L’operazione svolta nei fondali della zona della Sacchetta a Trieste ha portato alla luce una grande quantità di rifiuti di vario genere. Pneumatici, parabordi, ceste di plastica e persino segnali stradali erano sepolti tra l’acqua, costituendo un grave danno per l’ambiente marino. L’intervento è stato curato da diverse realtà locali impegnate nella tutela marina, con un obiettivo chiaro: rimuovere i detriti abbandonati e sensibilizzare la popolazione sul problema dell’inquinamento sommerso.
La pulizia dei fondali: protagonisti e modalità dell’intervento
L’intervento ha coinvolto 26 subacquei, provenienti da gruppi e associazioni dedicate alla pesca sportiva e alla tutela ambientale, tra cui la Fipsas regionale, il Circolo Sommozzatori Trieste, il Sub Sea Club Trieste e altri. Anche la Guardia di Finanza ha partecipato, insieme all’Area Marina protetta di Miramare e al Comune di Trieste, rappresentando un importante sforzo di collaborazione tra enti pubblici e associazioni civili.
I sub si sono immersi nelle profondità della Sacchetta per recuperare una varietà di rifiuti, non solo plastica, ma anche oggetti voluminosi come pneumatici usati e segnali stradali. Tutto il materiale portato a riva è stato smaltito in modo diversificato, secondo le regole del corretto riciclo e delle normative ambientali vigenti. Questo lavoro manuale ha richiesto un’organizzazione attenta e coordinata, considerando le difficoltà di recupero sotto l’acqua e la necessità di proteggere ulteriormente l’habitat marino.
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Dettagli sull’attività dei subacquei
Durante l’operazione, i subacquei hanno dovuto affrontare sfide logistiche e tecniche significative, dovendo maneggiare pesanti rifiuti in condizioni di scarsa visibilità e in ambienti delicati. “È stato un lavoro faticoso ma necessario per la salute del nostro mare”, hanno dichiarato alcuni partecipanti.
I rifiuti recuperati: impatto sull’ambiente marino e segnalazione della situazione critica
Tra i rifiuti estratti si contano parabordi usati, ceste di plastica, corde di vario tipo, bottiglie e barattoli abbandonati. Non mancano poi oggetti insoliti, come segnali stradali o altri materiali pesanti che indicano un abbandono prolungato e una scarsa attenzione umana. Questi elementi inquinanti, oltre a danneggiare la flora e fauna locali, ostacolano le attività di pesca e turismo legate al mare.
La quantità e varietà dei rifiuti testimonia una situazione critica che non si limita a questa singola zona, ma interessa diverse aree portuali e costiere. Le associazioni coinvolte hanno sottolineato che, nonostante questo intervento di pulizia, il fondale della Sacchetta resta sensibilmente compromesso e richiederà ulteriori azioni per poter tornare alla sua condizione naturale.
Effetti sull’ambiente e attività umane
L’inquinamento sommerso mette a rischio non solo la biodiversità marina, ma anche le attività economiche locali legate al mare, con impatti diretti su pesca e turismo, settori fondamentali per l’area di Trieste.
L’organizzazione dell’evento e le prospettive per la tutela dei fondali marini
L’iniziativa è stata organizzata da Gianluca Coidessa, vicepresidente Fipsas Friuli Venezia Giulia, coadiuvato da Max Licen e Adriano Toffoli. L’obiettivo dichiarato è stato recuperare i rifiuti e stimolare una presa di coscienza pubblica sul problema. Nel corso della giornata sono stati effettuati controlli e interventi mirati, con un focus particolare sulla comunicazione del valore ambientale delle zone coinvolte.
Il Comune di Trieste e AcegasApsAmga hanno fornito supporto logistico e tecnico, contribuendo a rendere possibile un’azione di raccolta adeguata. Gli organizzatori insisitono sulla necessità di ulteriori interventi nel futuro più prossimo, per continuare a bonificare le aree marine e rallentare il degrado ambientale provocato dall’inquinamento umano.
Collaborazione per la tutela ambientale
Progetti simili, replicati in altre regioni, mostrano che la collaborazione tra enti pubblici e associazioni ambientali è fondamentale per mantenere puliti i litorali e per evitare conseguenze gravi sul delicato equilibrio biologico locale. A Trieste, l’iniziativa della Sacchetta rappresenta uno dei tanti passi concreti per tutelare il mare e incentivare comportamenti più responsabili tra cittadini e operatori del settore.