La regione Abruzzo ha ufficializzato un’intesa con il centro per la giustizia minorile per Lazio, Abruzzo e Molise. L’obiettivo è garantire la salute fisica e mentale dei minori e giovani adulti seguiti dai servizi minorili della giustizia, che siano privati o limitati nella libertà personale o coinvolti in procedimenti penali. L’accordo definisce ruoli precisi tra istituzioni sanitarie e servizi sociali per assicurare interventi mirati e assistenza continua.
Un modello organizzativo per la salute dei minori in carico alla giustizia
Il protocollo approvato dalla giunta regionale su impulso dell’assessore alla salute Nicoletta Verì introdurrà un modello organizzativo specifico. In questo sistema sono coinvolte le ASL, i servizi sociali territoriali e quelli della giustizia minorile. Ognuno agisce per competenze definite in modo da garantire assistenza sanitaria e supporto familiare ai ragazzi seguiti dai servizi. L’intervento parte dall’accoglienza e arriva fino ai percorsi terapeutici nelle comunità presenti sul territorio abruzzese. Queste azioni devono rispettare tempi certi: entro 24 ore dall’ingresso nelle strutture viene garantita una visita medica per valutare le condizioni dei minori. La rete sanitaria si impegna quindi a intervenire con le proprie strutture territoriali e ospedaliere, anche fornendo assistenza farmaceutica necessaria.
I destinatari e le strutture coinvolte nell’accordo
Il protocollo si rivolge in particolare ai minori accolti presso il centro di prima accoglienza e l’istituto penale per i minorenni dell’Aquila. Oltre a questi istituti, le comunità socio-educative e terapeutiche che operano sul territorio abruzzese avranno un ruolo diretto nelle attività previste dall’intesa. Il coinvolgimento di queste strutture consente di estendere la presa in carico anche fuori dagli istituti penitenziari, coprendo vari livelli di assistenza. Attraverso staff multidisciplinari, composti da medici, psicologi e infermieri, verranno progettati percorsi dedicati per rispondere alle esigenze sanitarie e di sostegno psicologico di ciascun ragazzo.
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Le equipe multidisciplinari e la presa in carico interistituzionale
Uno dei cardini dell’accordo è la formazione di equipe multidisciplinari che lavorano in sinergia. Questi gruppi di lavoro riuniscono competenze sanitarie e sociali in modo da valutare e rispondere a bisogni complessi. La presa in carico coinvolge salute e giustizia minorile, con procedure precise per assicurare interventi entro tempi rapidi. L’integrazione delle ASL con i servizi della giustizia minorile consente di garantire l’accesso alle visite mediche e ad altri trattamenti, oltre all’erogazione di farmaci in tempi utili. Ogni fase del percorso prevede un coordinamento costante tra le diverse realtà territoriali.
Le parole dell’assessore verì sull’accordo regionale
Nicoletta Verì, assessore alla salute, ha sottolineato l’importanza di questo passaggio formale. La regione ha recepito le linee guida nazionali e ha definito con chiarezza i ruoli dei diversi soggetti impegnati. “L’azione mira a offrire una risposta concreta ai minori in stato di limitazione della libertà e a chi affronta procedimenti penali.” L’impegno riguarda sia l’assistenza sanitaria sia il supporto familiare, mettendo a disposizione strutture regionali e servizi sociali. L’assessore ha evidenziato che il provvedimento è un dovere istituzionale verso soggetti fragili, per assicurare loro tutela e trattamento adeguato.
Durata dell’intesa e controllo sull’applicazione dell’accordo
L’accordo firmato avrà una durata quinquennale e prevede un sistema di monitoraggio. La supervisione sarà affidata all’osservatorio permanente sulla sanità penitenziaria, organismo regionale presente dal 2008. Recentemente l’osservatorio ha incluso rappresentanti del dipartimento lavoro e sociale della regione, rafforzando la sua composizione. Tra i compiti dell’osservatorio rientra proprio la verifica delle attività legate alla giustizia minorile, con particolare attenzione al rispetto dei diritti e all’efficacia degli interventi sanitari. Questo meccanismo di controllo mira a garantire continuità e qualità nelle prestazioni offerte ai ragazzi coinvolti.
Il commento della garante dei detenuti sulla tutela dei diritti dei minori
Monia Scalera, garante dei detenuti, ha giudicato favorevolmente il protocollo sottoscritto. Ha definito l’intesa un passo importante per la protezione reale dei minori soggetti a misure restrittive. Scalera ha ricordato che “garantire un accesso tempestivo e adeguato ai servizi sanitari e psicosociali non è solo un obbligo legale, ma anche un dovere morale.” Secondo la garante, solo un approccio integrato e multidisciplinare può favorire il recupero e il reinserimento dei ragazzi nel rispetto della loro dignità. Le sue dichiarazioni evidenziano la centralità di questi interventi per tutelare giovani in situazioni di difficoltà.