La regione Abruzzo ha annunciato un aumento delle tariffe per il trasporto pubblico locale, suscitando proteste tra i cittadini e i sindacati. Dopo l’incremento dell’Irpef regionale che ha gravato sui contribuenti per coprire i deficit sanitari, ora tocca ai pendolari e agli utenti dei mezzi pubblici affrontare un caro biglietti, mentre la qualità del servizio peggiora in modo evidente, specie nelle zone interne come il Vastese. Le criticità si sommano a disagi nei collegamenti ferroviari e delle corse nei giorni festivi. Intanto, emergono proposte concrete per migliorare il sistema, in attesa di un intervento deciso delle istituzioni.
Il rincaro delle tariffe e il peggioramento dei servizi pubblici in abruzzo
Negli ultimi mesi la regione Abruzzo ha aumentato l’imposta regionale sulle persone fisiche per tentare di recuperare risorse utili a sostenere una sanità che presenta ancora molte lacune. Ora, senza alcun allentamento della pressione fiscale né un miglioramento dei servizi, si registra un aumento anche nelle tariffe del trasporto pubblico locale . I cittadini si trovano, quindi, a pagare di più per un servizio che non migliora ma anzi sembra deteriorarsi.
Trasporto pubblico nell’entroterra vastese
Il trasporto nell’entroterra Vastese rappresenta un caso emblematico. L’azienda pubblica T.U.A. garantisce corse ridotte, con notevoli assenze di collegamenti durante i fine settimana e i giorni festivi. In buona parte dei casi i mezzi non coprono neanche il sabato. Inoltre gli orari non sono sincronizzati con quelli dei treni, cosicché l’utenza si trova spesso a dover scegliere l’auto privata perché il mezzo pubblico appare poco pratico o poco disponibile nei momenti di necessità.
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Il peggioramento del servizio sembra essere noto alla regione, che non ha proposto soluzioni efficaci, preferendo invece approvare l’aumento dei prezzi. Alla luce di ciò, non solo i disagi si intensificano, ma cresce anche la fuga verso opzioni come il trasporto privato o il ricorso a strutture sanitarie fuori dal servizio pubblico, soprattutto nelle aree meno servite. Questo fenomeno suggerisce una gestione poco attenta alle reali esigenze dei cittadini.
Criticità del tpl nel sud abruzzo e il ruolo delle aziende pubbliche e private
Nel sud Abruzzo il trasporto pubblico locale è quasi inesistente, con aree poco coperte dal servizio regionale offerto da T.U.A. Le corse assenti nei giorni festivi e nei fine settimana rendono molto difficile spostarsi senza un’auto privata, soprattutto per chi vive nei paesi dell’entroterra. L’interazione tra treni e autobus resta disorganizzata, con coincidenze raramente pensate per connettere i vari mezzi e assicurare continuità agli spostamenti.
Sanità pubblica e ricorso al privato
Mentre in alcune zone la sanità pubblica mostra limiti evidenti, il ricorso a strutture private è in crescita. Questo fenomeno si riflette anche nel trasporto, dove le carenze del servizio pubblico spingono a cercare alternative meno onerose in termini di tempo, anche a fronte di costi più elevati come quelli imposti dalle nuove tariffe.
Il rischio è un progressivo allontanamento dei cittadini dai servizi pubblici, che alimenta un circolo vizioso: meno utilizzatori, meno risorse per mantenere le corse, nuove chiusure e aumenti, fino a rendere il TPL un’opzione poco concreta. Questo scenario richiede una revisione delle scelte della regione e un investimento mirato, senza ulteriori aggravi sulle tasche della gente.
Possibili soluzioni per migliorare il sistema e favorire l’uso del trasporto pubblico
Diverse proposte emergono da sindacati e associazioni, capaci di suggerire strumenti concreti per rendere meno pesante l’accesso al trasporto pubblico e migliorare la sua efficienza. La creazione di bacini di utenza omogenei, collegati da un unico biglietto, potrebbe facilitare gli spostamenti su più mezzi con una sola tariffa. In altre regioni tale sistema ha incentivato la mobilità senza aumentare i costi complessivi per chi viaggia.
Abbonamenti combinati e sinergia tra mezzi
Un’altra idea riguarda l’introduzione di abbonamenti combinati tra treno e autobus, con sconti dedicati che favoriscano chi usa entrambi i mezzi. La T.U.A., che ha a disposizione anche linee ferroviarie, potrebbe assumere un ruolo più coordinato, garantendo coincidenze funzionali e orari sincronizzati.
Il collegamento delle zone pedemontane attraverso sedi distrettuali che facilitino il cambio tra corse e stagioni meno servite è un’altra strada da percorrere. Per esempio, nei giorni festivi si potrebbero introdurre corse sostitutive mirate. Infine, si suggerisce l’adozione di biglietti collettivi, validi per piccoli gruppi e più giorni, con prezzi ridotti. Questo tipo di offerta, già attiva in paesi come la Germania, incrementa l’attrattiva del mezzo pubblico per i gruppi familiari o di amici e aumenta il flusso di utenti.
La risposta dei sindacati e la richiesta di mobilitazione
Domenico Ranieri, esponente della confederazione COBAS per le province di Chieti e Pescara, ha espresso una dura critica verso le scelte della regione. Ha sottolineato come gli aumenti registrati nelle tariffe del TPL non siano giustificati, dato il peggioramento percepito del servizio soprattutto nelle aree meno coperte. Ranieri ha invitato i sindacati del settore trasporto pubblico locale a dichiarare lo stato di agitazione, per ostacolare una politica che, a suo giudizio, penalizza i cittadini più fragili.
La richiesta di sostegno è aperta, infatti il COBAS ha dichiarato la propria disponibilità a sostenere eventuali iniziative di protesta. Secondo il rappresentante sindacale, senza un confronto reale e impegni concreti, la regione proseguirà con nuovi aumenti, aggravando ulteriormente la situazione dei residenti soprattutto in chi vive nelle zone interne e meno collegate.
La tensione resta alta e le scelte future della regione Abruzzo determineranno il destino del trasporto pubblico locale e la sua accessibilità, temi cruciali per la qualità della vita di migliaia di persone.