La città di bologna ha avviato all’inizio del 2024 una nuova regolamentazione della velocità: le strade interessate hanno un limite massimo di 30 km/h. Questo intervento ha prodotto risultati rilevanti in termini di sicurezza stradale, qualità dell’aria e gestione del traffico. Un recente studio di GO-Mobility ha analizzato dati reali raccolti direttamente dalle scatole nere delle auto, documentando i benefici generati nel corso dei primi dodici mesi di applicazione. Queste evidenze offrono un quadro importante per altre realtà italiane che valutano misure simili.
I risparmi sociali ed economici derivati dalla riduzione degli incidenti a bologna
Sulle strade di bologna dove è stato introdotto il limite di 30 km/h, il numero di incidenti, feriti e vittime si è ridotto sensibilmente. Il risultato si traduce in un risparmio complessivo stimato in oltre 150 milioni di euro in soli sei mesi. Queste cifre tengono conto dei costi diretti legati all’emergenza sanitaria, alle spese per i soccorsi e ai danni materiali, ma anche di quelli indiretti dovuti a perdite produttive e sociali. La diminuzione degli eventi gravi ha avuto un impatto importante sulla vivibilità della città e sulla tranquillità di chi viaggia quotidianamente sulle strade urbane.
Oltre ai risparmi economici, l’adozione del limite ha migliorato la percezione di sicurezza fra gli automobilisti e ha contribuito a contenere situazioni a rischio come frenate brusche e accelerazioni improvvise. Questi fattori evidenziano un cambiamento concreto nei comportamenti di guida, con meno episodi che possono provocare danni o disagi agli utenti della strada.
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La guida che diventa più sicura e sostenibile senza allungare i tempi di percorrenza
I dati raccolti mettono in luce anche un miglioramento dell’esperienza di guida. Nelle aree con limite a 30 km/h, la percentuale di viaggi in cui si rispetta il limite ha raggiunto quasi il 60%. Questo rispetto delle regole ha fatto diminuire in modo significativo le frenate brusche, che si sono ridotte di più della metà. Anche le accelerazioni anomale hanno avuto un calo consistente. Questo stile di guida più morbido ha favorito una circolazione del traffico più regolare, con meno stop improvvisi e ripartenze forsennate.
Nonostante la riduzione della velocità, i tempi di percorrenza non hanno subito ripercussioni pesanti. In caso si rispetti totalmente il limite, il ritardo medio su un viaggio tipo di circa 10 minuti è inferiore ai 30 secondi. Questo dato è cruciale per sfatare l’idea che ridurre la velocità significhi per forza allungare i tempi di spostamento in modo significativo. Invece, a bologna si è osservata una fluidità migliore, che bilancia le velocità contenute.
Il contributo di big data e scatole nere per uno studio innovativo sulle politiche urbane
Lo studio di GO-Mobility rappresenta una novità nel campo delle analisi sulla mobilità urbana, poiché si basa su dati raccolti in tempo reale e direttamente dalle scatole nere delle auto. Sono stati esaminati più di 135mila viaggi reali, tra ottobre 2023 e ottobre 2024, generando oltre 90 milioni di punti di campionamento. Questa mole di informazioni permette di valutare con precisione le variazioni di velocità, le tipologie di frenate, nonché le emissioni prodotte durante ogni spostamento.
Il dato delle emissioni è significativo: l’inquinamento atmosferico e i gas climalteranti sono scesi fino al 17% per chilometro percorso nelle zone interessate dal limite di velocità. Un risultato importante in un contesto dove la riduzione degli inquinanti urbani è prioritaria per la salute pubblica. La possibilità di incrociare questi dati così dettagliati apre la strada a interventi più mirati e a una gestione delle politiche di mobilità più attenta alle condizioni reali sul territorio.
La possibilità di replicare il modello di bologna in altre città italiane
Il caso di bologna rappresenta un esempio concreto per le amministrazioni che stanno pensando di introdurre limiti di velocità analoghi nelle proprie città. Le evidenze raccolte mostrano che la città 30 può contenere i rischi associati alla guida urbana senza penalizzare troppo gli spostamenti e contribuendo a ridurre l’inquinamento nelle aree centrali e residenziali.
Daniele Mancuso, ceo di GO-Mobility, sottolinea che la disponibilità di dati puntuali aiuta a valutare con realismo e rigore questi interventi, spesso oggetto di dibattito acceso. Gli strumenti tecnologici oggi permettono di conoscere con precisione il comportamento degli utenti e l’effetto delle misure adottate. Questo consente di superare idee preconcette e di muoversi in direzioni più consapevoli e supportate dai fatti.
Il monitoraggio costante e su larga scala, ripetuto negli anni, potrà far emergere ulteriori spunti per migliorare la sicurezza, l’aria e la qualità della vita nelle città italiane. Bologna offre così un esempio pratico di come affrontare le sfide della mobilità urbana contemporanea, basandosi su dati e risultati concreti.