Gruppo equalize, indagini milano su dossieraggio illecito per politica e imprenditoria

Gruppo equalize, indagini milano su dossieraggio illecito per politica e imprenditoria

Un’inchiesta della Dna e della Dda di Milano coinvolge Enrico Pazzali, Nunzio Samuele Calamucci e altri per cyber spionaggio e commercializzazione illecita di dati con finalità estorsive su politici e imprenditori.
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Un’inchiesta della Dna e Dda di Milano coinvolge Enrico Pazzali e altri quindici indagati per un vasto giro di cyber spionaggio e vendita illegale di dati, con l’obiettivo di influenzare politica e imprenditoria tramite la piattaforma Beyond. - Gaeta.it

Un’inchiesta della Dna e della Dda di Milano ha portato all’avviso di chiusura indagine nei confronti di Enrico Pazzali, ex presidente di Fondazione Fiera, con altre quattordici persone. L’accusa riguarda un complesso giro di cyber spionaggio e commercializzazione di informazioni ottenute illegalmente, con finalità sia di profitto che di pressione su esponenti politici e imprenditoriali. Tra gli indagati figura anche Nunzio Samuele Calamucci, tecnico informatico ritenuto responsabile della parte tecnica dell’operazione. Emergono inoltre collegamenti con nomi noti dell’imprenditoria italiana, come Leonardo Maria Del Vecchio, coinvolto in un filone parallelo.

Struttura e obiettivi del gruppo equalize

Il gruppo indagato si sarebbe mosso per raccogliere e rivendere dati acquisiti con metodi illeciti, puntando a influenzare o condizionare soggetti della politica e dell’imprenditoria. Alla base dell’attività vi sarebbe la commercializzazione delle informazioni o l’uso estorsivo e ricattatorio di dati, soprattutto per ottenere vantaggi o intimorire avversari. Il fulcro operativo era Equalize, società guidata da Pazzali. L’indagine definisce Pazzali come promotore e regista dell’associazione, sfruttando le sue reti di conoscenze maturate nei precedenti ruoli istituzionali per procacciare clienti importanti.

I dossier raccolti, secondo l’inchiesta, sarebbero serviti anche a demolire reputazioni di concorrenti politici o imprenditoriali: nei documenti sequestrati, Pazzali viene chiamato “zio bello” o “il Capo”, sottolineando l’utilizzo dei dati per danneggiare i “nemici”. Il ruolo di Calamucci si concentra nella gestione tecnica della piattaforma Beyond, software che, da quanto emerso, avrebbe nascosto la reale provenienza dei dati, ottenuti in modi illegali. La rete avrebbe eseguito accessi non autorizzati soprattutto allo Sdi, Sistema di Informazione della Difesa, oltre a intercettare chat private di individui ritenuti strategici.

Coinvolgimento di figure di rilievo e le vittime dello spionaggio

Tra persone finite al centro dello spionaggio ci sono nomi di spicco nel mondo economico e politico. Oltre a Leonardo Maria Del Vecchio, figlio del fondatore di Luxottica, tra le vittime ci sarebbero Giovanni Gorno Tempini, presidente di Cassa Depositi e Prestiti, ex dirigenti come Giuseppe Biesuz di Trenord, il banchiere e politico Roberto Mazzotta e varie famiglie influenti. Queste persone, secondo i pm, hanno subito violazioni di dati personali con accessi abusivi e raccolta di informazioni riservate.

In un filone laterale, sono indagati anche altri professionisti e manager, tra cui esponenti del gruppo Erg e il responsabile sicurezza della Barilla. Nomi come Matteo Arpe e suo fratello Fabio figurano tra gli indagati, insieme a diversi avvocati. Le intercettazioni hanno rivelato discussioni su ulteriori figure politiche molto note come Matteo Renzi, Matteo Salvini e Daniela Santanchè, ma in questa fase nessuno di loro risulta formalmente chiamato come persona offesa.

Risposte della difesa e utilizzo della piattaforma beyond

Enrico Pazzali, in una memoria difensiva, ha negato di aver ordinato dossier specifici su personaggi come Renzi, Santanchè o Salvini. Ha dichiarato che le ricerche su queste personalità, citate anche nelle intercettazioni, servivano solo a testare il funzionamento della piattaforma Beyond, un sistema aggregatore creato da Calamucci. Secondo Pazzali, queste operazioni non avevano finalità di spionaggio, ma di verifica tecnica del software.

I pm contestano invece che Beyond fosse progettata per nascondere la provenienza illecita delle informazioni estratte da banche dati riservate. Le indagini rilevano che la piattaforma mascherava le fonti e permetteva la manipolazione delle informazioni prima di consegnarle a clienti o usarle per scopi illeciti, come pressioni o ricatti. Questo dettaglio conferma il carattere organizzato dell’intera rete, nata per gestire i dati in modo opaco e tutelare la rete di cyber spionaggio.

Sviluppi e gravità dell’inchiesta

Gli sviluppi del procedimento stanno ora portando a una decisione del riesame sulla richiesta di arresto per Pazzali, segno della gravità dell’inchiesta. Intanto, il decreto conferma come la rete coinvolta operasse con un ampio sistema di complicità tra professionisti, figure politiche e imprenditori, nella raccolta e diffusione di dati ottenuti senza autorizzazione, fattore che ha destato grande attenzione in ambienti istituzionali milanesi.

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