La situazione nella Striscia di Gaza è ancora segnata da violenze che coinvolgono civili e strutture di assistenza umanitaria. L’ultimo bilancio della Protezione Civile, gestita da Hamas, parla di decine di morti e feriti causati da scontri armati nella zona meridionale della regione. Incidenti di questo tipo complicano ulteriormente la crisi umanitaria già presente nel territorio.
I morti e i feriti nella giornata in cui colpi d’arma da fuoco hanno investito due centri di aiuti
Il 26 aprile 2025 sono morti 26 palestinesi in seguito a spari verificatisi vicino a due punti di distribuzione di aiuti umanitari nel sud di Gaza. La Protezione Civile ha fornito la conta delle vittime, segnando anche oltre cento feriti. Questi dati arrivano da fonti ufficiali riconducibili alla gestione di Hamas nella Striscia. L’episodio più grave si è svolto nei pressi di un centro nella zona sud-ovest di Khan Younis, dove 22 persone hanno perso la vita. Altri quattro decessi si sono registrati intorno a un altro punto di assistenza, situato nel nord-ovest di Rafah. Le persone colpite includevano civili presenti nelle aree designate per ricevere beni di prima necessità e supporto medico.
Le ferite riportate vanno da lesioni lievi a condizioni critiche tra i feriti. Le strutture sanitarie locali hanno ampliato il personale e preparato sale d’emergenza per gestire l’afflusso improvviso di pazienti. Testimoni oculari hanno riferito di una scena caotica con molti residenti che cercavano riparo o aiuto. Le autorità della Protezione Civile hanno condotto rilievi sul posto rapidamente, raccogliendo dati e informazioni utili per la ricostruzione degli eventi.
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Attribuzione degli attacchi secondo le autorità di gaza
Mahmoud Bassal, portavoce della Protezione Civile di Gaza, ha dichiarato all’agenzia Afp che gli attacchi sono stati causati da colpi d’arma da fuoco provenienti dalle truppe israeliane. L’accusa rivolta a Israele si basa sulle circostanze degli eventi e sulle testimonianze raccolte dalle squadre locali di soccorso. Gli attacchi hanno preso di mira aree molto sensibili, dove la presenza di aiuti umanitari avrebbe dovuto garantire una certa protezione a chi vive sotto tensione da settimane.
Le conseguenze degli attacchi sulle infrastrutture umanitarie
Gli episodi si inseriscono nel contesto di crescenti scontri tra Israele e gruppi palestinesi armati. Il danneggiamento o la messa a rischio di infrastrutture di assistenza umanitaria rappresenta un aggravio nella condizione di chi abita la Striscia. Non a caso le organizzazioni internazionali avevano più volte domandato misure per tutelare queste zone. Le implicazioni umanitarie sono pesanti: oltre alla perdita delle vite umane, si rallenta la distribuzione di aiuti essenziali come cibo, medicinali e acqua potabile.
Le autorità di Gaza hanno chiesto alla comunità internazionale di intervenire per fermare queste aggressioni e per proteggere i civili ammassati nei centri di accoglienza temporanea. La difficoltà di gestire una crisi che dura da anni si fa più evidente con ogni attacco che colpisce persone innocenti o strutture vitali. Anche le reazioni diplomatiche e le prese di posizione di diversi Stati stanno ruotando attorno a questi sanguinosi episodi.
Impatto sulla popolazione civile e condizioni di sicurezza nel sud di gaza
La popolazione nella parte meridionale della Striscia di Gaza vive in uno stato di costante pericolo. I centri di aiuti umanitari sono essenziali per garantire il minimo sostentamento a migliaia di famiglie che fuggono dai combattimenti o vivono in condizioni di estrema povertà. Il fatto che due di questi luoghi siano stati bersaglio di colpi d’arma da fuoco rende la situazione insostenibile.
Le organizzazioni locali hanno intensificato gli sforzi per allestire rifugi sicuri. Nel frattempo, molte persone hanno preferito spostarsi ulteriormente verso i confini con l’Egitto, dove però l’accesso è spesso bloccato o limitato. Le scuole e strutture comunitarie hanno aperto le porte a chi ha perso casa o spazio per ripararsi. Serve una risposta immediata che permetta sia la tutela dei diritti umani sia la consegna rapida di beni di prima necessità.
Le misure di sicurezza imposte dalle autorità militari israeliane si intrecciano con l’azione delle forze palestinesi di Hamas, complicando ogni possibilità di calmare le tensioni in modo duraturo. I danni materiali ai centri di assistenza, anche se meno visibili, incidono sulla capacità delle organizzazioni non governative di agire con efficacia. In più, la paura serpeggia tra chi deve ancora ricevere cure. Questo scenario richiede attenzione internazionale e interventi mirati a evitare nuove tragedie.