A Sorrento un dolore profondo si è trasformato in un impegno concreto per la lotta contro il cancro. La famiglia Fiorentino, dopo la perdita prematura del figlio Roberto, ha dato vita all’associazione «Rf78 – PerSempreRoby», nata con l’obiettivo di sostenere la ricerca medica e offrire un contributo concreto ai reparti oncologici. Grazie anche alla collaborazione con realtà sportive locali, questa iniziativa ha permesso di raccogliere fondi per dotare l’Istituto dei tumori di Napoli di strumenti fondamentali per la diagnosi e lo studio molecolare del cancro toraco-polmonare.
Origine e scopi dell’associazione rf78 – persimoroby
Nel 2020, Roberto Fiorentino è stato diagnosticato con un tumore al polmone. La sua lotta contro la malattia, purtroppo conclusasi prematuramente, ha spinto i genitori Teresa di Bartolomeo e Guglielmo Fiorentino a creare un’associazione che potesse sostenere la ricerca oncologica e aiutare altri pazienti. Nasce così «**Rf78 – PerSempreRoby»», un’organizzazione nata per missione solidaristica, che vuole lasciare un segno duraturo nel campo della lotta contro il cancro.
L’associazione si impegna a raccogliere fondi, coinvolgendo la comunità di Sorrento, con l’aiuto di squadre sportive come il Romeo Sorrento volley, Sorrento calcio e il Club Napoli Città di Sorrento, che hanno sposato questa causa. La volontà è di trasformare la sofferenza in sostegno concreto per la ricerca e la cura, offrendo risorse essenziali ai laboratori oncologici.
Leggi anche:
Donazioni all’istituto dei tumori di napoli e apparecchiature scientifiche
In poco più di due anni «Rf78 – PerSempreRoby» ha effettuato tre donazioni significative all’Istituto dei tumori di Napoli “Pascale”, reparto di oncologia clinica sperimentale toraco-polmonare, diretto dal dottor Alessandro Morabito. La prima donazione risale al 2023 e ha riguardato una microcentrifuga, strumento indispensabile per la preparazione dei campioni biologici. Nel 2024 è stato donato un primo termociclatore, macchina fondamentale per la diagnostica molecolare.
L’ultima apparecchiatura, un termociclatore a tre piastre, è stata consegnata di recente e servirà ai laboratori per effettuare studi molecolari più complessi e precisi sui campioni tumorali. Questo tipo di strumento accelera analisi genetiche e aiuta nella personalizzazione delle terapie, fondamentale nell’oncologia moderna. I doni rispondono quindi a esigenze concrete dei ricercatori e hanno ricadute dirette sulle possibilità di cura.
Il legame personale con il reparto diretto da alessandro morabito
La scelta del reparto diretto da Alessandro Morabito non è casuale. Roberto Fiorentino ha ricevuto lì le cure dal 2020 fino alla fine del suo percorso, diventando anche il primo paziente italiano ad essere inserito in uno studio clinico con un farmaco biologico inibitore di RET. Questo trattamento innovativo è stato possibile grazie a una biopsia liquida condotta proprio al Pascale. Quell’esperienza ha aperto la strada a un farmaco ora utilizzato nella pratica clinica, rafforzando il legame personale e scientifico tra la famiglia Fiorentino e il reparto.
Questo dettaglio sottolinea l’importanza di scelte mirate nell’ambito della ricerca clinica, soprattutto quando la testimonianza diretta di un paziente può contribuire a sviluppare nuove cure. La famiglia Fiorentino ha scelto di sostenere quel reparto e quei medici con donazioni che hanno migliorato la capacità di lavoro sui casi di tumore toraco-polmonare.
Consegna dell’apparecchiatura e partecipazione delle istituzioni locali
La consegna del termociclatore a tre piastre è avvenuta in una cerimonia che ha visto la presenza di alcune figure chiave della sanità e della politica locale. C’erano Maurizio di Mauro commissario straordinario e Angelo d’Argenzio subcommissario sanitario, a testimoniare il valore del gesto e l’attenzione delle istituzioni per iniziative di questo genere. Il dottor Alessandro Morabito e la dottoressa Antonella De Luca hanno rappresentato il reparto oncologico, ricevendo direttamente le apparecchiature donate.
Questi momenti ufficiali richiamano l’importanza della collaborazione tra cittadini, famiglie coinvolte direttamente nella malattia, enti sanitari e anche club sportivi, per costruire un sostegno reale alla ricerca contro il cancro. A Sorrento, la storia di Roberto Fiorentino si è trasformata in slancio solidale, contagioso per la comunità tutta. Le apparecchiature donate ora potenziano un reparto che non si limita alla cura, ma guarda avanti, alla scoperta di nuovi approcci terapeutici nel campo oncologico.