Una serra per la coltivazione di cannabis è stata individuata all’interno di una villa a Marano di Napoli. L’uomo arrestato, Giuseppe Simioli, 63 anni, aveva già precedenti penali. Nel corso dell’operazione i carabinieri hanno sequestrato quasi un centinaio di piante e sostanze già pronte per la vendita, oltre a riscontrare un allaccio abusivo alla rete elettrica.
Il blitz e la perquisizione dei carabinieri
Durante un controllo notturno di routine nel territorio di Giugliano in Campania, i carabinieri della stazione di Licola si sono insospettiti di un’auto che aveva attirato la loro attenzione. Fermato il conducente, identificato come Giuseppe Simioli, i militari hanno trovato nel veicolo 63 grammi di marijuana e 2 grammi di cocaina. Simioli, già noto alle forze dell’ordine, è stato tratto in arresto e ha dato il via a un’indagine più approfondita.
I carabinieri, insieme ai colleghi della compagnia di Pozzuoli, hanno eseguito una perquisizione nella villa di Marano di Napoli dove vive l’uomo. L’abitazione, di circa 200 metri quadrati su due piani, è stata ispezionata a fondo, con particolare attenzione al primo piano dove è stato scoperto un laboratorio specifico per la coltivazione della cannabis.
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Le caratteristiche della serra e il sequestro
Il laboratorio allestito in villa era organizzato su tre stanze, ognuna dedicata a una fase diversa della coltivazione: semina, crescita e essiccazione. In questi ambienti trovavano posto quattro strutture “grownbox” con lampade a basso consumo energetico, sistemi di ventilazione e fertilizzanti specifici per l’agricoltura indoor. Questi strumenti dimostrano come la coltivazione fosse curata in ogni dettaglio per massimizzare la produzione.
Il blitz si è concluso con il sequestro di 98 piante di cannabis, ciascuna alta intorno agli 80 centimetri, per un totale di 25 chili. Inoltre sono stati trovati 350 grammi di marijuana già confezionati e pronti per essere venduti sul mercato. Le forze dell’ordine hanno distrutto 40 piante ancora in fase di germogliazione. I carabinieri hanno recuperato anche 2.317 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività illegale.
Le implicazioni legate all’allaccio abusivo e il destino dell’immobile
Nel corso delle verifiche è stato accertato che la serra era alimentata con un allaccio abusivo alla rete elettrica, una pratica che comporta un danno economico oltre al rischio di incidenti legati alla sicurezza. Le autorità stanno ancora quantificando i danni causati da questa manomissione.
La villa è stata posta sotto sequestro preventivo per consentire ulteriori indagini e limitare qualsiasi forma di attività criminale che potrebbe riprendere in quella sede. Giuseppe Simioli è finito in carcere e resta in attesa di essere processato per i reati contestati. Le indagini potrebbero allargarsi per capire se dietro a questa coltivazione ci sia una rete di spaccio più estesa o altri coinvolgimenti.
I carabinieri mantengono alta l’attenzione sulla zona, consapevoli che simili impianti possono nascondersi in contesti apparentemente tranquilli. L’operazione a Marano di Napoli conferma come la rete del narcotraffico locale si basi anche su strutture improvvisate ma tecnologicamente avanzate.