Una donna di 40 anni ha denunciato il marito a Polistena, in provincia di Reggio Calabria, dopo aver subito violenze e vessazioni per quasi due decenni. Il 45enne è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e atti persecutori. La lunga sofferenza della famiglia è emersa grazie all’attivazione immediata del “Codice Rosso”, la procedura che assicura un intervento rapido nei casi di violenza domestica.
Un rapporto di 19 anni segnato da abusi e soprusi crescenti
Il dramma domestico è iniziato nel 2006, quando il rapporto tra i coniugi è degenerato, trasformandosi in un incubo quotidiano per la donna e i suoi due figli minorenni. Nel corso degli anni, le condizioni di vita della famiglia si sono aggravate fino a diventare insopportabili, con aggressioni fisiche e violenze sessuali sempre più frequenti.
La vittima ha raccontato nel dettaglio ai carabinieri ogni episodio di vessazione, descrivendo un clima di umiliazione e paura che ha segnato la sua esistenza per molto tempo. Le ripetute minacce e soprusi hanno compromesso la serenità in casa, incidendo profondamente anche sulla salute psicologica della donna, che ha dovuto sottoporsi a cure psichiatriche per affrontare il peso delle intimidazioni e delle violenze subite.
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Il Codice Rosso e la risposta delle autorità di Palmi
La denuncia della donna ha attivato subito il “Codice Rosso”, uno strumento legislativo pensato per garantire priorità e tempestività nelle indagini sui reati di maltrattamenti e violenza di genere. Questo ha permesso alle forze dell’ordine di intervenire rapidamente, accelerando tutte le fasi dell’inchiesta.
La Procura di Palmi, guidata dal procuratore Emanuele Crescenti, ha coordinato l’indagine insieme ai sostituti procuratori Veronica Origlio e Federico Moleti. I magistrati hanno raccolto elementi concreti a carico dell’uomo, in particolare analizzando messaggi e file vocali inviati dal marito alla moglie. Questi materiali hanno confermato le continue vessazioni e i soprusi morali e fisici, consentendo di ricostruire le violenze subite dalla donna in modo preciso.
Prove digitali e misura cautelare in carcere
Le conversazioni tra i coniugi, trovate dagli investigatori, hanno un ruolo decisivo nel fascicolo aperto dalla Procura: in quei messaggi e audio il 45enne mostrava un atteggiamento aggressivo e vessatorio in modo chiaro e ripetuto. Il reato di maltrattamenti in famiglia si è aggiunto a quello di violenza sessuale e atti persecutori, un insieme di accuse che ha portato il Gip di Palmi a disporre una misura cautelare in carcere.
Il provvedimento è stato emesso per il rischio concreto che l’uomo commettesse ulteriori reati simili. I carabinieri della Compagnia di Taurianova hanno eseguito l’arresto, portando il 45enne nel carcere locale dopo l’interrogatorio di garanzia. Le autorità evidenziano la gravità della situazione, definendo la sua abitazione un luogo di terrore per la famiglia.
Questa vicenda sottolinea l’importanza degli strumenti legislativi come il Codice Rosso nel contrasto alla violenza domestica in Calabria, dove spesso si intrecciano problemi sociali e fenomeni criminali complessi. L’impegno della Procura di Palmi e la rapidità delle forze dell’ordine hanno permesso di intervenire tempestivamente a tutela di chi ha subito abusi prolungati.