112 migranti soccorsi a 40 miglia dalla costa salentina sbarcano nel porto di Leuca

112 migranti soccorsi a 40 miglia dalla costa salentina sbarcano nel porto di Leuca

Una barca a vela con 112 migranti, tra cui donne, bambini e una donna incinta, è stata soccorsa dalla Guardia costiera a 40 miglia dal Salento e portata in salvo al porto di Leuca.
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La Guardia costiera ha soccorso 112 migranti, tra cui donne, bambini e una donna incinta, a bordo di una barca a vela alla deriva a 40 miglia dal porto di Leuca, garantendo assistenza medica e sicurezza all’arrivo. - Gaeta.it

Nella notte è arrivata una nuova ondata di migranti nel porto di Leuca, dopo l’intervento della Guardia costiera che li ha tratti in salvo a 40 miglia dalla costa del Salento. L’imbarcazione a vela di 12 metri si trovava alla deriva quando è stato richiesto l’intervento. Tra le persone soccorse spiccano donne, bambini e un caso di gravidanza avanzata.

La scoperta e il soccorso al largo della costa salentina

L’operazione è partita nelle prime ore della sera, quando la Guardia costiera ha individuato un’imbarcazione a vela in difficoltà a 40 miglia dalle coste del Salento, direzione Leuca. A bordo c’erano 112 persone, molti dei quali in condizioni fragili. L’imbarcazione, lunga circa 12 metri, non dava più segni di controllo, era praticamente alla deriva. Le condizioni del mare avevano messo a dura prova i migranti, costringendo il personale della Guardia costiera a intervenire tempestivamente.

La presenza di donne e bambini ha confermato l’urgenza di un soccorso mirato. Una donna in particolare, con una gravidanza in fase avanzata, ha richiesto attenzione medica immediata. L’operazione è stata coordinata dalla Capitaneria di Porto di Bari, che ha gestito tutte le fasi dell’intervento, dal momento del segnale di emergenza fino allo sbarco finale. L’imbarcazione, una barca a vela modesta, non era adatta per un viaggio così pericoloso in mare aperto, con conseguenze potenzialmente drammatiche.

La provenienza dei migranti e le condizioni a bordo

I migranti soccorsi provengono prevalentemente dall’Afghanistan, con una parte significativa anche dal Pakistan e dall’Iran. Queste nazionalità rispecchiano rotte migratorie consolidate verso l’Europa, spesso frutto di fughe da conflitti o difficoltà interne. La traversata in barca a vela rappresenta per molti l’unica via per raggiungere il continente europeo, ma comporta rischi enormi.

Le condizioni a bordo erano dure: spazio molto limitato, mancanza di vivande e possibilità di cure mediche inesistenti durante la navigazione. Bambini di pochi mesi viaggiavano accanto a adulti, spesso senza protezione adeguata dal freddo o dalla fatica. I soccorritori hanno riscontrato diversi casi di ferite, disidratazione e malessere generale causati dai giorni trascorsi in mare, spesso senza assistenza.

Interventi medici e assistenza post-sbarco

Al porto di Leuca, immediatamente dopo lo sbarco, il personale medico ha preso in carico i migranti più vulnerabili. In particolare, la donna incinta e due uomini con ferite alle gambe sono stati trasportati in ambulanza all’ospedale di Tricase. Le condizioni di questi pazienti sono sotto controllo, anche se richiedono ulteriori accertamenti e cure specialistiche.

Il resto del gruppo ha ricevuto assistenza sul posto, provvedendo a pasti e a controlli sanitari di base. Sono scattate anche le procedure previste per l’identificazione e la tutela, considerando la presenza di minori e persone con esigenze particolari. Il coordinamento con gli enti locali ha permesso di attivare canali di supporto per accoglienza tradizionale e protezione umanitaria.

Attenzione ai flussi migratori via mare

L’episodio riporta all’attenzione le difficoltà di gestire flussi migratori via mare, con barche spesso inadatte e persone messe in pericolo. Il soccorso tempestivo da parte della Guardia costiera ha evitato possibili tragedie in mare. Le autorità proseguiranno con gli accertamenti previsti dalla legge dopo l’intervento di emergenza.

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