Tra gorizia e nova gorica, il confine si trasforma da linea di divisione a luogo di incontro. Toni Capuozzo, noto giornalista e scrittore, ha scelto di raccontare questa zona attraverso il filo delle storie personali raccolte nel suo libro “vite di confine”. Nel contesto del link media festival a Trieste, l’autore ha sottolineato come la convivenza in quest’area sia frutto di un’identità condivisa, più che di appartenenze separate.
Confine orientale: intrecci di radici e storia personale
Il confine orientale italiano rappresenta uno spazio ricco di memorie e storie intrecciate. È proprio lì, tra gorizia e nova gorica, che Toni Capuozzo ha mosso i primi passi della sua vita. La sua esperienza personale si lega strettamente alla zona, tanto da definire i residenti non più come cresciuti accanto al confine, ma “figli della frontiera“. Questa espressione fa emergere un senso di appartenenza comune ai due lati, una realtà che aiuta a superare tensioni e differenze storiche. I confini, spesso causa di conflitti nel mondo, qui diventano invece motivo di riflessione. Capuozzo ha vissuto decenni raccontando guerre e divisioni in diversi paesi, eppure ha voluto dedicare un’opera alla “frontiera” delle sue radici, per mostrarne l’umanità e le connessioni invisibili tra persone.
Storie di confine: testimonianze e memorie da gorizia a nova gorica
Il libro “vite di confine” si costruisce intorno alle storie raccolte nelle terre esposte al passaggio e alla divisione. Capuozzo ha riunito tante testimonianze, alcune di persone note, altre di protagonisti anonimi, che hanno vissuto in quell’area o l’hanno attraversata. Si tratta di epitaffi, frammenti di vita e di morte che raccontano vicende quotidiane, tragedie e momenti di pace in un territorio segnato da trasformazioni politiche e sociali. I racconti mettono in scena la complessità di un luogo dove identità nazionali e culturali si affiancano e talvolta si scontrano, ma che si tiene insieme attraverso una storia condivisa. Le poche pagine si caricano quindi di un vissuto collettivo e diventano memoria concreta, indispensabile per comprendere i legami tra gorizia e nova gorica al di là della linea di confine.
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Una prospettiva personale sul confine e i conflitti
Capuozzo ha spiegato come il libro sia nato nella fase avanzata della sua vita, segno anche di una riflessione maturata nel tempo. Il suo rapporto con il confine orientale non è solo geografico, ma emotivo e narrativo. Dopo aver seguito conflitti in ogni parte del mondo, spesso dovuti a dispute territoriali, ha voluto offrire una prospettiva diversa. “Vite di confine” non parla solo di linee disegnate su una mappa, ma di persone che vivono, resistono e convivono in una zona unica. Questa scelta di raccontare il confine attraverso i frammenti di vite comuni evita di cadere in schematismi politici, facendo emergere un tessuto umano e sociale. La frontiera diventa un’esperienza vissuta e condivisa, costruita sulle storie di chi è nato, morto o semplicemente passato attraverso questi luoghi. Il libro, presentato a Trieste nel marzo 2025, fa parte di una riflessione più ampia sulle dinamiche di convivenza fra diverse culture e nazioni nel nostro continente.