a venezia arriva Changes, spettacolo della biennale diretto da Thomas Ostermeier al teatro Goldoni

a venezia arriva Changes, spettacolo della biennale diretto da Thomas Ostermeier al teatro Goldoni

Lo spettacolo Changes di Maja Zade, diretto da Thomas Ostermeier e interpretato da Anna Schudt e Jorg Hartmann al teatro Goldoni della Biennale di Venezia, esplora in una giornata le trasformazioni di Nina e Mark tra ruoli sociali, tensioni familiari e ironia metateatrale.
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"Changes" di Maja Zade, diretto da Thomas Ostermeier e presentato alla Biennale di Venezia, è uno spettacolo che esplora in una giornata la complessità di una coppia sposata da vent’anni, attraverso rapidi cambi di ruolo e costumi, unendo realismo e ironia in una messinscena minimalista e coinvolgente. - Gaeta.it

Lo spettacolo Changes di Maja Zade, presentato alla Biennale di Venezia, si distingue per la regia di Thomas Ostermeier e le interpretazioni degli attori. Ambientato in un arco temporale di una sola giornata, mostra le trasformazioni nella vita di una coppia sposata da vent’anni. Ogni scena invita a osservare il gioco dei ruoli tra i protagonisti, alternando situazioni intime e momenti ironici, con una struttura che coinvolge il pubblico attraverso continui cambi di costume e una messinscena sobria. Nel teatro Goldoni lo spettacolo suscita interesse per il modo in cui affronta tematiche di relazione e cambiamento.

La trama: una giornata nella vita di una coppia tra normalità e tensioni nascoste

Changes si concentra su Nina e Mark, una coppia che vive insieme da vent’anni. L’azione si svolge in una giornata che mette a dura prova entrambi, mostrando ciò che si nasconde dietro la routine quotidiana. La narrazione si apre su una scena tipica: colazione con caffè e toast, seguita da conversazioni apparentemente leggere ma che celano crepe emotive. Nonostante il titolo, le tensioni e le problematiche che emergono sembrano sfumare nel finale, quando la coppia si rifugia nella consuetudine serale, davanti a una serie tv e un dolce, a nascondere i contrasti della giornata.

Il racconto segue un filo di realismo leggero e dialoghi semplici che lentamente rivelano difficoltà e disagi. Il testo di Maja Zade si presta a un approfondimento sul rapporto umano e sulle strategie usate per mantenere un equilibrio di facciata. la leggerezza che pervade la scrittura, ricorda in parte lo stile di sei personaggi in cerca d’autore per il modo in cui la realtà si frammenta nel gioco di maschere e ruoli. Questo meccanismo nasce anche dall’uso di frequenti cambi d’abito e parrucche, con un effetto metateatrale che rompe la quarta parete.

Messinscena e regia: dalla Schaubühne di berlino a venezia con pochi elementi di scena

La produzione della Schaubühne di Berlino porta al teatro Goldoni la firma di Thomas Ostermeier, regista che collabora con questo teatro dal 1999. Qui il linguaggio scenico punta su una sobria presenza. L’arredamento minimal include pochi oggetti di scena, soprattutto interni borghesi, e un attaccapanni da cui i protagonisti prendono i vari costumi. I vestiti sono curati da Nehle Balkhausen e permettono di costruire con rapidità i numerosi personaggi, in un tempo che ricorda lo stile di un artista come Fregoli, noto per cambi d’immagine fulminei.

Ostermeier usa questi cambi frequenti per distanziare lo spettatore dalla drammaticità, introducendo una vena di umorismo attraverso l’ironia dei travestimenti. Non c’è un movimento che proponga azioni intense, ma un continuo susseguirsi di figure e alter ego che inquietano con leggerezza. Quando i protagonisti parlano al pubblico o commentano i sottotitoli in italiano, si crea una relazione diretta con la platea.

L’elemento visivo si sposa con un ritmo teatrale serrato. Magda Willi ha curato la scenografia, dando uno spazio essenziale che focalizza l’attenzione sugli attori e sul testo. Questa scelta registica mantiene alta la tensione emotiva pur evitando affollamenti in scena.

I personaggi multipli e i temi sociali: tra politica, lavoro e relazioni private

Nina e Mark impersonano ben 21 ruoli durante lo spettacolo. Apertura in cui si incrociano figure distinte, da insegnanti e studenti a personaggi che sfiorano l’assurdo, come un elefante allo zoo. Questi passaggi mostrano la versatilità degli interpreti e danno un senso al titolo Changes, legato non solo alla coppia ma anche ai ruoli sociali e personali.

Nina è una politica attiva, impegnata a difendere un centro antiviolenza dalle mire speculative. Questo impegno si lega a un tentativo di ricatto basato sulle difficoltà personali del marito. Mark, dopo un burnout, cerca un nuovo percorso come insegnante elementare. La sua fatica nel mantenere la sobrietà si scontra con rapporti complicati a scuola, mentre nel privato affronta le conseguenze di due aborti e l’assenza di figli. Questa dimensione familiare resta spesso in ombra ma condiziona ciò che accade in casa.

La tensione tra lavoro, impegni sociali e vita privata attraversa lo spettacolo, senza diventare mai troppo pesante o drammatica. Le relazioni si assottigliano tra battute e silenzi, segni di un legame che prova a tenersi insieme sotto le pressioni esterne.

Il valore delle interpretazioni: anna schudt e jorg hartmann in prova continua

Gli attori Anna Schudt e Jorg Hartmann reggono il ritmo serrato dello spettacolo con un lavoro fisico e vocale intenso. Essi passano rapidamente da un ruolo all’altro, mantenendo freschezza e attenzione. Hartmann, in particolare, inserisce momenti di distacco parlando col pubblico, offrendo anche spunti comici legati alla recitazione stessa e ai sottotitoli.

La prova dei due si spinge fino a creare empatia, pur in una messinscena che evita il sentimentalismo. La capacità di reggere ruoli anche molto diversi tra loro e passare rapidamente da un personaggio all’altro supporta la regia di Ostermeier, che predilige aspetti di teatro nel teatro e un’osservazione riflessiva sulle abitudini degli esseri umani.

Lo spettacolo è stato accolto con applausi robusti, a testimonianza di una messa in scena che nella sua semplicità raggiunge l’obiettivo di coinvolgere e far pensare.

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