Zerocalcare al carcere di Regina Coeli: corso di fumetto per giovani detenuti a Roma

Zerocalcare al carcere di Regina Coeli: corso di fumetto per giovani detenuti a Roma

Zerocalcare e Daniele De Sando conducono un corso di fumetto a Regina Coeli per giovani detenuti, promuovendo creatività, espressione personale e dialogo in un contesto carcerario difficile a Roma.
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Zerocalcare ha partecipato a un corso di fumetto nel carcere di Regina Coeli, offrendo ai giovani detenuti un’opportunità di espressione artistica e dialogo, promuovendo creatività e reinserimento sociale in un contesto difficile. - Gaeta.it

Zerocalcare, noto fumettista romano, ha partecipato a un corso di illustrazione e fumetto all’interno del carcere di Regina Coeli, rivolto a giovani detenuti. L’iniziativa intende offrire ai ragazzi un’occasione di espressione artistica attraverso tecniche di disegno, promuovendo un momento di libertà creativa anche in un contesto difficile come quello detentivo. L’evento, organizzato da associazioni impegnate nel reinserimento sociale, ha coinvolto una selezione di partecipanti che hanno potuto apprendere elementi fondamentali per dare vita ai propri personaggi.

Un corso dedicato ai detenuti di regina coeli tra matite e disegni

Il corso, guidato dall’artista Daniele De Sando con la partecipazione di Zerocalcare, si è svolto all’interno del carcere a Roma, con l’obiettivo di insegnare ai detenuti alcune tecniche base del fumetto e dell’illustrazione. Tra i temi trattati, l’uso di materiali specifici come le matite più adatte per creare un disegno efficace e la gestione dei personaggi per renderli vivi sulla pagina. I partecipanti hanno potuto confrontarsi direttamente con un autore conosciuto, ricevendo consigli e complimenti sul proprio talento.

Un’immersione nel mondo creativo dei detenuti

L’esperienza è stata una full immersion, finalizzata a stimolare l’espressione personale e la creatività, elementi spesso trascurati nel percorso carcerario. Zerocalcare ha anche realizzato un disegno dedicato a tutti i presenti, come segno di riconoscimento del loro impegno. Questi momenti si sono trasformati in un’occasione per condividere non solo tecniche artistiche, ma un dialogo concreto sulla realtà vissuta dai ragazzi dentro le mura del centro detentivo.

La presenza di zerocalcare e il legame con l’ambiente carcerario romano

Michele Rech, in arte Zerocalcare, conosce bene le realtà carcerarie di Roma, in particolare l’istituto di Rebibbia, situato nel quartiere dove lui stesso vive. Le sue opere spesso raccontano storie legate a questi luoghi, offrendo una chiave di lettura personale e diretta sull’esperienza detentiva. Questa vicinanza ha contribuito a rendere la sua presenza a Regina Coeli ancora più significativa, nonostante fosse la prima volta che entrava in questo specifico penitenziario.

Un passo importante nella carriera dell’artista

Prima di questo incontro, Zerocalcare aveva visitato il carcere minorile di Casal del Marmo, ma l’appuntamento a Regina Coeli ha rappresentato un passo importante. L’artista ha potuto dialogare con i detenuti, ascoltando le loro storie e comprendendo le difficoltà che affrontano, soprattutto in assenza di supporti familiari, economici o abitativi durante la detenzione. “Il suo intervento ha sottolineato quanto l’ambiente carcerario sia segnato da disparità anche tra persone che hanno commesso reati simili.”

La partecipazione e le difficoltà del corso tra ingressi e uscite

Il numero di partecipanti al corso è variato nel tempo. Si è iniziato con una dozzina di detenuti, ma nelle fasi finali sono rimasti solo tre. La giornata del workshop ha visto invece la presenza di otto ragazzi, segnalando l’instabilità delle presenze legata a motivi diversi. Alcuni detenuti hanno abbandonato il corso prima della conclusione, altri sono usciti dalla struttura nel corso delle settimane.

Le dinamiche all’interno del penitenziario

La segretaria dell’associazione ‘A Roma, insieme’, Grazia Piletti, ha spiegato che questa variabilità deriva dalle dinamiche interne al carcere e dai percorsi personali di ciascun detenuto. La direzione del penitenziario, rappresentata dalla direttrice Claudia Clementi, ha sottolineato la necessità di differenziare le attività proposte, visto che l’età media dei ragazzi nelle carceri tende a diminuire. Le iniziative culturali e artistiche sono dunque uno strumento per cercare di intercettare giovani con diverse esigenze, offrendo progetti specifici per il loro recupero.

L’impatto delle opere di zerocalcare sulla biblioteca di regina coeli

Secondo chi lavora nell’istituto, i libri di Zerocalcare sono molto richiesti tra i detenuti e spesso non vengono restituiti. Questo dimostra un interesse forte verso il fumettista e le sue narrazioni, che in qualche modo riescono a parlare direttamente alle nuove generazioni chiuse in carcere. Una copia dei suoi volumi è stata lasciata in biblioteca, con una dedica particolare: “Daje utenti della biblioteca di Regina Coeli!” scritta dall’autore stesso.

Un segno di vicinanza e incoraggiamento

Quel gesto è stato accolto come un segno di vicinanza e incoraggiamento da parte di Zerocalcare. La biblioteca, luogo di cultura e di confronto, assume un ruolo importante all’interno del carcere, offrendo un’occasione di evasione e riflessione attraverso la lettura. L’interesse verso le opere di questo artista evidenzia come il fumetto possa diventare uno strumento di comunicazione efficace anche nei contesti più complessi.

Testimonianze e percezioni dell’artista sul periodo detentivo

Parlando con i giovani presenti, Zerocalcare ha commentato la condizione di molti detenuti, evidenziando la mancanza di sostegni fondamentali come un alloggio stabile o risorse economiche. Ha sottolineato come alcuni, condannati per reati simili, si trovino in situazioni diverse a seconda delle loro condizioni sociali e familiari. Questa disparità influenza non poco la permanenza in carcere e le possibilità di reinserimento.

Arte, umanità e ascolto

Zerocalcare ha mostrato una comprensione diretta delle difficoltà incontrate da chi vive l’esperienza detentiva, senza però tralasciare la componente umana e creativa che emerge proprio in questi contesti. La sua presenza e l’attività proposta hanno al momento rappresentato per i giovani detenuti a Regina Coeli un’occasione di ascolto e di espressione personale. Un momento che testimonia come l’arte possa aprire finestre su mondi chiusi e spesso ignorati dalla società.

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