La diffusione del virus Oropouche, infettivo soprattutto nelle regioni dell’America centro-meridionale e nei Caraibi, ha sollevato un chiaro stato di allerta internazionale. Ad oggi, l’Italia ha registrato quattro casi di contagio, tutti riconducibili a viaggiatori provenienti da aree endemiche. Il virus ha già causato i primi decessi in Brasile, specificamente nello stato di Bahia. La preoccupazione per la salute pubblica è palpabile, e le autorità sanitarie si stanno attivando per contenere la diffusione.
Il virus Oropouche e la sua origine
Il virus Oropouche è una malattia virale tropicale trasmessa principalmente da moscerini e zanzare, scoperta per la prima volta nel 1955 in Trinidad e Tobago, vicino al fiume Oropouche. La febbre di Oropouche è di particolare importanza perché può avere manifestazioni cliniche significative e conseguenze gravi, specialmente nelle fasce più vulnerabili della popolazione. Il virus è un arbovirus e presenta un genoma a RNA, aggiornando costantemente gli scienziati e i medici sui potenziali pericoli che rappresenta.
La trasmissione principalmente avviene attraverso la puntura di insetti, in particolare il Culicoides paraensis, un minuscolo dittero che predilige ambienti boschivi nei pressi di corsi d’acqua, laghi e paludi. Anche alcune zanzare come il Culex quinquefasciatus possono fungere da vettori. In questo momento, i vettori responsabili della diffusione del virus non sono presenti in Italia o in Europa, e non è stata confermata alcuna possibilità di trasmissione da uomo a uomo del virus.
L’allerta epidemiologica e i decessi in Brasile
Due decessi per virus Oropouche sono stati registrati in Brasile: il primo caso riguarda un uomo di 24 anni, deceduto a Valença, il 17 giugno, mentre il secondo, di una donna, è stato comunicato nei giorni successivi. Attualmente, ci sono indagini in corso su un’ulteriore morte sospetta nello stato di Santa Catarina, evidenziando la serietà della situazione. L’Organizzazione Panamericana della Salute ha emesso un allarme epidemiologico al fine di informare i Paesi membri riguardo a possibili casi di trasmissione verticale, ovvero dalla madre al bambino durante la gravidanza.
Questo tipo di comunicazione è essenziale per rafforzare le misure preventive e migliorare la preparazione degli stati membri nell’affrontare il potenziale incremento della malattia. Le informazioni tempestive e dettagliate sono vitali per garantire la salute pubblica e la sicurezza dei cittadini nel continente americano.
Situazione attuale in Italia e raccomandazioni sanitarie
In Italia, finora, sono stati confermati quattro casi di virus Oropouche, tutti di origine importata. Le autorità sanitarie, in particolare l’Istituto Superiore di Sanità , hanno sottolineato l’importanza di prestare attenzione durante i viaggi nelle aree dove il virus è endemico. È essenziale che i viaggiatori seguano alcune raccomandazioni per evitare il contatto con gli insetti vettori. Tra le misure preventive suggerite ci sono l’uso di repellenti chimici, l’adozione di abbigliamento protettivo che copra braccia e gambe, e la ricerca di sistemazioni dotate di zanzariere.
Nel 2024, sono stati registrati oltre 7.700 casi nel mondo, nei Paesi più colpiti come Brasile, Bolivia, Perù, Cuba e Colombia. Fortunatamente, i casi diagnosticati in Italia non hanno avuto conseguenze gravi, ma il rischio di infezione è concreto per chi si reca nelle regioni dove il virus è attivo.
Monitoraggio e sintomi
I sintomi principali dell’infezione da virus Oropouche comprendono febbre, mal di testa, dolore articolare e, in alcuni casi, fotofobia e nausea. Le persone che ritornano da viaggi nelle aree a rischio e presentano questi sintomi dovrebbero contattare immediatamente un medico. È fondamentale un monitoraggio attivo per garantire che eventuali focolai vengano identificati e gestiti in tempo.
L’Istituto Superiore di Sanità è al lavoro con un team multidisciplinare per monitorare la situazione epidemiologica del virus Oropouche in Italia, analizzando i dati virologici e epidemiologici. La salute pubblica è una priorità e ogni sforzo per contenere la diffusione di malattie infettive deve essere sottolineato, soprattutto in un contesto globale in continua evoluzione.