A torino torna a far parlare il furto di un defibrillatore pubblico, questa volta sparito dalla piazza galimberti, nei pressi della farmacia madonna delle rose. Il dispositivo salvavita era già stato sottratto in passato e rappresenta un elemento fondamentale per intervenire in caso di emergenze cardiache nella zona. L’episodio riaccende il dibattito sulla sicurezza degli strumenti di primo soccorso accessibili al pubblico e sul rispetto verso beni destinati a salvare vite.
Il defibrillatore rubato e la sua storia a torino
Il defibrillatore oggetto di questo furto si trovava in piazza galimberti, vicino alla farmacia madonna delle rose, in un punto molto frequentato di torino. L’apparecchio, di modello philips FRX con matricola B16-3004, era stato posizionato nel 2017 in via tunisi, dapprima con l’intento di onorare la memoria di lorenzo greco, un ragazzo di 14 anni scomparso prematuramente. L’installazione del dispositivo era stata possibile grazie a una raccolta fondi promossa dall’associazione commercianti della zona e al contributo del nonno di lorenzo.
Un precedente importante
Questa vicenda ha già un precedente: il defibrillatore era stato sottratto una prima volta nel gennaio 2020. In quell’occasione la polizia riuscì a recuperarlo, restituendo un importante strumento di soccorso alla comunità. Al contrario, questa seconda sottrazione sembra più problematica, visto che al momento non si hanno notizie della sua ubicazione. Il fatto impone una riflessione sulla tutela di apparecchi dedicati alla salute pubblica, particolarmente in contesti urbani densamente popolati.
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Impatto del furto sulla sicurezza pubblica e soccorso
Il defibrillatore non è un semplice oggetto da rubare: si tratta di un dispositivo indispensabile per intervenire tempestivamente durante un arresto cardiaco. La sua assenza in piazza galimberti compromette quindi la sicurezza delle persone che frequentano quella zona. Un defibrillatore pubblico attivo e funzionante può fare la differenza fra la vita e la morte in situazioni di emergenza.
La registrazione del dispositivo presso il portale della regione piemonte garantiva un monitoraggio e una accessibilità rapida in situazioni critiche. Senza quel punto di riferimento e strumento, il territorio perde un presidio di primo soccorso non sostituibile con operatori sanitari che potrebbero impiegare più tempo ad arrivare. Questo episodio evidenzia come il furto di un apparecchio così specifico sia un danno che va oltre il valore economico: mina la sicurezza e la salute della collettività.
Dispositivi salvavita e sicurezza collettiva
“La sottrazione di strumenti così cruciali è un colpo grave alla sicurezza pubblica” commentano alcune fonti vicine alle autorità competenti.
La reazione dell’associazione e i possibili sviluppi futuri
L’associazione italiana cuore e rianimazione lorenzo greco onlus ha immediatamente segnalato la scomparsa del defibrillatore alle forze dell’ordine, esortando chiunque abbia notizie o avvisi a collaborare. L’appello è rivolto soprattutto alla sensibilità dei cittadini, perché solo una reazione condivisa può aiutare a ritrovare il dispositivo o a prevenire smarrimenti futuri.
Gli promotori dell’associazione stanno già valutando la possibilità di lanciare una nuova raccolta fondi qualora il defibrillatore non venga restituito rapidamente. Il numero di dispositivi rubati in piemonte rimane limitato ma significativo: su oltre 600 apparecchi installati sul territorio, quattro sono stati sottratti, di cui due senza un esito positivo nelle ricerche.
Continuità delle attività
Nonostante questo, l’associazione non rinuncia a portare avanti programmi di cardioprotezione e formazione nelle scuole o aree pubbliche, continuando a sottolineare l’importanza di strumenti pubblici accessibili e funzionanti per la tutela della vita. Questo furto resta un segnale forte per tutta la comunità sul valore da attribuire a dispositivi salvavita e al rispetto reciproco per preservare la sicurezza collettiva in città come torino.