A lampedusa oltre 144mila migranti accolti in due anni dalla croce rossa italiana all’hotspot di contrada imbriacola

A lampedusa oltre 144mila migranti accolti in due anni dalla croce rossa italiana all’hotspot di contrada imbriacola

L’hotspot di contrada Imbriacola a Lampedusa, gestito dalla Croce Rossa Italiana, ha accolto oltre 144.000 migranti dal 2023 al 2025, con un aumento del 25% degli arrivi nel primo quadrimestre 2025 e numerosi casi di vulnerabilità assistiti.
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L’hotspot di contrada Imbriacola a Lampedusa, gestito dalla Croce Rossa Italiana dal giugno 2023, ha accolto oltre 144.000 migranti principalmente da Bangladesh, Siria, Tunisia e Guinea, con un aumento significativo degli arrivi nel 2025. La struttura garantisce assistenza sanitaria, legale e psicologica, prestando particolare attenzione a minori e persone vulnerabili. - Gaeta.it

L’hotspot di contrada Imbriacola a Lampedusa ha registrato un flusso continuo di migranti dal giugno 2023 a maggio 2025. La gestione affidata alla Croce Rossa Italiana ha visto un aumento significativo degli arrivi, con numeri che confermano l’intensità delle partenze dal Mediterraneo. In questo arco temporale sono stati accolti uomini, donne e minori provenienti in maggioranza da paesi come Bangladesh, Siria, Tunisia e Guinea.

I numeri dell’accoglienza a lampedusa tra giugno 2023 e maggio 2025

Dal primo giugno 2023, quando la Croce Rossa Italiana ha preso in carico la gestione dell’hotspot di contrada Imbriacola, fino al 31 maggio 2025, sono state registrate 144.641 persone accolte nella struttura. La composizione demografica degli ospiti vede una netta prevalenza di uomini adulti, che rappresentano il 73,6% del totale. Le donne adulte sono il 7,9% mentre i minori costituiscono il 18,5%. Questi dati riflettono un flusso migratorio formato soprattutto da persone adulte di sesso maschile che affrontano la traversata marina.

Paesi di provenienza principali

Le origini principali indicano quattro paesi con percentuali elevate di migranti in arrivo: Bangladesh con il 17%, Siria 12%, Tunisia 11% e Guinea 10%. La Croce Rossa sottolinea come la gestione quotidiana dell’hotspot abbia riguardato anche l’assistenza a oltre tremila sbarchi in due anni. Durante questo periodo i volontari hanno registrato quasi seimila casi di vulnerabilità o bisogni specifici, che hanno richiesto interventi e segnalazioni mirate.

Crescita degli arrivi nel 2025 e impatto sull’hotspot

Analizzando i dati relativi al primo quadrimestre del 2025 si osserva un aumento consistente rispetto all’anno precedente. Dal 1 gennaio al 31 maggio 2025, 18.035 persone sono approdate sulle coste di Lampedusa, con una crescita del 25,3% rispetto allo stesso periodo del 2024, quando erano entrati nella struttura 14.393 individui. Questo incremento denota un aumento significativo del flusso migratorio, con impatti sulla capacità di accoglienza e assistenza.

La struttura si trova dunque a gestire un numero crescente di arrivi, che richiede un’organizzazione quotidiana molto attenta. Ogni sbarco comporta la raccolta di informazioni personali, la verifica dei bisogni sanitari e legali, oltre agli interventi di prima accoglienza. Le risorse umane della Croce Rossa, formate da operatori e volontari, si impegnano per mantenere alti gli standard di umanità e tutela delle persone accolte, garantendo il rispetto della dignità di ciascuno.

Organizzazione e risorse

La complessità degli arrivi richiede un coordinamento efficace e rapidità nelle procedure, per rispondere alle molteplici esigenze degli ospiti e assicurare un flusso fluido nella gestione quotidiana dell’hotspot.

Il ruolo della croce rossa nella gestione e assistenza ai migranti

La Croce Rossa Italiana ha assunto un ruolo centrale nella gestione dell’hotspot di Lampedusa, offrendo assistenza continua e pronta a ogni nuova ondata di sbarchi. Il presidente della CRI, Rosario Valastro, ha ricordato come “l’impegno quotidiano si concentri sul rispetto della persona, senza discriminazioni rispetto all’origine o alle condizioni individuali.” La Croce Rossa si occupa non solo della prima accoglienza materiale ma anche di rispondere ai bisogni specifici grazie a un sistema di segnalazioni di casi di fragilità.

In due anni di gestione sono state prese in carico quasi seimila situazioni di vulnerabilità, che vanno dalle condizioni sanitarie a casi legati a violenze o situazioni di pericolo. L’assistenza si estende al sostegno psicologico e legale, oltre che all’organizzazione di trasferimenti verso altre strutture di accoglienza. Valastro ha sottolineato che “i numeri non raccontano l’intera storia, ma dietro a ogni migrante ci sono motivazioni complesse come conflitti, disastri e crisi nei paesi di origine,” che spingono molti a scegliere un viaggio rischioso attraverso il Mediterraneo.

Condizioni di lavoro e assistenza

L’azione della Croce Rossa si rivolge quindi a una popolazione variegata e fragile, con donne, bambini e adulti che affrontano condizioni spesso drammatiche prima dell’approdo. I volontari lavorano in condizioni difficili, con ritmi serrati e un carico emotivo alto, per garantire assistenza sanitaria, cibo, servizi igienici e accoglienza temporanea.

Provenienza e vulnerabilità dei migranti a lampedusa

Le principali nazionalità registrate tra i migranti accolti a Lampedusa negli ultimi due anni sono Bangladesh, Siria, Tunisia e Guinea. Questi stati rappresentano da soli quasi la metà del totale degli ospiti. La scelta di partire da questi paesi riflette situazioni di instabilità politica, economica o sociale, che spingono molte persone a cercare un futuro altrove.

Le vulnerabilità più frequenti individuate riguardano soprattutto minori non accompagnati, donne in gravidanza o vittime di violenze. La Croce Rossa ha predisposto protocolli specifici per far fronte a queste emergenze, valutando con attenzione ogni singolo caso. La tutela dei diritti di chi arriva è centrale nel lavoro delle équipe, che devono garantire interventi rapidi e mirati.

Attenzione ai casi medici e protezione dei minori

Non mancano, durante gli sbarchi, casi di persone con problemi di salute acuti, tra cui malattie croniche o traumi fisici, che necessitano di cure immediate. La presenza di bambini e adolescenti ha richiesto un’attenzione particolare nell’organizzazione degli spazi e nel coordinamento con altre istituzioni competenti per la tutela dei minori.

L’interazione con le forze dell’ordine, con le strutture sanitarie e con i soggetti del terzo settore garantisce una risposta articolata alle diverse esigenze, in una cornice che riflette la realtà dei flussi migratori nel Mediterraneo oggi.

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