La provincia siriana di Suwayda, teatro di recenti scontri violenti tra comunità drusa e beduina, ha visto un picco di violenze con più di 700 morti in pochi giorni. La presidenza siriana ha annunciato un’intesa con israele per porre fine alle ostilità, cercando di arginare la crisi nella regione meridionale, zona finora poco coperta dai riflettori internazionali. Il nuovo accordo segna un tentativo di affidare una tregua duratura in un’area dove la tensione etnica e sociale ha provocato una emergenza umanitaria.
La tregua annunciata dal presidente ahmed al-sharaa nella provincia di suwayda
Il presidente siriano ahmed al-sharaa ha comunicato un cessate-il-fuoco immediato e totale, dopo giorni di scontri che hanno causato più di 710 morti e circa 80.000 sfollati nella provincia di suwayda. La regione è a maggioranza drusa, ma ospita anche una significativa presenza cristiana coinvolta nel conflitto. La presidenza ha emesso una nota ufficiale invitando tutte le parti a rispettare la tregua e a fermare ogni violenza nel territorio siriano.
Nel testo si sottolinea che qualsiasi violazione sarà considerata un’offesa alla sovranità nazionale. L’annuncio segue settimane di tensioni crescenti tra comunità locali, con un contesto di insicurezza e caos. Le misure di pace puntano a fermare la spirale di attacchi e ritorsioni, evitando ulteriori perdite civili e danni alla popolazione.
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Il governo siriano ha mostrato un impegno concreto convocando le forze di sicurezza interne a presidiare il territorio. Lo scopo principale resta la protezione dei civili, duramente colpiti nell’ultimo periodo. Questi sviluppi aprono una strada verso la normalizzazione in una zona finora segnata da divisioni e violenze interne.
Gli sviluppi dopo l’annuncio degli stati uniti e le mosse di israele
Gli Stati Uniti hanno reso noto un accordo di pace tra siria e israele, pochi giorni dopo un pesante bombardamento israeliano su damasco, che ha colpito anche il quartier generale dell’esercito siriano. Precedentemente israele aveva espresso opposizione alla presenza dell’esercito governativo siriano nelle aree limitrofe a suwayda.
Al risveglio dell’annuncio, le forze di sicurezza siriane si sono mosse rapidamente nella provincia di suwayda per mettere ordine e limitare il caos. Il portavoce del ministero dell’Interno siriano, noureddine al-baba, ha dichiarato che il dispiegamento mira a proteggere la popolazione e a ristabilire la calma nel territorio.
La situazione rappresenta una tappa importante nella gestione del conflitto, con israele che assume un ruolo più moderato rispetto a prima, e con l’ingresso diretto delle autorità siriane nel controllo del territorio conteso. Il cambiamento di assetto militare è funzionale a un equilibrio delicato tra le diverse forze in campo, anche in vista di affrontare le questioni interne più urgenti.
La crisi umanitaria che gravità su suwayda e le condizioni della popolazione locale
Suwayda sta vivendo una crisi umanitaria acuta. Le infrastrutture di base sono compromesse. Mancano acqua, elettricità e connessione a internet, impedendo alla popolazione di comunicare con l’esterno o procurarsi beni essenziali. Le organizzazioni della società civile hanno lanciato l’allarme sulle condizioni drammatiche, chiedendo l’apertura di corridoi umanitari per portare aiuti.
Il rifornimento di generi alimentari è bloccato. I negozi sono vuoti, i forni chiusi e il pane introvabile nelle strade. L’ospedale pubblico è in condizioni critiche, sopraffatto dalle emergenze e privo di forniture mediche vitali. Senza il carburante per i generatori e le medicine, non si riesce a curare né i feriti delle violenze né gli ammalati tra i civili.
La popolazione locale vive in uno stato di emergenza continua, in cui la sopravvivenza quotidiana è incerta. Gli sfollati si moltiplicano nelle aree vicine, creando pressione anche su risorse limitate altrove. Le associazioni umanitarie insistono su un intervento urgente da parte delle autorità internazionali per fermare l’aggravarsi della crisi sanitaria e sociale.
Le richieste di onu per indagini sui violenze e rispetto dei diritti umani
Le Nazioni Unite hanno preso posizione tramite volker türk, alto commissario per i diritti umani, che ha chiesto indagini indipendenti, trasparenti e rapide sulle uccisioni avvenute nel sud della siria. Türk ha richiamato alla responsabilità i protagonisti della violenza, sottolineando che i responsabili devono rispondere dei loro atti davanti alla giustizia.
Nel comunicato diffuso a ginevra si ribadisce la necessità di fermare subito lo spargimento di sangue e assicurare la protezione delle persone secondo il diritto internazionale. Türk ha evidenziato che la vendetta non porta a soluzioni durature, anzi rischia di alimentare nuove tensioni.
Questi richiami internazionale puntano a scongiurare un vero e proprio ciclo di violenze, facendo pressione sulle autorità locali per che adottino misure immediate di sicurezza e rispetto dei diritti. L’attenzione dell’onu resta alta su suwayda e le zone collegate, per monitorare gli sviluppi e intervenire se servirà, in difesa della popolazione civile.