Nel capoluogo campano si svolge una manifestazione sportiva e sociale in memoria di Mohammed al Sultan, allenatore di calcio di 23 anni, e suo fratello Bahaa, 14enne calciatore, vittime di un bombardamento nel maggio del 2025 nella Striscia di Gaza. L’evento segue un gemellaggio stretto con il loro team palestinese per favorire lo sport tra i giovani in contesti difficili.
Il gemellaggio tra spartak san gennaro e l’al haddaf team a sostegno dei giovani palestinesi
All’inizio di quest’anno la scuola calcio Spartak San Gennaro di Napoli ha ospitato una delegazione dell’Al Haddaf Team, squadra palestinese costituita da giovani calciatori provenienti dalla Striscia di Gaza. Questa collaborazione ha preso la forma di un gemellaggio pensato per mantenere viva la passione e la pratica sportiva tra i ragazzi di Gaza nonostante le difficoltà del conflitto in corso.
Gli educatori napoletani hanno seguito da vicino gli allenatori dell’Al Haddaf in questi mesi. Già da gennaio hanno mantenuto contatti regolari con la speranza di poter aiutare i ragazzi palestinesi a continuare a giocare a calcio, nonostante la guerra. La notizia della morte di Mohammed al Sultan e di suo fratello Bahaa, coinvolti nel bombardamento di metà maggio, ha scosso profondamente la comunità di San Gennaro, che aveva instaurato un legame forte con la famiglia palestinese.
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Le attività sportive rappresentano per entrambi i gruppi non soltanto un momento di gioco, ma anche uno strumento di crescita e di resistenza contro la realtà di violenze che li circonda. La condivisione dello sport serve a dare continuità a un cammino di speranza e solidarietà, anche di fronte a tragedie così gravi.
Le iniziative a Napoli per la memoria delle vittime della striscia di gaza
Il 16 maggio, anniversario dei tragici eventi in cui è morta la famiglia di Mohammed al Sultan, a Napoli si sono tenute diverse manifestazioni. La mattinata è stata aperta da un flash-mob organizzato dagli attivisti di Liberi edizioni, un gruppo che si impegna a riqualificare spazi inutilizzati come edicole e serrande di negozi per promuovere messaggi sociali.
In questo caso, la serranda di un esercizio commerciale è stata coperta da una grande immagine raffigurante Mohammed al Sultan insieme ai suoi giovani calciatori, accompagnata da un titolo che recita “Chi resiste non muore mai!”. Il poster spiegava la vicenda, rendendo visibile alla città il grave fatto avvenuto a Gaza.
La giornata ha proseguito con una serie di eventi che culmineranno in un torneo di calcio serale. Questa partita, dedicata alla memoria di Mohammed, Bahaa e degli altri morti nelle violenze nella Striscia di Gaza, vuole essere un momento di condivisione e ricordo. I ragazzi partecipanti hanno preparato anche papaveri rossi di carta, simbolo di lutto e resistenza, che saranno deposti davanti a una targa commemorativa prima del fischio d’inizio.
Queste iniziative hanno raccolto l’attenzione di molte persone sul legame tra Napoli e Gaza, sottolineando come lo sport possa creare ponti tra culture diverse e restare un faro nelle difficoltà.
Lo spartak san gennaro e il calcio come strumento di integrazione nei quartieri a rischio
La scuola calcio Spartak San Gennaro segue decine di minori provenienti da aree di Napoli caratterizzate da vulnerabilità sociali. Il progetto sportivo nasce per offrire ai giovani uno spazio sicuro nel quale crescere e imparare valori. Lavorare con ragazzi esposti a rischi di marginalità rappresenta una sfida che il club affronta quotidianamente attraverso attività di allenamento e supporto educativo.
L’incontro con il team palestinese e la collaborazione consolidata col gruppo di Gaza hanno ampliato l’orizzonte di questa esperienza. In un contesto segnato da tensioni e difficoltà ambientali, lo sport sembra qui servire da lingua comune e da opportunità di espressione emotiva. Il rapporto con l’Al Haddaf Team ha infuso un senso di solidarietà internazionale, rafforzando il ruolo della scuola come presidio di pace.
Gli educatori raccontano dei momenti d’angoscia quando arrivavano notizie di nuovi bombardamenti a Gaza. Una vicinanza non soltanto ideale, ma fatta di messaggi condivisi e di un sostegno reciproco nelle fasi più dure. La morte di Mohammed al Sultan ha lasciato un vuoto palpabile, mentre l’idea di portare avanti le attività sportive in sua memoria mantiene acceso un filo di speranza.
Il calcio rimane, dunque, una forza capace di parlare oltre i confini, di unire le generazioni e di offrire modi concreti per ricordare chi si è spento troppo presto. I prossimi appuntamenti segnano un passaggio importante, in cui la città di Napoli partecipa attivamente a un gesto di memoria che va oltre lo sport e si radica in valori sociali profondi.