a torino sparito il costume da capitan america dedicato ai bambini malati nei reparti pediatrici

a torino sparito il costume da capitan america dedicato ai bambini malati nei reparti pediatrici

Walter Galliano, volontario dell’associazione Nida, denuncia il furto a Torino del costume di Capitan America usato da 13 anni per portare conforto ai bambini malati nei reparti pediatrici italiani.
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A Torino è stato rubato il costume di Capitan America di Walter Galliano, volontario che lo indossava da 13 anni per portare conforto ai bambini malati nei reparti pediatrici, simbolo di speranza e solidarietà. - Gaeta.it

Lo scorso martedì 13 maggio a Torino è avvenuto un furto che ha colpito un uomo impegnato da anni nell’assistenza ai bambini malati. Walter Galliano, volto noto dell’associazione Nida , si è visto portare via il costume di Capitan America che indossava da più di tredici anni durante le visite nei reparti pediatrici. Non si tratta solo di un vestito: quel costume rappresentava un supporto emotivo per piccoli pazienti che affrontano malattie gravi, un simbolo di speranza e vicinanza umana.

Il valore simbolico del costume di capitan america per walter galliano

Non era un abito qualsiasi quello rubato in corso Ferraris, davanti alla Galleria d’Arte Moderna. Era la vera “armatura” con cui Galliano si presentava ogni volta ai bambini isolati dagli ospedali. Il costume comprendeva scudo, guanti e stivali, componenti che lo rendevano completo e riconoscibile ai piccoli pazienti come un segnale di forza e protezione in mezzo al dolore. Walter lo ha reso chiaro nei suoi messaggi pubblici: quel costume ha accompagnato tredici anni di visite, con l’obiettivo di portare sorrisi e conforto a chi ne aveva più bisogno.

Il valore economico, stimato intorno ai mille euro, per lui era secondario. Quel costume aveva un peso affettivo enorme, accumulato in anni di incontri silenziosi e di momenti difficili condivisi con i bambini e le loro famiglie. Per chi l’ha visto all’opera, Galliano non era semplicemente un uomo in maschera, ma un punto di riferimento quando una parola o un gesto possono fare la differenza. Il furto ha quindi sottratto qualcosa di intangibile. Non un pezzo di stoffa, ma un’attitudine, un segno di presenza che andava ben oltre il materiale.

Il furto come atto di violenza contro la solidarietà e la fiducia

Rubare un oggetto di questo tipo significa calpestare non solo la proprietà di una persona ma anche i sentimenti e l’impegno che si nascondono dietro. Il gesto ha scosso chi conosce Walter Galliano e il lavoro che porta avanti. Per tanti anni, quello costume ha rappresentato un modo per avvicinare i bambini al sorriso, per trasformare la paura in gioco e compagnia.

La denuncia social dell’uomo ha raccolto rapidamente solidarietà. Le sue parole, prive di toni sopra le righe, raccontano una ferita profonda: la perdita di fiducia nel prossimo, la sensazione che il bene, il volontariato e la vicinanza umana non siano al sicuro neanche di fronte a chi si batte in modo così discreto. In un’epoca in cui i simboli hanno valore concreto, vedere sparire questa “corazza” ha avuto un impatto emotivo forte su chi ha vissuto il percorso di Galliano al suo fianco.

L’appello ha fatto il giro dei social, grazie alle condivisioni di amici e colleghi. Ma non è solo una questione di recuperare un oggetto. Si tratta di restituire senso e continuità a un percorso che simboleggia la lotta di chi ha poco ma riesce a dare tanto. Domandarsi che cosa significhi prendere ciò che non ha reale valore economico, ma rappresenta un legame profondo con sofferenza e speranza, impone uno sguardo immediato sulla responsabilità collettiva.

Walter galliano e il suo impegno nei reparti pediatrici di tutta italia

Walter Galliano non è un volto nuovo dell’azione umanitaria silenziosa. Da anni, visita reparti pediatrici in varie città italiane. Il suo Capitan America è diventato altro rispetto a un semplice costume di carnevale: un amico, un compagno di battaglia per tanti bambini che affrontano malattie rare o dolorose. Galliano ha saputo costruire relazioni di fiducia con i piccoli pazienti e con i familiari, offrendo momenti di leggerezza e calore umano a chi si trova in condizioni difficili.

Quel costume ne portava i segni, non solo fisici, ma simbolici di ogni incontro. Lo hanno conosciuto medici e infermieri, che spesso hanno visto Galliano trasformare i corridoi degli ospedali in spazi di gioco e conforto. Il furto rappresenta un peso sul lavoro di anni, ma anche un monito a riflettere su come ogni gesto di generosità possa essere minacciato da chi non sa vedere oltre la superficie.

Un gesto che colpisce tutta la comunità

La vicenda si inserisce in un contesto dove la fragilità umana si mescola con la forza di chi decide di donare tempo ed energie a chi è più vulnerabile. Avere sottratto quel costume non mette solo in difficoltà Galliano, ma colpisce tutti gli ospedali che lo hanno accolto e i piccoli che si aggrappano alle sue visite come a momenti di sollievo.

Resta aperto il quesito finale: chi ha agito sa riconoscere il valore di ciò che ha preso? E se così fosse, potrà decidere di fare il passo che ridoni almeno in parte ciò che è sparito. La vicenda si muove quindi tra gesti di solidarietà e atti di egoismo, disegnando un quadro che va oltre la semplice cronaca torinese.

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