La città di bressanone, situata nel cuore dell’alto adige, ha avviato un progetto pilota che coinvolge studentesse e studenti di agricoltura e settore alberghiero. L’iniziativa punta a creare un confronto diretto tra chi coltiva la terra e chi trasforma il cibo in piatti, rafforzando il legame tra agricoltura e turismo gastronomico. Il percorso formativo, promosso da istituzioni locali, si concentra sull’uso di materie prime regionali e sulla sostenibilità nelle scelte alimentari.
Un progetto di collaborazione tra scuole agricole e di cucina a bressanone
Nel 2022, un workshop organizzato da idm alto adige con l’unione albergatori e l’unione agricoltori ha riunito esperti per discutere il rapporto tra agricoltura e turismo. Da queste riflessioni è nato un progetto concreto che coinvolge due istituti professionali di bressanone: la scuola salern per agricoltura ed economia domestica e il centro di formazione emma hellenstainer, specializzato in ambito alberghiero. idm coordina le attività con l’appoggio del südtiroler köcheverband, mantenendo stretti contatti con il mondo agricolo e culinario locale.
Il progetto coinvolge circa quaranta giovani, divisi tra chi studia a contatto con la natura e chi si prepara a lavorare nelle cucine della regione. Durante il percorso, gli studenti si scambiano conoscenze dirette sul campo, condividendo esperienze pratiche legate a coltivazione e trasformazione degli alimenti. Questo approccio favorisce una comprensione più profonda delle materie prime, essenziale per valorizzare i prodotti locali nei ristoranti.
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Esperienze pratiche e visite sul territorio altoatesino
Gli studenti visitano a rotazione i rispettivi ambiti di studio: gli allievi dell’agraria mostrano come si producono formaggi freschi e si coltivano ortaggi di stagione, mentre i futuri chef illustrano le tecniche per valorizzare questi ingredienti attraverso ricette tradizionali e innovative. La cucina a cui aspirano punta sull’impiego esclusivo di prodotti regionali, come il formaggio di pecora e il topfen, ingredienti tipici dell’alto adige.
Il progetto prevede anche uscite didattiche sul territorio, tra cui visite ad aziende agricole tecnologiche della val venosta, dove le colture rispettano criteri rigorosi di sostenibilità. Inoltre, gli studenti hanno avuto l’occasione di conoscere ristoranti d’eccellenza come il flurin a bressanone, noto per l’uso di oltre l’80% di prodotti locali. Queste esperienze territoriali stimolano nuove idee e mettono in luce le opportunità di un rapporto diretto tra produttori e cuochi.
Un impegno diffuso per la riduzione degli sprechi e la valorizzazione delle tradizioni
Oltre a concentrarsi sui giovani, il progetto riflette una realtà più ampia presente sul territorio. Numerose aziende agricole, agriturismi e locali di ristorazione si sono attrezzati per minimizzare gli sprechi alimentari. Questo si traduce nell’utilizzo completo di ortaggi e prodotti animali, nella conservazione di eccedenze mediante conserve fatte in casa e nella riscoperta di ricette tradizionali della cucina povera altoatesina, caratterizzata da un’attenzione particolare agli ingredienti.
Le pratiche adottate dalle realtà locali confermano una visione che parte dalla terra e arriva alla tavola, mantenendo una stretta connessione tra produzione e consumo. L’intento comune è garantire la sostenibilità ambientale e culturale preservando sapori autentici e tecniche di lavorazione legate al territorio.
Prospettive per un’espansione della collaborazione tra agricoltura e cucina
A conclusione delle attività, studenti e insegnanti hanno immaginato possibili ampliamenti del progetto su scala regionale. L’idea è estendere il dialogo tra operatori agricoli e del settore turistico alberghiero a tutto l’alto adige, coinvolgendo un numero maggiore di scuole e aziende. Questo potrebbe promuovere una cultura del cibo locale più radicata, rafforzando il turismo enogastronomico e incentivando pratiche sostenibili diffuse.
L’esperienza di bressanone dimostra che la collaborazione diretta tra chi produce il cibo e chi lo trasforma è possibile e porta benefici concreti, sia in termini formativi sia per la valorizzazione del territorio. “La sinergia tra agricoltura e cucina è la chiave per un futuro sostenibile,” sottolineano gli organizzatori.