Il borgo di Solomeo, nel comune di Perugia, ospita dal 27 giugno al 1 luglio la 26ª edizione del festival villa solomei, evento che ogni anno richiama appassionati di musica, teatro e cultura. Quest’anno il festival propone un viaggio nel cuore dell’Africa, con spettacoli che combinano sonorità tradizionali e performance artistiche, coinvolgendo artisti di rilievo provenienti dal continente africano.
L’apertura del festival e l’omaggio alla tradizione masai con fernando anuang’a
La kermesse si apre venerdì 27 giugno alle 17 al teatro cucinelli con lo spettacolo “in between the trance” di Fernando Anuang’a, danzatore e coreografo originario del Kenya. La sua performance intreccia danza e musica, ispirandosi alle canzoni della tradizione masai, una cultura ricca di rituali e simbolismi legati alla trance e alla celebrazione comunitaria. Questo spettacolo propone un’esplorazione delle sonorità ancestrali, trasportando il pubblico in un’atmosfera ipnotica, tipica delle cerimonie masai.
Dalle 18, nel centro del borgo, all’ombra del campanile di Solomeo, in scena Kasiva Mutua, percussionista e cantante anch’ella keniana, che presenta due performance solistiche. Kasiva è nota per la capacità di combinare ritmi tradizionali africani con innovazioni vocali, creando un dialogo diretto con il pubblico attraverso voce e percussioni. La sua presenza sottolinea il ruolo della donna nella cultura musicale africana, spesso protagonista di espressioni artistiche legate alla quotidianità e alla spiritualità.
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Spettacoli musicali tra organo, percussioni e le drum session degli ayekoo drummers
Alla stessa ora, al teatro cucinelli, l’organista Luciano Zecca esegue “l’organo ritrovato”, un concerto che presta attenzione a strumenti antichi e alla riscoperta di repertori dimenticati o poco frequentati, in un contesto di grande suggestione. Questa proposta apre un contrasto interessante con le sonorità africane, offrendo una dimensione europea che si incrocia con il festival.
Alle 20, piazza del castello ospita il concerto degli Ayekoo Drummers, un gruppo formato da cinque performer specializzati in percussioni tradizionali ghanesi. Il loro spettacolo è una celebrazione dei ritmi africani, particolarmente energici e coinvolgenti, capaci di coinvolgere attivamente tutto il pubblico grazie alla loro carica ritmica e alla straordinaria sincronizzazione.
La chiusura della prima giornata con msafiri zawose e la tradizione gogo della tanzania
La serata si conclude alle 21 all’anfiteatro con la “Zawose Reunion”, evento di grande richiamo grazie alla partecipazione di Msafiri Zawose, artista tanzaniano proveniente da una delle famiglie musicali più importanti del paese. Discendente della dinastia Zawose, Msafiri ripropone la musica tradizionale Gogo, caratterizzata da complesse poliritmie e melodie polifoniche.
Questa tradizione si distingue per strumenti come l’illimba, un tipo di pianoforte a dita, il chizeze, violino tradizionale, e i tamburi ngoma. Msafiri, con la sua band, mantiene viva questa eredità musicale, facendo conoscere a un pubblico internazionale una cultura sonora ricca e stratificata, che ha profonde radici sociali e religiose in Tanzania.
Gli appuntamenti successivi con musica, teatro e le voci delle afrika mamas
Nei giorni seguenti, il festival propone un calendario fitto di incontri culturali. Il 28 giugno, all’anfiteatro, si esibisce l’attore e regista Maurizio Lombardi nello spettacolo “l’uomo rondine”, accompagnato dalle musiche di Giuseppe Scarpato, chitarrista e compositore. Questa proposta si inserisce nel filone teatrale del festival, affiancando la musica dal vivo al racconto scenico.
Il primo luglio, sempre all’anfiteatro, si esibisce Made Kuti, musicista nigeriano tra i più noti della scena contemporanea mondiale. Il suo concerto “Whisper Sounds” si svolge con l’accompagnamento della Filarmonica di Solomeo, offrendo uno spettacolo che unisce elementi di jazz, funk e musica tradizionale africana. La presenza di Made Kuti testimonia il desiderio del festival di aprirsi a contaminazioni musicali e sonore che superano i confini geografici.
Il 29 e 30 giugno salgono sul palco le Afrika Mamas, un collettivo di sei voci femminili impegnate nella narrazione di racconti popolari africani. Attraverso il canto a cappella, il gruppo si dedica alla diffusione della cultura orale del continente, promuovendo storie e usanze con un impatto emotivo diretto e intenso. Il 30 giugno, le Afrika Mamas si esibiscono anche al monumento tributo alla dignità dell’uomo con Mamadou Diabaté, talentuoso suonatore di balafon e compositore burkinabé.
Musica classica africana e occidentale per il concerto sotto le stelle
Domenica 29 giugno all’anfiteatro del borgo, l’orchestra dell’Accademia Hermans, diretta da Fabio Ciofini, interpreta la “Lobgesang” di Felix Mendelssohn, una sinfonia carica di suggestioni romantiche. Questo concerto sotto le stelle integra il calendario del festival con un momento di musica classica occidentale, offrendo al pubblico un contrasto netto con le proposte africane e teatrali. Questa scelta amplia la varietà artistica, mantenendo alta l’attenzione sulla qualità delle esecuzioni.