Il 2025 porta novità sul fronte degli aiuti per gli anziani non autosufficienti in Italia. Da giugno l’Inps avvierà l’erogazione della “Prestazione universale”, un contributo di 850 euro mensili che andrà a sostenere chi ha una grave necessità assistenziale. Chi ha inoltrato domanda già a gennaio, potrà ricevere anche i mesi precedenti.
Condizioni necessarie per accedere al bonus dedicato agli anziani con bisogni assistenziali gravi
Per ottenere il beneficio da 850 euro mensili, il richiedente deve avere almeno 80 anni e un livello di bisogno assistenziale molto elevato certificato da valutazioni mediche specifiche dell’Inps. La commissione tecnico-scientifica nominata a ottobre 2024 ha stabilito parametri precisi per definire i requisiti, confermati anche dal ministero del Lavoro con un decreto dello scorso dicembre.
Altri criteri comprendono un valore Isee non superiore a 6.000 euro e la titolarità dell’indennità di accompagnamento attiva. In caso di sospensione di quest’ultima, l’assegno non sarà erogato. Nello specifico, il livello “gravissimo” si riferisce a situazioni come coma, stato vegetativo o minima coscienza con punteggi bassi nella Glasgow Coma Scale. Rientrano anche persone ventilate meccanicamente in modo continuativo o affette da forme molto gravi di demenza, valutate con specifiche scale cliniche.
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Ulteriori categorie idonee sono quelle con lesioni spinali particolari, danneggiamenti motori gravissimi da patologie neurologiche o muscolari, e chi presenta una deprivazione sensoriale complessa come totale cecità o ipoacusia profonda. Le disabilità comportamentali gravi dello spettro autistico al livello massimo, o riporto di un ritardo mentale profondo, sono altresì incluse. L’Inps considera anche chi richieda assistenza e monitoraggio continuo, 24 ore su 24, sette giorni su sette, a causa di condizioni psicofisiche molto complesse.
Dettaglio delle condizioni mediche e criteri di valutazione per la prestazione
Le condizioni di gravità sono quantificate attraverso varie scale di valutazione riconosciute a livello medico. Per esempio, la Glasgow Coma Scale valuta la coscienza nei pazienti in coma o con stato di minima coscienza, assegnando un punteggio su parametri specifici. La Clinical Dementia Rating Scale serve per misurare la gravità delle demenze, con punteggio 4 o superiore che indica forme gravissime.
Per le lesioni cervicali alte, tra C0 e C5, la classificazione passa per la scala ASIA Impairment Scale, che determina il livello di danno neurologico. Solo lesioni di grado A o B, che indicano compromissione motoria totale o quasi, danno diritto al riconoscimento. Lo stesso accade per un bilancio muscolare pari o inferiore a 1 su quattro arti, valutato con la scala Medical Research Council, o parametri altissimi negli indicatori di disabilità come l’EDSS o Hoehn e Yahr.
Chi ha perdita sensoriale importante in entrambi gli occhi o nel migliore, o ipoacusia superiore a 90 decibel, rientra nelle condizioni di disabilità gravissima anche a prescindere da quando è comparsa la disabilità. Per disturbi comportamentali dello spettro autistico, il livello 3 del DSM-5 segna la gravità estrema. Infine, la prestazione abbraccia chi, per gravi motivi psicofisici, necessita assistenza da più persone 24 ore al giorno senza pause, pena rischi seri per la salute o la vita.
Struttura e modalità di erogazione della prestazione universale mensile
La prestazione universale prevista dall’Inps si compone di due parti distinte ma integrate. La prima è la quota fissa, corrispondente all’indennità di accompagnamento già riconosciuta ed erogata secondo le procedure ordinarie. Per il 2025 questa quota resta ferma a 531,75 euro mensili.
La seconda parte è invece l’assegno di assistenza, un contributo di 850 euro che vuole supportare le spese per il lavoro domestico o servizi qualificati di cura e assistenza. Quest’ultima cifra viene pagata tramite la nuova piattaforma “Prestazione universale”, pensata per gestire in modo specifico questo bonus.
Il totale mensile complessivo supererà così i 1.300 euro , una somma che non concorre al reddito imponibile e non può essere pignorata. L’erogazione avverrà mensilmente e chi ha inoltrato domanda a gennaio riceverà un pagamento unico con gli arretrati dei mesi precedenti. L’Inps ha deciso di sperimentare questa nuova misura, da gennaio 2025 fino al dicembre 2026, per verificare la risposta sul campo.
Controlli, verifica dei requisiti e ruolo delle strutture territoriali Inps
Per garantire la corretta applicazione del bonus, l’Inps ha messo a punto controlli rigidi affidati alle strutture territoriali. Queste ultime dovranno accertare il possesso dei requisiti e monitorare eventuali variazioni della condizione del beneficiario nel tempo.
Il messaggio Inps n. 1401 del 5 maggio 2025 dettaglia modalità e procedure per gli accertamenti medici e amministrativi. Il sistema prevede verifiche anche sull’attività di cura e assistenza svolta dai lavoratori domestici o dalle imprese qualificate, a cui è destinata la quota integrativa del contributo.
L’attenzione si concentra anche sull’indennità di accompagnamento, condizione indispensabile e continuativa. Se l’indennità viene sospesa o revocata, la prestazione universale non sarà più erogata. Questo sistema punta a evitare eventuali abusi e garantire che il bonus continui a essere diretto a chi ha reali condizioni di gravità e bisogno.
Il monitoraggio costante servirà inoltre a registrare eventuali miglioramenti o peggioramenti, così da consentire eventuali modifiche nel riconoscimento e negli importi erogati. Le strutture territoriali Inps avranno quindi un ruolo chiave per mantenere l’efficacia e la correttezza dell’intervento.