Volontariato Archeologico a Cerveteri: Un Nuovo Ruolo per la Manutenzione della Necropoli

Volontariato Archeologico a Cerveteri: Un Nuovo Ruolo per la Manutenzione della Necropoli

Il Parco Archeologico di Cerveteri introduce nuovi protocolli per i volontari archeologici, migliorando la manutenzione e valorizzazione della Necropoli della Banditaccia attraverso un approccio scientifico e consapevole.
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Volontariato Archeologico a Cerveteri: Un Nuovo Ruolo per la Manutenzione della Necropoli - Gaeta.it

Il Parco Archeologico di Cerveteri ha visto un importante cambiamento riguardo il coinvolgimento dei volontari archeologici. Recentemente, sono stati stabiliti nuovi protocolli che trasformano l’approccio dei volontari, arricchendo il loro ruolo e ampliando le loro responsabilità. Questi interventi mirano a migliorare la manutenzione, la valorizzazione e la conservazione della storica Necropoli della Banditaccia.

Un incontro significativo tra volontari e agronomi

Lo scorso sabato, si è svolto un incontro cruciale che ha riunito i membri delle quattro associazioni di volontariato archeologico attive nel parco: GAR, GATC, Il Lucumone e NAAC, insieme all’agronomo del PACT, responsabile della supervisione delle operazioni di manutenzione delle aree verdi. Durante questo incontro, i volontari hanno avuto l’opportunità di approfondire le loro conoscenze sulla gestione del verde, abbandonando in parte le pratiche di manutenzione improvvisate e adottando un approccio più scientifico e consapevole.

Il clima iniziale della discussione è stato caratterizzato da una certa diffidenza, comune tra chi offre volontariato e chi gestisce professionalmente le aree archeologiche. Spesso i volontari si sentono come intrusi in un ambiente che non conoscono completamente, il che può generare una percezione di scetticismo nei confronti del loro operato. Tuttavia, l’atteggiamento è cambiato rapidamente quando l’agronomo ha iniziato a spiegare l’importanza di conoscere l’equilibrio ambientale presente sul sito.

L’importanza dell’equilibrio naturale

Durante la lezione, l’agronomo ha sottolineato che ogni area verde ha un proprio equilibrio ecologico che deve essere rispettato. Le piante presenti non sono casuali, ma frutto di processi naturali complessi. La consapevolezza di questo equilibrio è fondamentale prima di intraprendere qualsiasi attività di manutenzione, come la potatura o la rimozione di specie vegetali considerate “infestanti”. Il professionista ha invitato i volontari a riflettere su domande cruciali: “Questa pianta è realmente da rimuovere? Qual è il potenziale impatto sulla biodiversità locale se procediamo con la manutenzione?”.

Attraverso questa riflessione, i volontari possono imparare a trattare la vegetazione con rispetto e attenzione, evitando azioni che potrebbero danneggiare l’ecosistema esistente. L’obiettivo è che ogni intervento di pulizia risulti altamente specifico e mirato, piuttosto che un’azione generica volta semplicemente a “rinfrescare” l’aspetto del sito.

Nuove strategie operative per i volontari

Dopo un’intensa sessione formativa durata più di due ore, i volontari hanno ricevuto strumenti strategici per migliorare il loro approccio alla manutenzione del verde nei pressi dei beni archeologici. I protocolli operativi, elaborati dal Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, forniscono chiare indicazioni sulle tecniche di intervento. La sinergia tra il sapere accademico e l’impegno pratico dei volontari rappresenta un connubio essenziale per valorizzare la Necropoli.

Nella pratica, le nuove strategie includeranno un’attenta osservazione prima di qualsiasi intervento fisico, nonché il coinvolgimento diretto dei volontari nella stesura di proposte per ulteriori azioni di cura e manutenzione. Questi cambiamenti non solo aumenteranno la qualità della conservazione della Necropoli, ma offriranno anche ai volontari un ruolo proattivo e più gratificante all’interno della comunità archeologica.

In questo contesto, la formazione ricevuta si configura non solo come un’opportunità di crescita professionale, ma anche come un metodo per costruire una comunità più coesa e consapevole riguardo l’importanza della tutela del patrimonio storico e ambientale.

Ultimo aggiornamento il 26 Novembre 2024 da Armando Proietti

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