Al centro di lillestrøm, Norvegia, si sta svolgendo fino al 27 giugno igf2025, un incontro internazionale dedicato alla governance di internet. La manifestazione riunisce rappresentanti di governi, organizzazioni e voci della società civile per discutere le sfide del web e impostare un dialogo su un futuro digitale che metta al centro l’essere umano e la sicurezza globale.
Monsignor lucio adrian ruiz, segretario del dicastero per la comunicazione della Santa Sede, ha partecipato con un intervento in cui ha chiesto di approcciare ogni nuova tecnologia con “sapienza del cuore”, un equilibrio fra conoscenza e coscienza, libertà e responsabilità, giustizia e solidarietà. Il suo messaggio ha sottolineato la necessità di orientare lo sviluppo digitale verso fini che favoriscano la dignità umana e la convivenza civile.
Igf2025 a lillestrøm, una piattaforma globale per discutere internet
Il forum igf2025 si è aperto il 23 giugno e proseguirà fino al 27. La manifestazione rappresenta un’occasione per affrontare temi cruciali nell’era digitale, tra cui la sicurezza online, la gestione dei dati, le disuguaglianze nell’accesso e il ruolo delle nuove tecnologie soprattutto dell’intelligenza artificiale.
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Oltre alle istituzioni internazionali, prendono parte delegazioni di vario tipo, come quella della Santa Sede, guidata da monsignor ruiz. La presenza vaticana testimonia l’interesse a inserire la dimensione etica e umana nei dibattiti sull’evoluzione di internet.
Gli incontri puntano a creare un dialogo inclusivo che tenga conto delle esigenze di tutti gli utenti, specialmente quelli più vulnerabili. Si discutono regole condivise e modelli di governance capaci di assicurare che il web resti aperto e accessibile.
I temi della protezione della privacy e della lotta alla disinformazione occupano un posto centrale. Con l’avanzare delle tecnologie, si cerca di conciliare innovazione, sicurezza e diritti civili, lavorando su una coesione globale.
La riflessione di monsignor ruiz sull’impatto umano della tecnologia
Nel suo discorso, monsignor lucio adrian ruiz ha insistito sul legame imprescindibile fra tecnologia e condizione umana. Ha definito il cambiamento introdotto dall’intelligenza artificiale “profondo e rapido”, capace di trasformare la vita quotidiana e il modo di lavorare.
Ha evidenziato come l’innovazione non riguardi solo l’aspetto tecnico, ma ha conseguenze dirette sulla cultura, sulle relazioni sociali e sulla convivenza. Per questo ha evocato il documento vaticano Antiqua et Nova, pubblicato a gennaio, che invita a guardare il futuro con discernimento.
Monsignor ruiz ha ricordato che non serve opporsi al progresso, ma occorre “illuminarlo con una saggezza antica” che sappia guidare gli sviluppi tecnologici verso obiettivi umani, giusti e solidali. La tecnologia deve supportare non solo il miglioramento materiale ma la crescita della persona e della società.
Secondo il segretario vaticano, la trasformazione digitale presenta sfide che richiedono attenzione continua, per evitare che la perdita del senso umano induca a disuguaglianze o comportamenti che peggiorino il vivere civile. A tal fine, il dialogo interculturale e la cooperazione globale risultano indispensabili.
Responsabilità morale e limiti dell’intelligenza artificiale
Monsignor ruiz ha evidenziato che l’intelligenza artificiale, pur essendo un prodotto dell’ingegno umano, non può essere considerata soggetto pensante. Questo significa che ogni applicazione deve essere accompagnata da una solida responsabilità morale.
Ha portato esempi concreti sull’impiego dell’AI: nell’istruzione può migliorare strumenti e metodi, ma non sostituire la relazione diretta fra docente e studente, fonte di valori e crescita personale. Nel settore sanitario l’AI aiuta nelle diagnosi, ma non può eliminare l’ascolto e la cura umana.
Un tema delicato riguarda la comunicazione. Il rischio è l’indebolimento della verità e dell’autenticità, elementi fondamentali per la fiducia sociale. In politica emerge la minaccia di una maggiore polarizzazione, mentre in ambito militare monsignor ruiz ha definito “eticamente inaccettabili” le armi autonome.
Infine, lo sguardo all’ambiente: l’AI può offrire strumenti per la sostenibilità, ma serve una tecnologia che rispetti la “casa comune”, cioè il pianeta e tutti gli esseri viventi. Il controllo e la regolazione consapevole di questi strumenti restano cruciali.
La sapienza del cuore come guida per l’innovazione digitale
L’appello centrale di monsignor ruiz è stato quello di un’innovazione orientata dalla “sapienza del cuore”, un modo di pensare che unisce conoscenza e coscienza, libertà e responsabilità, giustizia e solidarietà. Un invito a non perdere di vista la dimensione umana in ogni passo tecnologico.
La Santa Sede ha chiesto una governance etica d’internet, capace di mettere l’uomo al centro. Solo così il futuro digitale potrà essere giusto, inclusivo e carico di significato, anche sotto il profilo spirituale.
Nel richiamare la necessità di valori condivisi e regole comuni, monsignor ruiz ha sottolineato che internet non è solo tecnologia ma un “spazio” che deve custodire la dignità umana. A igf2025 si rinnova quindi la richiesta di tempi decisivi per garantire un web a misura d’uomo, etico e sostenibile.