A roma manifestanti pro-gaza occupano il percorso dell’ultima tappa del giro d’italia

A roma manifestanti pro-gaza occupano il percorso dell’ultima tappa del giro d’italia

Circa 300 manifestanti a Roma hanno allestito un presidio a Piazzale Numa Pompilio per bloccare la tappa finale del Giro d’Italia 2025, protestando contro il decreto sicurezza e la squadra israeliana Premier Tech.
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A Roma, circa 300 manifestanti hanno allestito un presidio a Piazzale Numa Pompilio per protestare contro il decreto sicurezza e la presenza della squadra israeliana Premier Tech al Giro d’Italia 2025, causando rallentamenti e tensioni con le forze dell’ordine. - Gaeta.it

Un gruppo di circa 300 persone, scese in piazza sabato pomeriggio a roma contro il decreto sicurezza, ha deciso di proseguire la protesta in modo più radicale. Nella notte tra sabato e domenica hanno allestito un accampamento con tende in piazzale numa pompilio, luogo dove avrebbe dovuto passare la tappa finale del giro d’italia 2025. L’azione è stata pensata per bloccare la corsa ciclistica e ribadire il dissenso verso la presenza della squadra israeliana premier tech nella competizione. Questa iniziativa ha acceso nuovi scontri politici e acceso il dibattito sull’evento sportivo.

La protesta contro il decreto sicurezza e la nascita del presidio

La manifestazione era iniziata sabato pomeriggio con diverse centinaia di persone riunite in piazza a roma per esprimere il proprio dissenso contro il dl sicurezza. Il corteo ha attraversato varie strade della città, con cartelli e slogan pro-palestina. Verso sera, una parte dei manifestanti si è staccata dal gruppo principale e ha scelto di dirigersi verso piazzale numa pompilio, nei pressi del quale era previsto il passaggio della tappa conclusiva del giro d’italia. Lì hanno montato tende e si sono sistemati per rimanere sul posto almeno fino a domenica mattina, nel tentativo di impedire lo svolgimento della corsa.

Un presidio come simbolo di opposizione

La scelta di piazzale numa pompilio non è stata casuale: la posizione rappresenta un passaggio obbligato per la gara e funge da simbolo di opposizione. Gli attivisti hanno costruito un vero e proprio presidio, con cibo e materiali per la notte, pronti a mantenere la protesta viva e visibile. Sono stati segnalati momenti di tensione con le forze dell’ordine, chiamate a garantire la sicurezza del percorso e a evitare danni alle infrastrutture della manifestazione ciclistica.

Motivazioni e slogan dei manifestanti contro la squadra israeliana premier tech

Al centro della protesta c’è la partecipazione al giro d’italia della squadra israeliana premier tech. I manifestanti hanno più volte definito israel come “stato terrorista” e hanno dichiarato che la presenza del team serve a “ripulire l’immagine” di un paese coinvolto in violenze e conflitti nel medio oriente. Dal megafono si sono levate frasi forti: “È un giro macchiato dall’ignominia e dalla vergogna”, ha urlato un attivista, riferendosi all’intero evento sportivo.

Uno scontro politico oltre la gara

Questa posizione ha portato a definire la corsa non più solo una gara ciclistica, ma un terreno di scontro politico e simbolico. La protesta si innesta nel contesto del conflitto israelo-palestinese, tema che continua a far discutere anche in altre città europee durante eventi pubblici di rilievo. La questione è stata al centro di vari dibattiti e manifestazioni negli ultimi anni, con appuntamenti dove la sport e la politica si intrecciano apertamente.

Impatto sulla tappa finale del giro d’italia e reazioni delle autorità

Domenica mattina, il passaggio del giro d’italia a piazzale numa pompilio ha subito forti rallentamenti a causa del presidio dei manifestanti. La direzione della gara ha dovuto modificare l’organizzazione, prevedendo deviazioni e dispiegando più personale di sicurezza. Gli organizzatori hanno espresso preoccupazione per il mantenimento dell’ordine pubblico e la regolarità della competizione, cercando di trovare un equilibrio tra la tutela dei diritti di protesta e la continuità della gara.

Interventi delle forze dell’ordine e posizione delle autorità

Le forze dell’ordine, presenti in numero consistente, hanno monitorato la situazione con attenzione per evitare scontri e garantire la sicurezza di atleti e spettatori. Alcuni interventi per contenere la protesta si sono verificati, ma senza degenerare in episodi violenti gravi. Le autorità locali hanno ribadito la volontà di mantenere l’ordine pubblico e di garantire lo svolgimento del giro in sicurezza, pur riconoscendo il diritto di manifestare.

La vicenda ha sollevato critiche e discussioni anche a livello politico e mediatico. Alcuni esponenti hanno commentato la protesta come un episodio di tensione non opportuno in un contesto sportivo, mentre altri hanno sottolineato il bisogno di ascoltare le istanze di chi denuncia fatti drammatici nel medio oriente. La situazione resta sotto osservazione per eventuali sviluppi nei prossimi giorni.

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