A Trieste la protesta con pentole vuote e cucchiai contro la crisi umanitaria nella striscia di Gaza

A Trieste la protesta con pentole vuote e cucchiai contro la crisi umanitaria nella striscia di Gaza

Circa 700 persone si sono radunate a piazza della Borsa a Trieste per chiedere un cessate il fuoco nella striscia di Gaza, denunciando la crisi umanitaria e il silenzio internazionale.
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A Trieste, circa 700 persone hanno manifestato in piazza della Borsa per chiedere un cessate il fuoco a Gaza, denunciando la crisi umanitaria e sollecitando aiuti internazionali. - Gaeta.it

Un gruppo di circa 700 persone si è radunato nel pomeriggio di ieri a piazza della Borsa, a Trieste, per manifestare contro la situazione nella striscia di Gaza. La protesta ha puntato a denunciare le difficoltà della popolazione palestinese e chiedere un immediato cessate il fuoco, oltre a richiamare l’attenzione internazionale sul diritto agli aiuti alimentari e sanitari destinati ai civili.

Richieste e messaggi contro il silenzio internazionale

Al centro della protesta c’era la richiesta a Israele di interrompere le operazioni militari e a tutti gli stati democratici di garantire la distribuzione degli aiuti umanitari. I manifestanti hanno voluto sottolineare la necessità di non chiudere gli occhi davanti alla crisi, ricordando che il silenzio contribuisce ad alimentare la violenza e la sofferenza.

Sono state esposte molte bandiere della pace e quelle palestinesi. Cartelli e striscioni hanno mostrato immagini forti, come quella di un bambino gravemente denutrito accompagnato dalla frase “Non è Auschwitz, è Gaza”. Alcune scritte denunciavano chiaramente che “Il silenzio è complicità”, aggiungendo un forte richiamo morale alla comunità internazionale.

La manifestazione e i simboli di protesta in piazza della borsa

La manifestazione a Trieste ha visto partecipare cittadini, associazioni e sindacati, coordinati dal comitato promotore della manifestazione del 27 maggio. I presenti hanno sfilato e si sono radunati nel cuore della città portando pentole vuote e cucchiai con cui battere ritmicamente in segno di protesta. Questo gesto simboleggia la fame e la carenza di risorse di chi vive nella zona colpita dal conflitto.

Durante l’evento, i manifestanti si sono sdraiati a terra mentre veniva diffuso il rumore dei bombardamenti, un tentativo di ricreare l’atmosfera di terrore quotidiano vissuta a Gaza. L’iniziativa ha voluto così far sentire agli osservatori l’effetto della guerra sulle persone coinvolte direttamente, mettendo in evidenza la drammaticità delle condizioni sul campo.

Partecipazione e clima della manifestazione

Secondo una stima della questura di Trieste, alla protesta hanno preso parte circa 700 persone. Un numero significativo che riflette una partecipazione sentita anche in una città lontana dai luoghi del conflitto. L’atmosfera in piazza della Borsa è stata carica di tensione e riflessione, con i manifestanti che hanno voluto mantenere un gesto pacifico, pur nella rabbia per la situazione umanitaria.

Le associazioni coinvolte hanno puntato a costruire un momento di consapevolezza collettiva, capace di spingere le istituzioni a intervenire con maggiore forza per fermare la violenza e facilitare l’accesso agli aiuti. La scelta di simboli forti e momenti di silenzio e rumore insieme ha reso la manifestazione un segnale tangibile di solidarietà con chi soffre nella striscia di Gaza.

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