Tre serate consecutive al teatro Alighieri di Ravenna dal 23 al 25 maggio alle 21 ospiteranno la rassegna musicale dedicata ai suoni dalla Palestina. L’iniziativa, frutto della collaborazione tra Ravenna Festival e Festival delle Culture, propone artisti palestinesi che raccontano, attraverso la loro musica, le esperienze della diaspora e il legame con temi attuali come la mescolanza di linguaggi e la diffusione culturale globale.
Quattro voci di una realtà complessa al centro della scena ravennate
La rassegna si apre venerdì 23 maggio con Kamilya Jubran, cantante di grande rilievo nella scena musicale palestinese. Jubran era la voce principale dei Sabreen, formazione pionieristica nata a Gerusalemme Est che negli anni ha segnato la musica della regione. La sua carriera solista ha ampliato orizzonti, orientando la ricerca artistica verso sperimentazioni sonore e nuovi intrecci tra tradizione e modernità. Il suo progetto musicale riflette la complessità e la ricchezza culturale palestinese, dando spazio a intrecci tra strumenti tradizionali e forme contemporanee.
La voce di kamilya jubran
Kamilya Jubran si presenta come un punto di riferimento per chi segue la musica araba contemporanea. Nei suoi concerti recupera melodie antiche per rivisitarle, mantenendo viva una cultura minacciata dalla diaspora ma anche aperta a contaminazioni. La sua voce intensa racconta storie di resistenza e identità, inciampando spesso nel mondo attuale pur restando radicata nel proprio passato.
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I 47soul e il connubio tra radici e suoni urbani elettronici
Sabato 24 maggio sul palco del teatro Alighieri arriverà 47Soul, gruppo fondato nel 2013 da musicisti palestinesi provenienti da aree diverse. Il loro stile combina hip hop con sonorità elettroniche, creando un mix energico e riconoscibile sulla scena musicale araba e internazionale. La band rappresenta una nuova generazione di artisti palestinesi che comunicano attraverso un linguaggio globale, portando la propria cultura in contesti urbani e multietnici.
Un mix di tradizione e modernità
L’energia dei 47Soul deriva dal confronto con realtà diasporiche, che si riflettono nelle liriche e nei ritmi irregolari delle loro composizioni. Nel loro lavoro fondono elementi della musica tradizionale palestinese con beat moderni e atmosfere da club, dandosi una voce fresca e coinvolgente. La formazione ha ottenuto risonanza internazionale e partecipa a festival che mettono in risalto musiche dal Medio Oriente.
Bashar murad e il pop ironico che affronta temi sociali sensibili
La rassegna si chiude domenica 25 maggio con Bashar Murad, cantautore e regista noto per il suo pop cosmopolita che affronta con ironia questioni importanti quali l’identità, i diritti civili e le tematiche LGBTQ+. Murad parte da esperienze personali e comunitarie per proporre canzoni che sfidano stereotipi consolidati e aprono uno sguardo critico sulla società palestinese e oltre.
Musica come strumento di cambiamento
Il suo lavoro ha un impatto particolare perché utilizza la musica come strumento di discussione e cambiamento. Nei suoi testi si trovano anche riflessioni su contraddizioni e limiti imposti da contesti tradizionali, con messaggi diretti che coinvolgono un pubblico eterogeneo. La sua performance unisce elementi visivi e sonori per creare un dialogo aperto che attraversa confini culturali e sociali.
Questi tre appuntamenti offrono così una panoramica ampia e sfaccettata della creatività musicale palestinese oggi. Gli artisti invitati mettono in mostra come dalla complessità della diaspora nascano espressioni nuove che parlano al presente, non rinunciando a legare radici e istanze contemporanee. Il teatro Alighieri di Ravenna si conferma luogo di incontro per culture diverse, dove ascoltare storie e suoni che portano con sé memorie e voglia di dialogo.