Le elezioni in Albania si svolgono oggi con una sfida intensa tra il premier uscente edi rama e l’oppositore storico sali berisha. Rama punta a un quarto mandato, forte della sua promessa contro la corruzione e del percorso verso l’ingresso nell’Unione europea. Berisha, tornato in campo dopo un periodo di restrizioni giudiziarie, guida un’alleanza di opposizione compatta ma con scarse possibilità concrete di vittoria. In questo contesto, il voto della diaspora si presenta come possibile elemento decisivo.
La sfida elettorale tra edi rama e sali berisha
Al centro della competizione politica c’è edi rama, leader del partito socialista, primo ministro dal 2013. Rama basa tutta la sua campagna sul contrasto alla corruzione, un tema che ha dominato la scena politica degli ultimi anni in Albania. I suoi incontri pubblici, come quello tenutosi a piazza skanderbeg a Tirana lo scorso aprile, sono stati caratterizzati da riferimenti chiari all’Unione europea, con lo slogan “Albania 2030 nella UE”. Il premier vuole mostrare un paese moralmente rinnovato e pronto ad aderire all’Europa, richiamando l’attenzione sulle aperture di 16 capitoli negoziali avvenute negli ultimi sei mesi.
Sali berisha e l’opposizione
Dall’altra parte, sali berisha, storico esponente del partito democratico e figura chiave fin dalla fine del regime comunista, è tornato in pista dopo essere stato liberato dagli arresti domiciliari. Accusato a sua volta di corruzione, Berisha guida un’alleanza di opposizione chiamata “Alleanza per una magnifica Albania”. La coalizione è stata definita la più forte degli ultimi 32 anni, ma le previsioni non vedono un ribaltamento del potere in parlamento. Accanto a lui, però, resta il problema di alcuni alleati detenuti, come il presidente emerito ilir meta, arrestato per accuse di corruzione e riciclaggio nel 2024. Questa situazione pesa molto sul fronte delle opposizioni.
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Il peso della diaspora albanese nelle elezioni
Il voto della diaspora colpisce l’attenzione degli osservatori come possibile variabile imprevedibile. L’Albania ha infatti oltre 250mila elettori registrati all’estero, una cifra che potrebbe influire sugli equilibri parlamentari. In passato il voto degli albanesi residenti fuori dal territorio nazionale ha mostrato una partecipazione piuttosto bassa e frammentata, ma stavolta il clima politico e le tensioni in patria potrebbero mobilitare una fetta più ampia di elettori.
La diaspora è presente soprattutto in Italia, Grecia, e altri paesi europei, con nuclei importanti anche negli Stati Uniti. I candidati hanno cercato di coinvolgere questo elettorato, promettendo maggiori tutele e cercando di agganciare temi come l’integrazione europea e la lotta alla corruzione, puntando al radicamento delle comunità estere. Visti anche gli equilibri stretti in parlamento, il voto estero potrebbe determinare la vittoria o la sconfitta di uno dei fronti in corsa.
Nuove formazioni e il panorama parlamentare
Al momento il partito socialista gode di un vantaggio in parlamento con 76 seggi su 140, superando di cinque il numero necessario per la maggioranza. Rama controlla la scena politica anche grazie al forte consenso degli elettori sulla questione europea. Quasi l’80% degli albanesi sostiene l’adesione all’Unione europea, un dato che il governo sfrutta per consolidare la propria immagine.
Al voto si presentano, oltre ai partiti tradizionali, alcuni soggetti nuovi che possono incidere sui risultati. Il movimento Insieme rappresenta una formazione di sinistra nata nel 2022 e orientata a proporre alternative alle politiche dominanti. Dall’altro lato ci sono due liste centristi, Fare l’albania e Iniziativa , che si sono unite sotto la denominazione Opportunità . A guidare questa coalizione è agron shehaj, imprenditore ed ex deputato del partito democratico, che mira a intercettare l’elettorato moderato e indeciso. Questi soggetti rischiano di sottrarre voti alle due forze principali, complicando il quadro parlamentare e influenzando la formazione delle alleanze post-elettorali.
Scenari politici e strategie
Lo scenario politico rimane incerto soprattutto nell’ottica di eventuali strategie da parte dei partiti periferici che vuoi giocare un ruolo da ago della bilancia. Ma l’orientamento prevalente vede confermato edi rama alla guida del governo, almeno per ora. L’attesa è per il risultato ufficiale che darà nuova forma alla geografia istituzionale del paese e alle sue prospettive su scala europea.