La figura di Marilena Grill, sedicenne ausiliaria della Repubblica Sociale Italiana, torna alla memoria a Torino grazie a un’iniziativa promossa da Casapound. La ragazza fu assassinata nella notte fra il 2 e il 3 maggio 1945, poco dopo la fine della guerra, in un episodio che rimane tra i molti casi controversi del periodo. A distanza di 80 anni, il gruppo ha affisso una gigantografia al rondò della Forca, luogo dove il corpo della giovane fu ritrovato.
La storia di marilena grill a torino, tra guerra e tragedia
Marilena Grill fu una delle tante ragazze che in quegli anni svolgevano il ruolo di ausiliarie nella Repubblica Sociale Italiana, formazione filo-tedesca attiva nell’ultima fase del secondo conflitto mondiale. Nata nel 1929, Marilena era scomparsa il 28 aprile 1945, pochi giorni prima della liberazione definitiva del Piemonte. Il suo corpo fu recuperato vicino al rondò della Forca, in una zona di Torino, la notte tra il 2 e il 3 maggio, con evidenti segni di esecuzione sommaria.
Il contesto storico era caotico e violento, con le forze partigiane che prendevano il controllo dei territori segnati dalla guerra. La giovane non passò per alcun procedimento giudiziario prima di essere uccisa, un dettaglio rimarcato anche nel comunicato di Casapound. La sua morte, come molte in quel periodo, è legata a un clima di rappresaglie e tensioni che accompagnò il crollo del regime fascista e l’avanzata delle forze alleate.
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L’iniziativa commemorativa a torino
Casapound ha deciso di installare una gigantografia di Marilena Grill proprio al rondò della Forca, il luogo dove il suo corpo fu trovato distrutto. La scelta del sito ha un forte valore simbolico: quel punto rappresenta un capitolo tragico della storia torinese e italiana, ancora poco conosciuto e ricordato. Il manifesto riproduce il francobollo emesso il 7 marzo 2025 dal Ministero delle imprese e del made in Italy, che dedicò un omaggio ufficiale alla giovane.
Il messaggio di Casapound insiste sulla presunta ingiustizia subita da Marilena. Nel comunicato si legge che la ragazza fu “fucilata senza un processo e senza aver commesso alcun crimine”. L’iniziativa ha lo scopo di evidenziare questi episodi meno noti, che spesso rimangono nell’ombra della storia ufficiale. Ogni dettaglio del progetto richiama un momento doloroso, ma che costituisce comunque un capitolo da non dimenticare.
Il ricordo di vittime e la memoria storica nel dibattito pubblico
L’episodio di Marilena Grill non è isolato. Il comunicato di Casapound conclude sottolineando che la sua morte è solo una tra le tante vicende di italiani uccisi in modo sommario dopo la guerra, spesso per mano dei partigiani. Questa affermazione richiama un discorso più ampio sul modo in cui la memoria storica ha trattato alcuni capitoli dolorosi del secondo conflitto mondiale in Italia.
Controversie e memoria storica
La controversia sulle vittime civili e militari di quel periodo continua a provocare dibattiti accesi. Le iniziative come quella del gruppo di estrema destra puntano a mettere in luce fatti storici poco raccontati, stimolando riflessioni anche sui metodi con cui la giustizia fu applicata nel passaggio tra regime fascista e repubblica democratica. Il ricordo di queste vicende, anche quando divide l’opinione pubblica, contribuisce a mantenere viva la memoria, evitando che certi avvenimenti finiscano nel silenzio.
L’impegno a mantenere la testimonianza delle vittime, qualunque sia la loro appartenenza politica, si intreccia con la complessità di quei giorni. A Torino, città segnata duramente negli ultimi mesi della guerra, questa storia riafferma un pezzo di passato che torna a farsi sentire, invitando a riflettere su scelte, responsabilità e conseguenze di quegli anni.