Un episodio grave avvenuto nell’ottobre 2023 nel comune di Saviano ha portato all’arresto di cinque persone tra cui una donna. La vittima, aggredita e minacciata, si stava recando a un’asta giudiziaria per la vendita di un terreno, quando è stata presa di mira con violenza. Gli investigatori del nucleo dei carabinieri di Castello di Cisterna hanno agito dopo una lunga attività investigativa, seguendo le direttive della procura di Nola.
L’aggressione di ottobre 2023 e la denuncia della vittima
I fatti risalgono a ottobre 2023, quando l’uomo si stava recando presso lo studio di un curatore fallimentare preposto all’asta del terreno a Saviano. Nel tragitto è stato brutalmente picchiato e minacciato di morte per strada. L’episodio è avvenuto sotto gli occhi di passanti, ma è stato grazie alla denuncia presentata dalla vittima che si è avviata l’attività investigativa.
La vittima ha raccontato con precisione la dinamica e le minacce ricevute, fornendo elementi utili a incastrare i presunti aggressori. Da quel momento la procura di Nola ha incaricato i carabinieri di approfondire il caso, che ha assunto rilievo per le modalità violente e il contesto in cui si è sviluppato: la vendita all’asta di un bene immobiliare.
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L’indagine delle forze dell’ordine: intercettazioni e videosorveglianza
Le indagini si sono concentrate su un gruppo di persone legate all’ex proprietario del terreno coinvolto nell’asta. I militari del nucleo investigativo di Castello di Cisterna hanno eseguito intercettazioni telefoniche e hanno analizzato immagini di videosorveglianza, elementi che hanno permesso di ricostruire in modo dettagliato i fatti.
Attraverso la raccolta di queste prove è emerso un quadro chiaro, nel quale i cinque indagati, quattro uomini e una donna, sono identificati come i responsabili dell’aggressione e dei reati contestati. Il gruppo avrebbe agito con l’intento di ostacolare la libera partecipazione all’asta e di influenzare il risultato della procedura giudiziaria.
Le accuse contestate riguardano varie fattispecie penali: turbata libertà degli incanti, tentata estorsione, bancarotta fraudolenta patrimoniale, calunnia e favoreggiamento personale. Tutti reati commessi ai danni della vittima, coinvolta direttamente nella procedura.
La frode societaria dietro l’impresa fallita
Durante le investigazioni è emerso un dettaglio significativo: uno degli indagati aveva dichiarato fallita la sua società, ma continuava in realtà a esercitare la stessa attività attraverso un’altra impresa, dichiarata formalmente di proprietà di terzi. Questo tipo di operazione rientra nella bancarotta fraudolenta patrimoniale, un reato grave che nasconde manovre per svuotare i beni aziendali e nascondere le reali attività.
La procura di Nola ha messo in luce questa dinamica, sottolineando come l’indagato avesse impiegato società di comodo per mascherare la continuità dell’attività commerciale dopo il fallimento formale.
Esecuzione delle misure cautelari e situazione degli indagati
A seguito del quadro probatorio raccolto è stata emessa un’ordinanza cautelare personale dal gip del tribunale di Nola, su richiesta della procura. Questa mattina il nucleo investigativo dei carabinieri di Castello di Cisterna ha dato esecuzione all’ordinanza.
Uno degli indagati è stato portato nel carcere di Napoli Poggioreale, mentre gli altri quattro, compresa una donna, sono finiti agli arresti domiciliari. Le accuse a loro carico restano gravi e riguardano i reati sopra elencati.
Le forze dell’ordine hanno agito con attenzione per garantire la sicurezza di chi aveva subito l’aggressione e per tutelare la regolarità della procedura giudiziaria di asta. Sul caso continua a vigilare la procura con attenzione.