Il 22 luglio 2025, la comunità di Scampia si è riunita per commemorare le tre vittime del crollo della vela celeste, avvenuto esattamente un anno prima. L’evento, organizzato dal comitato vele scampia, ha puntato sulla memoria condivisa e sulla solidarietà, evitando toni polemici e lasciando spazio alla speranza di una giustizia ancora attesa.
La tragedia della vela celeste e il ricordo delle vittime
Il 22 luglio 2024, una porzione della vela celeste si è improvvisamente sgretolata, causando la morte di roberto, patrizia e margherita. Questo episodio drammatico ha sconvolto il quartiere di Scampia e più in generale Napoli Nord. Oltre ai tre decessi, undici persone sono rimaste ferite, tra cui sette bambini, colpiti nel cuore di un territorio già segnato da difficoltà sociali ed economiche.
Quella sera, il crollo ha lasciato dietro di sé dolore e paura. La comunità ha vissuto un momento di crisi profonda, testimoniato dall’incredulità e dal vuoto generato dall’evento improvviso. Le strade rimasero testimoni silenziose di una perdita che avrebbe segnato la storia locale. Il ricordo delle vittime si è fatto patrimonio collettivo, simbolo di una comunità che ha dovuto affrontare un lutto imponente e la sfida di ricostruire un senso di sicurezza e di speranza.
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La fiaccolata come testimonianza di memoria e solidarietà
La manifestazione organizzata in via Gobetti alle 21 ha rappresentato molto più di un semplice rito commemorativo. La camminata silenziosa ha attraversato le vie di Scampia fino alla vela celeste, trasformata in una ferita aperta che racconta la fragilità e l’urgenza di risposte concrete. Le fiaccole accese in memoria di roberto, patrizia e margherita hanno illuminato il percorso, unendosi in un messaggio di rispetto e vicinanza verso le famiglie colpite.
Il comitato vele scampia ha sottolineato come questo momento non volesse alimentare polemiche, ma richiamare l’attenzione su una ferita ancora non chiusa. L’appello contenuto nel comunicato ufficiale ha invitato a lasciare che la giustizia segua il proprio corso, senza interferenze o strumentalizzazioni. L’evento ha così assunto un significato civile, richiamando la necessità di una presenza comunitaria che non dimentichi e accompagni chi è rimasto senza casa in alloggi provvisori.
L’eredità della mobilitazione popolare dopo il crollo
Il ricordo della solidarietà che si è manifestata subito dopo il crollo emerge come un capitolo importante della vicenda. Nel quartiere, l’università di Scampia si è trasformata in un rifugio improvvisato: brandine, viveri, giocattoli e beni di prima necessità sono stati donati da cittadini comuni per sostenere le famiglie colpite. Questa risposta dal basso ha rappresentato un “sole” capace di illuminare un momento di buio, mostrando un volto comunitario fatto di condivisione e aiuto reciproco.
Il comitato evidenzia che questa mobilitazione ha occupato uno spazio lasciato vuoto da istituzioni assenti o lente nell’intervento. Quel gesto collettivo è rimasto impresso nella memoria della comunità come una risposta concreta al dolore. Più di un semplice atto di assistenza, è diventato un simbolo di dignità e unità, un patrimonio emotivo destinato a restare vivo insieme al ricordo delle vittime e alla speranza di una ricostruzione reale del quartiere.
La ferita aperta della vela celeste e le attese per la giustizia
A un anno dal crollo, la vela celeste si presenta ancora come una cicatrice visibile nel tessuto urbano di Scampia. Il comitato vele scampia la definisce una “ferita insanabile”, un segno tangibile di un dolore collettivo che non si è ancora rimarginato. Questo senso di ferita va oltre l’aspetto materiale e coinvolge le persone rimaste colpite nella vita quotidiana.
Molti abitanti aspettano di poter tornare alle loro case, dopo vivere in condizioni temporanee che prolungano un senso di precarietà. La memoria resta viva e si accompagna a una richiesta di responsabilità e verità. L’appello alla giustizia esprime la volontà che la vicenda non cada nell’oblio e che chi ha pagato con la vita o con la salute riceva una risposta dalle istituzioni. La fiaccolata è stata anche questo: testimoniare che il quartiere ricorderà roberto, patrizia e margherita senza smettere di chiedere attenzione a chi governa la città.