Un episodio di violenza ha scosso il carcere Due Plazzi di Padova, dove un detenuto ha aggredito due agenti della polizia penitenziaria. L’attacco ha causato il ferimento di uno degli agenti, che ha ricevuto 29 giorni di prognosi dai medici. La vicenda ha riacceso il dibattito sulle condizioni all’interno degli istituti penitenziari, sulla sicurezza del personale in servizio e sulla gestione dei detenuti con particolari profili, tra cui quelli con problemi psichiatrici o stranieri.
Dettagli dell’aggressione e le condizioni del personale colpito
L’episodio è avvenuto nel secondo blocco B del carcere Due Plazzi a Padova dove un detenuto straniero ha scagliato contro due agenti del pane indurito. L’ispettore di servizio è stato colpito per primo e ha dovuto ricevere cure mediche, con una prognosi di 29 giorni. Durante lo scontro un altro agente è stato minacciato con una lametta senza però riportare ferite. Il detenuto è noto alle autorità per precedenti episodi di minacce, resistenza e aggressioni contro il personale di polizia penitenziaria.
Il segretario per il Triveneto del sindacato autonomo polizia penitenziaria, Giovanni Vona, ha denunciato la situazione definendo incomprensibile il fatto che un individuo con questo comportamento continui a rimanere nello stesso istituto. La presenza di detenuti con una storia di violenze e resistenze nel carcere solleva interrogativi sulle misure di sicurezza e sulle decisioni degli organi preposti alla gestione dell’istituto.
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Richieste di intervento e tutela del personale di polizia penitenziaria
Donato Capece, segretario generale del sindacato Sappe, ha espresso forte preoccupazione per le condizioni psicofisiche degli agenti penitenziari, stanchi e provati da continui attacchi. Ha chiesto misure urgenti per proteggere il personale in servizio e ha sottolineato la necessità di dotare gli agenti di strumenti efficaci per difendersi, citando in particolare il taser come possibile soluzione.
Il sindacato sollecita anche un’attenzione maggiore da parte delle istituzioni sulle difficoltà legate alla gestione dei detenuti, specie quelli stranieri e con problemi psichiatrici. Capece ha evidenziato come la presenza di queste categorie all’interno delle carceri abbia contribuito ad un aumento degli episodi critici. Secondo lui è indispensabile rivedere le strategie di controllo e trattamento di queste persone per evitare un ulteriore peggioramento della situazione.
La questione dei detenuti stranieri e il problema dei soggetti psichiatrici nelle carceri
Il carcere di Padova non è isolato nel confronto di un fenomeno che coinvolge molti istituti penitenziari italiani. La compresenza di detenuti stranieri e di persone con disturbi psichiatrici, specie dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari , ha creato situazioni di difficile gestione. Gli animatori sindacali chiedono interventi concreti su questi fronti per garantire sicurezza e ordine.
Un aspetto che viene sottolineato riguarda la necessità di potenziare le procedure di espulsione e rimpatrio dei detenuti stranieri, in modo che possano scontare le pene nei loro paesi di origine. Questo contribuirebbe a contenere la crescita del numero di detenuti stranieri negli istituti italiani, alleggerendo la pressione sui responsabili della gestione carceraria.
Problemi ancora irrisolti e richieste urgenti
Le autorità non hanno ancora trovato una soluzione definitiva per questi problemi, che provocano un continuo aumento di episodi violenti. Si tratta di un punto critico che richiede attenzione e risposte rapide, viste le ricadute sia sulla sicurezza interna che sul benessere degli agenti penitenziari.