Un ragazzo di 25 anni ha denunciato di essere stato aggredito per motivi omofobi nel centro di Roma. L’episodio è avvenuto in una delle vie più frequentate della città e ha fatto scattare un’indagine da parte delle forze dell’ordine. Il giovane ha riportato un trauma al volto, con una prognosi di venti giorni.
La denuncia ai carabinieri: cosa è successo in corso Vittorio
Il 14 settembre, il 25enne si è presentato dai carabinieri della stazione Prati per raccontare quanto accaduto poco prima nel cuore della Capitale. Secondo la sua versione, tutto è iniziato con insulti a sfondo omofobo che sono presto degenerati in violenza. Durante un alterco in corso Vittorio Emanuele, uno degli assalitori gli ha sferrato un pugno in faccia.
Il giovane ha spiegato che prima del colpo ci sono stati insulti legati al suo orientamento sessuale. L’aggressione è avvenuta in una zona molto frequentata, con traffico e passanti, cosa che ha subito attirato l’attenzione sulla gravità dell’episodio.
Le cure e la prognosi: un trauma serio ma non grave
Dopo l’aggressione, il ragazzo ha chiesto aiuto ed è stato portato in ospedale. I medici hanno diagnosticato un trauma contusivo al volto, con una prognosi di venti giorni. I certificati medici sono fondamentali per l’inchiesta, perché confermano la violenza subita.
Le cure sono state efficaci e hanno evitato complicazioni, ma il referto conferma che per qualche tempo il giovane non potrà svolgere tutte le sue attività abituali. Nel frattempo, le autorità stanno ricostruendo con attenzione quanto successo e cercano di identificare chi ha colpito.
Indagini in corso, le forze dell’ordine al lavoro
I carabinieri della stazione Prati hanno preso in carico la denuncia e stanno cercando testimoni e immagini che possano aiutare a far luce sull’aggressione. L’obiettivo è capire bene la dinamica e confermare il movente legato all’orientamento sessuale della vittima.
Corso Vittorio Emanuele è una zona molto frequentata da residenti e turisti, per questo l’episodio ha suscitato preoccupazione nella comunità. Le forze dell’ordine stanno ascoltando diverse persone e analizzando filmati per ricostruire i fatti con precisione. Si punta a garantire che chi ha commesso questa violenza risponda davanti alla legge.