse di stalking coinvolgono, oltre al divieto di avvicinamento, anche episodi di comunicazioni moleste e comportamenti che hanno arrecato disagio a Codegoni. In mancanza del braccialetto elettronico si dovranno comunque assicurare controlli alternativi per evitare rischi e garantire la sicurezza della giovane.
Limitazioni strutturali nel sistema di controllo e impatto sulle misure cautelari
Il caso di Alessandro Basciano fa emergere problemi concreti nella gestione delle misure cautelari per reati contro la persona. I braccialetti elettronici rappresentano un supporto tecnico fondamentale per monitorare il rispetto delle prescrizioni giudiziarie, ma la loro disponibilità è limitata e, spesso, insufficiente rispetto alle richieste in corso.
La pressione sul sistema è cresciuta negli ultimi anni, soprattutto dopo l’approvazione di normative più rigide contro la violenza domestica, che hanno aumentato la domanda di dispositivi elettronici per la sorveglianza. La risposta tecnica deve fare i conti con tempi di attivazione, risorse economiche e tecnologie disponibili.
I ritardi nell’attribuzione dei dispositivi obbligano le procure a operare con mezzi alternativi o forme meno efficaci di controllo. I casi di cronaca recenti mostrano come questa mancanza possa rallentare l’applicazione di misure chiave, esponendo eventuali vittime a rischi maggiori. Gli enti responsabili stanno cercando soluzioni che migliorino la rapidità di risposta, ma la situazione attuale resta complicata.
Proseguire lungo questa strada significherà quindi valutare interventi concreti per potenziare questo tipo di strumentazioni e ridurre i tempi di attivazione, così da non compromettere l’efficacia delle restrizioni imposte dai tribunali. Nel frattempo, spesso si devono adottare controlli più tradizionali e risorse umane, con effetti limitati sulla sicurezza reale delle persone coinvolte.