Ogni anno il Santuario di San Gabriele dell’Addolorata, a Isola del Gran Sasso , ospita la festa e giubileo dedicati ai motociclisti. Questa volta l’evento assume un significato particolare: centinaia di appassionati di moto si riuniscono per manifestare un impegno concreto contro la violenza sulle donne. Tra loro trovano spazio figure insolite, come un vescovo e una suora in sella alle loro moto, guidando il corteo e dando corpo a un messaggio forte e chiaro.
Il vescovo e la suora motociclisti in prima linea
Monsignor Giulio Mencuccini, 79 anni, guida la manifestazione con una presenza fuori dal comune. Originario di Fossacesia , è stato missionario per quasi cinquant’anni in Indonesia ed è vescovo emerito della diocesi di Sanggau, nel Borneo occidentale. Da tempo appassionato di moto, ha deciso di mettersi in sella per partecipare attivamente alla giornata.
Al suo fianco c’è suor Giulia Leone, 44 anni, che prima di diventare suora passionista lavorava come tecnico alla Telecom. Ora dedica la sua vita a proteggere le donne vittime di violenza e potenzia il suo impegno anche con la passione per la motocicletta, diventando un simbolo di quella lotta che si traduce in azioni reali.
La sua Ducati rossa e grigia è più di un mezzo di trasporto: rappresenta la sua missione.
Un corteo di solidarietà che attraversa il teramano
La festa si svolge domenica 15 giugno, con partenza e arrivo al santuario. Alle 9:30 centinaia di motociclisti arriveranno da tutta Italia, formando una colonna che attraverserà la provincia di Teramo in un lungo corteo.
Il percorso prevede una pausa all’abbazia di Santa Maria di Ronzano, vicino a Castel Castagna, dove i centauri troveranno il benvenuto del sindaco Rosanna De Antoniis.
La tappa è pensata per creare momenti di dialogo e scambio, rafforzando la rete di sostegno anche a livello civico.
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Riti e memoria: la messa e la benedizione dei centauri
Il punto centrale della manifestazione è la celebrazione eucaristica prevista alle 12 all’interno del santuario. Monsignor Mencuccini presiederà la messa, durante la quale si svolgerà la benedizione dei motociclisti.
Questo momento unisce fede e passione in un gesto che valorizza la sicurezza e il rispetto sulle strade. La preghiera si rivolge anche a chi ha perso la vita in incidenti stradali, ricordando la fragilità umana e l’importanza di guidare con attenzione.
La santità del luogo acquista così un significato ancora più profondo, con la comunità che si riconnette attorno a un tema sociale di grande attualità.
L’impegno concreto contro la violenza sulle donne
Suor Giulia Leone si presenta come una testimone che non si limita a parole. La sua missione a bordo della moto è un modo di farsi vedere e farsi ascoltare, ma dietro c’è un lavoro quotidiano che coinvolge l’accoglienza e la tutela di chi ha vissuto violenze.
Il richiamo alla moto come strumento simbolico è efficace: sposta l’attenzione su una battaglia che attraversa molte realtà, anche fuori dai circuiti ecclesiastici.
L’evento, dunque, si trasforma in una piattaforma pubblica dove la solidarietà si esprime con concretezza, contribuendo a costruire legami fra sacro e società civile, fede e lotta sociale.
L’appuntamento di Isola del Gran Sasso raccoglie così motori, fede e voci che vanno nella stessa direzione.
Monsignor Mencuccini e suor Giulia sono la guida di un corteo che vuole lasciare un segno tangibile sulla strada, e ben oltre.