Un dialogo gastronomico tra Italia ed Ecuador prende vita a Monza con due eventi che mettono al centro la cucina come strumento di scambio culturale. Tra degustazioni e masterclass, lo scopo è abbattere le distanze geografiche, facendo emergere radici comuni attraverso piatti che raccontano tradizione e innovazione.
Una cena degustazione per unire due mondi gastronomici lontani eppure affini
Mercoledì 28 maggio alle 20 il ristorante Il Moro di Monza ospiterà una serata di degustazione unica, che metterà a confronto le cucine italiana – in particolare siciliana – e ecuadoriana. Quattro chef, divisi in due coppie di fratelli provenienti dai rispettivi ristoranti, guideranno i commensali in un percorso di sapori e racconti culinari. Salvatore e Vincenzo Butticè, alla guida de Il Moro, proporranno piatti ispirati alla Sicilia, mentre Sebastián e Carlos Gallardo arriveranno da Quito con piatti rappresentativi dell’evoluzione della cucina andina e latino-americana.
L’idea dietro questa serata è far incontrare due culture, apparentemente distanti per geografia, ma unite dalla volontà di usare la cucina come strumento di dialogo e contaminazione. I protagonisti della cena hanno spiegato che questi “ponti gastronomici” permettono di comprendere tradizioni diverse, fonderle e generare nuove creazioni capaci di rappresentare il futuro della ristorazione.
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Il menu sarà composto da sette portate che alternano ingredienti italiani e sudamericani, uniti in combinazioni inedite ma equilibrate. L’obiettivo è catturare l’attenzione dei sensi e stimolare la riflessione sul valore simbolico del cibo come mezzo di comunicazione.
Masterclass all’istituto adriano olivetti per approfondire le radici e le differenze culinarie
Il giorno successivo, giovedì 29 maggio, gli stessi protagonisti saranno ospiti all’istituto alberghiero Adriano Olivetti di Monza per una masterclass dedicata agli studenti. La dirigente scolastica Renata Cumino ha accolto positivamente l’iniziativa, sottolineando che il confronto con la cucina ecuadoriana rappresenta una sfida e un’opportunità di crescita per i futuri professionisti.
L’incontro prevede l’analisi approfondita delle tradizioni gastronomiche e dei prodotti tipici dei due Paesi, con particolare attenzione alla valorizzazione delle materie prime e alla tecnica. Lavorare a stretto contatto con cuochi che hanno portato la cucina ecuadoriana a livelli di riconoscimento internazionale permette agli studenti di sperimentare approcci diversi e di vedere come si possa creare qualità anche partendo da ingredienti locali poco conosciuti.
L’istituto, inserito in un progetto più ampio promosso dagli Ambasciatori del Gusto, si conferma nodo fondamentale per la formazione legata alle culture culinarie internazionali, anche grazie a collaborazioni dirette con professionisti esteri.
Il menu della cena: un percorso di sapori tra italia e ecuador con abbinamenti studiati
La cena del 28 maggio proporrà un menu articolato in sette portate, ognuna pensata per raccontare un pezzo di storia e tradizione culinaria. Si partirà con un amuse-bouche a base di paté di sarde arricchito da chutney di cipolla rossa di Tropea e pane al caciocavallo. Poi, due antipasti che giocano su contrasti regionali: il polpo con burrata DOP e piselli a chilometro zero, seguito da un ceviche con mirtilli delle Ande, che introduce la freschezza e acidità tipica del Sud America.
La pasta sarà protagonista con paccheri al pistacchio di Raffadali abbinati ai gamberi rossi di Sicilia, un piatto che unisce terra e mare in un abbraccio. Il secondo piatto principale si concentrerà sulla quinoa, ingrediente fondamentale nella cucina andina, servita con un ragù di gamberi bianchi al cocco, espressione diretta della contaminazione culturale.
A chiudere il pasto, un pre-dessert basato sul mandarino di Ciaculli e un dessert che unisce creme brûlée con texture di cacao, con i vini italiani scelti da Il Moro, cantina che privilegia vitigni siciliani e lombardi.
L’intero percorso stimola la curiosità e l’apprezzamento per ingredienti locali di entrambi i Paesi, offrendo un’esperienza che va oltre il semplice atto del mangiare.