Il campanile della basilica cattedrale santa maria assunta di melfi, uno dei monumenti normanni più rilevanti del mezzogiorno, è al centro di un importante intervento di restauro. La struttura, eretta nel 1153, rappresenta un simbolo della tradizione e dell’arte della città lucana. Dopo anni di chiusura e indagini tecniche, i lavori stanno avanzando grazie a un finanziamento regionale e alla collaborazione tra più enti.
Il percorso di progettazione e finanziamento per il restauro del campanile
Dopo la chiusura, la diocesi di melfi-rapolla-venosa, guidata dal vescovo monsignor ciro fanelli, ha coordinato un percorso complesso di studio e pianificazione. Le indagini conoscitive hanno coinvolto tecnici specializzati, restauratori e ingegneri strutturali. Questo lavoro preliminare ha permesso di definire le priorità di intervento e di redigere un progetto dettagliato per il consolidamento e il restauro conservativo.
Il successivo passo è stato il reperimento dei fondi necessari. Grazie a un accordo tra la diocesi, il comune di melfi e la regione basilicata, si è ottenuto un finanziamento di due milioni di euro dalla regione, impiegando risorse comunitarie del programma po fesr 2014-2020. Le autorizzazioni sono state concesse dalla soprintendenza per i beni culturali e paesaggistici e dalla conferenza episcopale della basilicata. Questo supporto ha reso possibile avviare i lavori in sicurezza e con criteri rigorosi.
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Il contributo economico comprende anche la copertura delle spese per le operazioni di pulizia, il recupero delle pietre originali e il consolidamento delle strutture interne del campanile. Il coordinamento tra enti pubblici e religiosi ha facilitato l’impiego delle risorse e garantito il rispetto delle norme per i beni storici. Questo percorso ha una durata stimata di diversi mesi, durante i quali sarà possibile restituire alla città un monumento stabile e accessibile.
La storia e il valore artistico del campanile normanno di melfi
Costruito su incarico di re ruggiero ii da noslo de remerio nel 1153, il campanile della basilica santa maria assunta conserva elementi architettonici tipici dell’epoca normanna nel mezzogiorno italiano. La struttura è riconosciuta dagli storici come una testimonianza importante della presenza normanna in basilicata. Durante i secoli ha subito diverse modifiche, ma ha mantenuto intatti i tratti originari che ne definiscono il ruolo nel contesto artistico e religioso della città. Il campanile affianca la basilica e rappresenta un punto di riferimento visivo e culturale per la comunità locale.
Nella sua funzione originaria, il campanile svolgeva un ruolo liturgico e civico, richiamando la popolazione durante le funzioni religiose ma anche fungendo da torre di controllo. La sua posizione e la sua altezza lo rendono un elemento dominante nel paesaggio urbano di melfi, visibile da diverse aree circostanti. Il valore storico e architettonico ne ha imposto la tutela come monumento nazionale, sottoposto a diverse normative di tutela e conservazione.
Gli interventi previsti per la stabilizzazione e il restauro degli elementi lapidei
I lavori in corso sul campanile si concentrano sul consolidamento strutturale di alcune parti critiche e sul restauro conservativo delle superfici in pietra. Le porzioni interessate dal degrado riguardano soprattutto i cornicioni e alcune pietre ornamentali esposte alle intemperie. Il consolidamento implica l’inserimento di elementi di supporto, come tiranti e malte speciali, in grado di arrestare il processo di deterioramento senza alterare la fisionomia originale.
Il restauro conservativo punta a recuperare la materia prima senza sostituzioni che possano deturpare l’aspetto storico. Le pietre danneggiate vengono pulite, consolidate e fissate con prodotti specifici, preceduti da analisi chimiche e fisiche. L’obiettivo è mantenere la leggibilità delle decorazioni e il carattere antico della struttura. In alcuni casi si interviene per prevenire infiltrazioni d’acqua e corrosioni, molto spesso responsabili del degrado.
Questi interventi richiedono attenzione e precisione, perché ogni modifica influisce sull’integrità complessiva del campanile. Il rispetto delle tecniche di restauro stabilite dalla soprintendenza è imprescindibile. I lavori sono eseguiti con l’ausilio di impalcature e attrezzature che permettono di operare anche nelle zone più inaccessibili della torre, garantendo sicurezza per gli operatori e per la struttura stessa.
Le cause e le conseguenze del deterioramento del campanile
A partire dal 2 ottobre 2018, la zona intorno al campanile è stata chiusa al pubblico a causa della caduta di frammenti di pietra dai cornicioni. Questo fenomeno ha evidenziato il degrado della struttura, dovuto all’usura dei materiali e all’azione degli agenti atmosferici nel corso dei secoli. L’episodio ha allarmato sia la diocesi locale che gli enti preposti alla tutela dei beni culturali, portando all’avvio di una serie di indagini per valutare la stabilità dell’edificio.
Le verifiche hanno interessato principalmente le componenti lapidee e gli elementi portanti del campanile. Questi rilievi si sono rivelati necessari per evitare ulteriori cedimenti e per permettere un intervento mirato. La chiusura dell’area ha influito sulla fruizione del monumento, limitando l’accesso sia dei visitatori che della comunità religiosa. Il rischio crolli ha fatto emergere l’urgenza di un progetto di restauro che affrontasse sia la sicurezza che la conservazione storica.