Un episodio di violenza verificatosi in un’area di sosta lungo la Milano-Laghi ha acceso un dibattito sulle motivazioni che avrebbero scatenato la rissa. La famiglia coinvolta, di origine francese ed ebrea, ha parlato di un’aggressione a sfondo razziale e religioso. Tuttavia, l’avvocato che difende alcuni dei presunti aggressori presenta una versione alternativa, sottolineando dinamiche ben diverse e querelando la parte opposta per i danni subiti dai suoi assistiti.
Contestazioni sulle accuse di odio etnico e religioso
Secondo l’avvocato federico battistini, le persone da lui rappresentate non hanno agito per motivi di odio etnico, religioso o razziale. Al contrario, sostiene che la parte offesa, un cittadino francese, avrebbe rivolto gesti e parole offensive di stampo razzista e sessista nei confronti di una compagnia di origine palestinese presente sul luogo. Battistini parla di una versione dei fatti “parziale e tendenziosa” fornita dal querelante, a cui è stata già notificata una denuncia per le lesioni riportate dai suoi assistiti.
Le persone assistite dall’avvocato si sono rivolte al pronto soccorso, dove sono stati rilevati traumi cranici e contusioni da percosse, elementi che rafforzano la tesi di una violenza reciproca e non unilaterale. L’avvocato sostiene che la dinamica dell’accaduto si discosta nettamente dall’ipotesi di un’aggressione motivata da odio etnico o religioso.
Il profilo sociale dei presunti aggressori
Il legale spiega che i suoi assistiti sono italiani nati e cresciuti nel paese, inseriti in una realtà sociale dove non esistono legami con gruppi che promuovono l’odio. Al contrario, queste persone collaborano attivamente con individui di diverse nazionalità e fedi religiose, tra cui anche ebrei, per contrastare ogni violenza e discriminazione.
Battistini sottolinea che la ferma condanna verso i massacri in corso nella striscia di Gaza è coerente con il principio di rispetto e convivenza che ispira i suoi clienti. Questi aspetti mirano a smentire la ricostruzione che vorrebbe i suoi assistiti come esponenti di sentimenti antisemiti o discriminatori.
Richiesta di tutela per i presunti aggressori e appello alla collaborazione tra comunità in conflitto
L’avvocato battistini punta l’attenzione sulle conseguenze delle accuse rivolte ai suoi clienti. Le etichette di antisemitismo e le immagini diffuse sui social hanno causato un danno grave, esponendo le persone coinvolte e le loro famiglie a rischi per la loro sicurezza personale.
Per proteggere i suoi assistiti, ha richiesto la rimozione o, almeno, l’oscuramento dei volti nei video caricati online. Battistini evidenzia anche la volontà di queste persone di promuovere una collaborazione pacifica tra comunità ebraica e palestinese, in un momento di profondo dramma per entrambe. Il legale presenta questa posizione come un invito a superare il conflitto e evitare che le accuse non fondate alimentino ulteriori tensioni.
Narrazioni contrapposte e ruolo della giustizia
Così si delinea una vicenda che va oltre la cronaca ordinaria, mettendo in luce come le narrazioni contrapposte influenzino la percezione dell’evento e le sorti delle persone coinvolte. Opsioni diverse si scontrano tra voci, testimonianze e prove mediche, con la giustizia chiamata a far chiarezza sui fatti e a tutelare chiunque sia stato realmente vittima di violenza.